Benoit Paire perde la testa durante il torneo di Washington: devasta tre racchette in pochi minuti, tiene alcuni atteggiamenti provocatori e l'ATP lo punisce con una maxi-multa, il doppio del premio destinato a chi perde al primo turno. Non è la prima volta che il francese si fa notare per intemperanze comportamentali.

La vetrina onnivora della TV, che poi sbarca rapidamente su Youtube, garantisce popolarità agli atleti. Però li espone anche al pubblico ludibrio. A volte fa più male quello di una multa, anche se lo scatto d'ira di Benoit Paire al Citi Open di Washington gli costerà la bellezza di 16.500 dollari. Potete vedere la scena qui sotto: tre minuti di autolesionismo, più che di follia. Paire ha completamente perso la lucidità e ha dato spettacolo nelle fasi finali del match contro Marcos Baghdatis. Sotto 4-2 nel terzo set, ha dovuto fronteggiare una palla break. Aveva il punto in mano, ma il cipriota si è difeso benissimo, costringendolo a giocare (e sbagliare) un complicato smash in arretramento. Paire è caduto per terra e se l'è presa con la sua racchetta. L'ha scaraventata quattro volte per terra, come ad accertarsi di distruggerla. Dopodichè l'ha lanciata via mentre si recava al cambio di campo. All'incrocio con Baghdatis, il suo avversario gli ha dato il “cinque”, nel tentativo di calmarlo. Niente da fare: prima ha scaraventato la sua panchina verso il muro, poi ha spaccato una seconda racchetta. Mentre il giudice di sedie gli infliggeva un ovvio penalty point per condotta antisportiva, il suo avversario – forse mosso a pietà – è andato al suo angolo come a volerlo calmare, evitandogli scatti d'ira che gli sarebbero costati ancora di più. Missione fallita: mentre andava a rispondere, Paire ha preso le due racchette già rotte e le ha lanciate in mezzo al suo campo. Così, senza nessun motivo. Nell'ultimo game (partito da 15-0), non ha raccolto un punto e ha rinunciato a rispondere all'ultimo servizio: prima di stringere la mano al suo avversario, già che c'era, ha spaccato la terza racchetta in meno di tre minuti. Una rabbia francamente ingiustificata, ma a cui Paire non è nuovo.

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LE INTEMPERANZE DI BENOIT
Giocatore dotato di un vivo talento (anche se è piuttosto debole dalla parte del dritto), si è giocato buona parte di carriera con un atteggiamento poco professionale, davvero ai limiti dell'autolesionismo. Paire aveva fatto parlare di sé qualche mese fa, quando parlò dei suoi problemi fisici (aveva un persistente dolore alla schiena) e diceva di non avere le idee chiare sul futuro. Nel 2014, dopo una sconfitta con Lukas Rosol a Wimbledon, scatenò la sua rabbia uscito dal campo, sui vialetti dell'All England Club, devastando il suo telaio contro un muro. “Non mi piace Wimbledon – aveva detto – quando entro in campo ci dicono di stare attenti alla superficie, ma la stessa è in cattive condizioni. Una volta mi hanno multato di 1.000 dollari solo perché avevo detto 'merde'. Magari con queste multe mettono a posto i campi”. Più in generale, spesso è stato vittima di multe per intemperanze di vario genere. A Washington, l'ATP gli ha dato una multa di 16.500 dollari, più del doppio del prize money destinato a chi perde al primo turno. Uscendo dal campo, il francese si è preso i fischi del pubblico, ai quali ha risposto dispensando baci ironici verso le tribune. La multa è arrivata per tre violazioni del codice di comportamento: condotta antisportiva, oscenità udibile e mancanza di impegno. 29 anni, numero 55 ATP, quest'anno ha raggiunto due semifinali nei primi due tornei dell'anno (Pune e Sydney), poi non è mai andato oltre il terzo turno nei successivi 17 tornei. Almeno aveva vinto due partite a Wimbledon, ottenendo il suo miglior risultato sui prati. “Adesso mi piace giocare sull'erba. Perché in passato dicevo il contrario? Perché ero giovane e stupido”. Adesso ha trovato qualcos altro che non gli piace.