Lo spagnolo ha rilasciato una bella intervista a El Pais, in cui analizza con sincerità il suo 2016, la peggior stagione da oltre dieci anni. Spiega di essersi sentito perso, vuoto, snaturato, ma di aver affrontato e risolto i problemi. “E ho ancora molto da dare, altrimenti me ne starei a casa”.La carriera di David Ferrer ha vissuto anche di singoli momenti, come un titolo Masters 1000, la finale al Roland Garros e la terza posizione mondiale, ma in generale è stata sempre costruita sulla costanza. Tuttavia, è evidente che nel 2016 qualcosa si sia rotto. Per la prima volta dal 2005 lo spagnolo non ha giocato nemmeno una finale ATP, dopo i cinque (!) titoli dell’anno precedente, e per ritrovare la sua ultima stagione chiusa fuori dai primi 20 bisogna riavvolgere il nastro addirittura fino al 2004. Al tempo aveva 22 anni e si stava costruendo, oggi ne ha 34 ed è normale che dopo un’annata così deludente, in cui ha incontrato una situazione mai vissuta prima, si sia fatto qualche domanda sul futuro. Con un tennis come il suo serve un fisico perfetto, che inevitabilmente avrà sempre meno spesso, ma le tantissime sconfitte raccolte non sembrano aver lasciato cicatrici. Il tennis lo riempie ancora di gioia e di spazio per altri pensieri non ce n’è, come ha rivelato in una bella intervista rilasciata alla versione online del quotidiano El Pais. Probabilmente a causa di una conoscenza non brillantissima della lingua inglese, che rende le sue conferenze stampa ancor meno interessanti dei già bassissimi standard, il veterano di Javea non passa per uno dei giocatori più colti del Tour, eppure la maturità data dall’età e una sfrenata passione per la lettura l’hanno reso un tipo riflessivo, capace di ragionare, senza nascondersi dietro a concetti banali. Una qualità che gli ha permesso di andare alla radice dei problemi incontrati nel corso dell’anno. “Nella vita professionale di un atleta – ha detto – ci sono dei momenti difficili, da quali è necessario cercare di imparare. Così è stato per me. Per alcuni mesi mi sono sentito perso, e non sono riuscito a capire e accettare ciò che stava succedendo. Mi è capitato di non sentirmi un giocatore valido, di non essere capace di lottare per andare a vincere un incontro”.NON ERA PIÙ FERRER, TORNERÀ FERRER?
Nell’intervista, Ferrer ha toccato un argomento interessante, di quelli che chi sta fuori difficilmente riesce a captare. Perché partono da dentro. “C’è stata una differenza fondamentale (rispetto agli anni prima, ndr): avevo sempre lottato per l’ambizione di voler vincere un incontro, mentre stavolta spesso l’ho fatto per pura inerzia, perché mi sentivo obbligato. Più un giocatore arriva in alto, più c’è pressione, più sente di dover vincere per forza. È una lotta continua, e prima o poi si hanno delle ripercussioni, nel corpo e nella mente”. Una situazione che gli ha fatto perdere l’entusiasmo, generando la crisi di risultati che l’ha fatto finire sempre più in basso. “Si arriva a un punto è in cui è necessario staccare la spina. Ci si sente tristi e insicuri, ma è una situazione che va affrontata. Sentivo di aver perso il mio spirito combattivo, la mia essenza di giocatore”. Tuttavia, “Ferru” ha precisato di non aver mai pensato al ritiro. “Da Wimbledon in poi mi sono sentito meglio, che è la cosa più importante. Non sono contento della mia stagione, perché ho chiuso da numero 20 del mondo (21, ndr), ma lo sono di come è finita. Adesso sono tranquillo e ho capito la situazione: è qualcosa che prima o poi doveva capitare. È successo a tutti”. La situazione l’ha aiutato a guardarsi indietro, a osservare la sua carriera con maggiore consapevolezza, e capire che ha già lasciato un segno importante. Sono fiero della mia carriera e di quello che la gente pensa di me. Mi vedono come una persona che ha superato i propri limiti, che combatte come un guerriero, e lo trovo molto positivo. Non mi posso lamentare: sono felice di ciò che ho fatto e del trattamento ricevuto dalle persone”. Superati i problemi, eccolo pronto a ripartire di nuovo, con le stesse motivazioni di sempre. “Voglio vincere altri titoli e godermi ancora grandi emozioni, magari in Coppa Davis. Credo ancora in me stesso e penso di poter dare ancora molto, altrimenti me ne starei a casa”. Invece il divano può aspettare.
LA SCHEDA ATP DI DAVID FERRER
TITOLI ATP: SPAGNA LEADER ANCHE NEL 2016
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