WTA CHAMPIONSHIPS – L’azzurra gioca uno splendido primo set, va avanti 5-2 ma non riesce a chiudere e viene beffata. Nel secondo si fa male al polpaccio e cede 7-6 6-2
Le fasi salienti di Azarenka-Errani, match inaugurale dei WTA Championships

Di Riccardo Bisti – 22 ottobre 2013

 
Per oltre un anno, Sara Errani ha ispirato decine di articoli sulla bontà di un miracolo romagnol-valenciano che l’ha portata tra le prime 5 al mondo. Ma anche le favole finiscono. La seconda parte del 2013 è stata malinconica. Tuttavia, la rendita dei mesi precedenti le ha consentito di qualificarsi senza problemi ai WTA Championships. Si pensava che Sarita potesse essere una vittima sacrificale, invece ha giocato un ottimo match contro una Victoria Azarenka tutt’altro che esaltante. Sarita è uscita dal campo con mille rimpianti per un primo set ben giocato ma buttato via sul più bello. I dei del tennis l’hanno punita nel secondo, causandole un piccolo problema al polpaccio destro (distrazione? Stiramento?) che le ha impedito di difendersi al meglio. Peccato, perché l’impresa era possibile. La Azarenka strillava come al solito, oscillando intorno ai 100 decibel, ma i suoi colpi erano meno penetranti. E la Errani giocava bene, mettendo in mostra una certa superiorità tecnica. Non c’è dubbio che il braccio della Errani sia più morbido di quello della Azarenka, e si è visto nelle numerose palle corte che hanno messo spesso in difficoltà la bielorussa, un tantino goffa nella corsa in avanti. Dopo tre break nei primi tre game, la Errani era bravissima a prendere il largo grazie a un super-punto, in cui ha ‘scherzato’ l’avversaria con due smorzate e un pallonetto. Giocare al gatto col topo con la numero 2 WTA: che soddisfazione! Sara aveva sempre più fiducia in se stessa, gestiva con agio i rimbalzi alti di una superficie tutt’altro che ingiocabile, e volava 5-2 e servizio. Qui, purtroppo, è iniziata la sagra dei “se”. “Se avesse fatto questo, se avesse fatto quello…”. Dopo sette giochi sono state cambiate la palle: in condizioni improvvisamente più veloci, la Azarenka è schizzata sul 4-5. Sarita ha chamato coach Pablo Lozano al cambio di campo, ma non è bastato. Avanti 30-15 nel decimo game, ha perso tre punti di fila (rimpianti per una brutta palla corta e un drittaccio fuori) e si è trovata 5-5. Tutto da rifare.
 
Alla vigilia, la Errani aveva sottolineato di aver resettato la mente e di stare finalmente bene, anche senza l’ausilio di psicologi. “Mi è bastato circondarmi delle persone che mi vogliono bene”. Lo ha dimostrato nel game successivo, in cui ha brekkato nuovamente la Azarenka. Mica facile, scippare il servizio a Vika per per quattro volte in un set. Il problema è che non sfruttava la terza opportunità di chiudere. Un altro game ai vantaggi consentiva alla bielorussa di acciuffare il tie-break. E il festival delle occasioni sciupate andava avanti: Sarita si è trovata avanti 3-1, poi sul 4-5 ha commesso due gravissimi errori: una facile volèe a campo aperto accomodata in rete e un doppio fallo. Chi pensava che la partita fosse finita lì, in un mare di occasioni sciupate, è rimasto deluso. La Errani è partita bene nel secondo, almeno fino a quando ha dovuto chiamare la fisioterapista per un problema al polpaccio. Saliva 2-2 (ennesimo break), ma nel primo punto del game successivo, la ricaduta da uno smash vincente le faceva tornare il dolore. Gli ultimi game erano un piccolo calvario. Con Sarita indecisa se ritirarsi o meno. Ha scelto di restare in campo fino all’ultimo, uescendo comunque tra gli applausi. Al di là delle occasioni buttate e dell’infortunio, Istanbul sta portando sensazioni positive. Non fosse per il cronico problema al servizio, le qualità della Errani si sono viste tutte. E il tennis indoor sembra particolarmente adatto alla sua esuberanza tecnica.
 
L’ordine di gioco di mercoledì, pubblicato mentre Sara era in campo, non le ha dato una mano. L’hanno collocata come primo match (contro Na Li) anche nella seconda giornata. Difficile sapere se scenderà in campo oppure preferirà cautelarsi in vista del doppio e della finale di Fed Cup. Caroline Wozniacki e Sloane Stephens, riserve, scalpitano per la possibiltà di giocare. Fosse uno stiramento, scendere in campo contro la cinese sarebbe molto rischioso. E rischiare non vale mai la pena, soprattutto se c’è un doppio da giocare dopo la brutta sconfitta dell’anno scorso. La finale di Cagliari, francamente, non rappresenta più un problema alla luce del team russo che dovrebbe essere annunciato domani. Comunque finisca questo Masters, tuttavia, l’impressione è che la favola della Errani, iniziata nel gennaio 2012 con i quarti all’Australian Open, possa andare ancora avanti. Vika Azarenka è certamente d’accordo.