Una meravigliosa Flavia Pennetta raggiunge la finale dello Us Open. E' la terza italiana di sempre a centrare l'obiettivo, prima in assoluto lontano dalla terra battuta. E' la più anziana a raggiungere per la prima volta una finale Slam nell'Era Open. Annichilita Simona Halep, numero 2 WTA.

A caldo è davvero difficile trovare le parole. Figurarsi quelle giuste, di parole. Finale Slam, sul cemento, nel torneo più impegnativo…vi rendete conto? Eppure Flavia Pennetta ce l'ha fatta e ha ottenuto un risultato storico, che potrebbe anche modificare le gerarchie storiche del tennis italiano. Ma oggi non importa: oggi conta esaltare il trionfo su Simona Halep, annichilita senza potersi ribellare al destino. L'italiano ha l'abitudine – un po' tafazziana – di sminuire i propri successi, magari sottolineando i demeriti altrui. Niente di tutto questo: la Halep è stata dominata sul piano tecnico e anche su quello tattico. Sapendo di non poter fare a pugni, la Pennetta ha cercato vie alternative…e le ha trovate. Che Flavia giocasse meglio con il rovescio si sapeva. E si sapeva anche che il dritto è il termometro del suo gioco, un po' come era il rovescio per Pete Sampras. Bene, è stata monumentale dal lato destro, disintegrando le certezze del robottino rumeno. E non si può nemeno invocare il fattore stanchezza, poiché entrambe hanno riposato giovedì e la Halep ha 9 anni in meno, oltre ad aver scelto di non giocare il doppio (dove Flavia è arrivata in semifinale). La Pennetta è stata super, talmente brava da ridurre la cronaca del match a poche righe: cinque giochi consecutivi hanno fatto la differenza sia nel primo che nel secondo set. In avvio, è volata rapidamente dall'1-1 al 6-1. Ancora più brava nel secondo: sotto 3-1, ha allontanato i fantasmi che si stavano materializzando nella mente degli appassionati, ancora prima che nella sua. Una solidità e un cervello monumentale le hanno consentito di spegnere le velleità della Halep in appena 59 minuti, come se avesse fretta, come se fosse la cosa più facile del mondo. Una cronaca che andrebbe bene per il primo turno di un WTA International. Invece no, era una semifinale Slam (la seconda della sua lunga carriera), contro la numero 2 del mondo.


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Al 49esimo tentativo e a 33 anni e mezzo compiuti, Flavia centra la sua prima finale Slam. Una finale meritata e splendente perché ha battuto tutte le migliori, senza sfruttare chissà quale autostrada nel suo tabellone. Via Petra Kvitova (n.4) nei quarti, via Simona Halep (n.2) in semifinale. Lo ha fatto mostrandosi al loro livello, senza sfruttare scivoloni altrui. Per questo ogni aggettivo, anche il più generoso, non deve sembrare un'esagerazione. In effetti, a ben vedere, non era giusto che non avesse mai giocato una finale Slam. L'hanno raggiunta Nathalie Tauziat, Sabine Lisicki, Zina Garrison…ottime giocatrici, ci mancherebbe, ma la Pennetta può stare di diritto in questo gruppo. E ce l'ha fatta nel modo più bello, a 33 anni, quando alzarsi la mattina è più difficile (ma non per la mancanza di voglia, semplicemente perché il corpo risponde con più fatica) e quando i successi si sanno apprezzare di più. Sono un bicchiere delicato, il cui sapore va giù più lentamente rispetto al vortice di emozioni di quando se ne hanno 23, di anni. Le statistiche servono ad allungare il brodo ma anche a rendere l'idea: non era mai successo che un'italiana raggiungesse una finale Slam lontano dalla terra battuta, e forse non era nemmeno prevedibile. Flavia è già certa di tornare al numero 1d'Italia e di avvicinare le top-10 raggiunte sei anni fa e sfiorate l'anno scorso dopo la vittoria a Indian Wells. Dopo, soprattutto, l'infortunio al polso che l'aveva fatta sembrare una ex. Nel 2013 ci ha riprovato, senza troppa convinzione, fuori dalle top-100. “Se non va bene, smetto”. Inginocchiamoci dinnanzi agli dei del tennis e ringraziamoli per averla fatta andare avanti.  


US OPEN DONNE – Semifinali
Flavia Pennetta (ITA) b. Simona Halep (ROM) 6-1 6-3