Sugli spalti a tifare gli azzurri, Dorothea Wierer, campionessa del biathlon, ci ha parlato della sua passione per il tennis e del vicino di casa Sinner

A Parigi fa un caldo atroce, 30° ufficiali che diventano 33° – ma percepiti almeno 40°. Jasmine Paolini spruzza di acqua rinfrescante il gruppo italiano – presidente Binaghi e ministro Abodi compresi – sul campo 7 dove giocano Errani e Vavassori. Sul campo 14, quello di Musetti, invece, a rinfrescare il panorama dei soliti noti arriva Dorothea Wierer, la super campionessa italiana di biathlon, qui a Parigi come ‘inviata speciale’ di Eurosport.

La temperatura è decisamente diversa da quella dei percorsi di gara innevati delle Dolomiti, il fresco di Anterselva sembra un miraggio. «In effetti fa molto caldo, ma il tennis mi piace – dice Dorothea – oggi poi con tutti questi campioni azzurri c’è tanto interesse. Sinner, la Paolini, Musetti, Berrettini. Io gioco a padel, perché è meno faticoso per le spalle, ma quando finirò la mia carriera voglio darmi al tennis». Fra l’altro, nata a Brunico, Dorothea, è quasi vicina di casa di Sinner: «abito a una ventina di minuti di distanza, e conosco il padre. Mi dispiace per Jannik, sarebbe stato bello vederlo in gara qui».
Appena riprende il gioco ‘Doro’ si scatena come una vera tifosa – «Vai Lorenzo! Dai, dai!» – incurante (o quasi) dell’umidità e del caldo sempre più opprimente. «Li incito perché ne hanno bisogno», sorride. «Che cosa avvicina tennis e biathlon? Sicuramente l’aspetto mentale. Devi restare concentrato, facendoti caricare dal pubblico ma senza distrarti, anche da noi ci sono decine di migliaia di spettatori, so cosa si prova». L’ultimo urrah è per il punto della vittoria del Muso. A questo punto, per scaramanzia, l’appuntamento con Dorothea è per i quarti di finale. Domani, non so se dire per fortuna o per sfortuna, vista la calura, pare che pioverà, ma Dorothea all’appuntamento promette che ci sarà.