Il curioso caso di Sam Querrey e Steve Johnson: professionisti di alto livello, condividono lo stesso allenatore. L'esperto Craig Boynton racconta genesi, difficoltà e lati positivi dell'allenare due giocatori così forti. “È facile perché sono due ragazzi fantastici. E poi l'ATP ci è venuta incontro: non giocano mai in contemporanea”.

I tennisti di alto livello, dai top-100 in su, hanno bisogno di uno staff numeroso e professionale. Raramente basta un coach: servono preparatore atletico, fisioterapista, psicologo, manager… per questo, è curioso il caso di due americani di prima fascia, entrambi nel giro della Coppa Davis: da tempo, Sam Querrey e Steve Johnson condividono lo stesso allenatore. Un tecnico d'esperienza come Craig Boynton, già all'angolo dell'ex n.1 Jim Courier, senza dimenticare ottimi giocatori come Mardy Fish e John Isner. Sia Querrey che Johnson hanno ottenuto i rispettivi best ranking (n. 11 e n. 21) sotto la guida di Boyton. Parlando con il sito dell'ATP, Boynton ha spiegato come fa a conciliare il doppio ruolo: “Prima di tutto è importante la pianificazione. La giornata deve essere perfettamente organizzata, con la certezza di dedicarsi al 100% sia all'uno che all'altro. Inoltre non mi piace che si allenino insieme, quindi devo essere sicuro che svolgano la tipologia di allenamenti richiesti”. Entrambi molto “americani” nello stile, hanno però importanti diversità caratteriali. Boynton ritiene che la chiave per lavorare bene sia un'efficace comunicazione, che può concretizzarsi soltanto lavorando a lungo e premendo i tasti giusti. Ma come è nata questa doppia collaborazione? Tutto parte dal legame con Johnson: quando Boynton si occupava del programma di sviluppo USTA, lo aveva seguito per un anno e mezzo. Tempo dopo, c'è stata la possibilità di lavorare su basi private. Sempre in quel periodo, Querrey era in cerca di un allenatore. “Ed è andato a parlare con Stevie per assicurarsi che fosse d'accordo – continua Boynton – mi hanno spiegato la situazione e ho pensato che fosse una grande idea. Non ho mai temuto di avere problemi nel gestirli entrambi, perché quando lavoravo con la USTA avevo sempre la responsabilità di due giocatori. In un torneo ne avevo seguiti addirittura cinque! Non era niente di nuovo, poi conoscevo Sam da 10 anni pur non avendoci mai lavorato insieme. Ma c'era fiducia”. L'ATP ha deciso di dare una mano, evitando che i due giocassero in contemporanea. Partendo da questa certezza, Boynton organizza ogni giornata di gara a seconda delle esigenze.

DOPPIO IMPEGNO
Se i due giocano uno dopo l'altro, il discorso pre-partita viene fatto per prima a quello che giocherà per secondo. “Ma se c'è spazio tra un match e l'altro, allora c'è la possibilità di trovarsi subito prima che scenda in campo. Insomma, bisogna controllare il programma e organizzarsi di conseguenza”. Può capitare che i due abbiano la necessità di allenarsi al mattino, più o meno in contemporanea. La soluzione più semplice sarebbe allenarsi insieme, ma Boynton preferisce evitare. Allora capita di dividersi i compiti con il fisioterapista. “Inoltre loro hanno sufficiente esperienza per sapere cosa fare”. Può capitare che uno dei due vada in fondo al torneo, mentre l'altro venga eliminato nei primi turni.“Chi è eliminato lavora intorno al programma dell'altro. Le partite e il torneo hanno la priorità. Quando uno viene eliminato, parte per il torneo successivo e io organizzo gli allenamenti da remoto. Peraltro può capitare che la USTA abbia degli allenatori in loco, in grado di tenerlo d'occhio. Io rimango con quello che è ancora in gara nel torneo”. L'equilibrio funziona, ma non è così semplice da mantenere. Altri giocatori, probabilmente, non lo avrebbero accettato. Altri ancora preferiscono avere un allenatore tutto per sé. “Il nostro segreto è che io amo questi ragazzi. Sono persone fantastiche, è bello lavorare con loro. A parte questo, la cosa più divertente è aiutarli a vincere un punto importante e poi una partita importante. E poi credo che si aiutino a vicenda: se uno vede l'altro giocare bene, ne trae motivazione. Si sostengono a vicenda, sono buoni amici e sanno cosa serve per avere successo. A parte il tennis, sono due ragazzi con cui è piacevole avere a che fare”. In questo momento, le cose vanno meglio a Querrey: numero 21 ATP, a Indian Wells esordirà domenica contro il vincente di Kukushkin-Zverev, mentre Johnson è già fuori, battuto da Daniil Medvedev. Tuttavia, per lui non è ancora tempo di fare le valigie per Miami: è impegnato in doppio insieme all'eterno Daniel Nestor, mentre Querrey è impegnato soltanto in singolare.