NAPOLI – Sfuma il primo titolo Challenger per il 20enne azzurro, che illude con una gran partenza ma si spegne presto. Sorride Munoz-De La Nava ma anche il torneo: sempre più insistenti le voci di un salto nel circuito ATP.Non è andata come poteva andare, ma non sempre le favole hanno il lieto fine. Se n’è accorto Matteo Donati, che saluta il miglior torneo della sua carriera con una brutta sconfitta, battuto 6-2 6-1 dall’esperto spagnolo Daniel Munoz-De La Nava nella finale del Challenger di Napoli. Il match si è fatto tutto nella prima metà del set d’apertura, in quelle nove palle-break non sfruttate dall’azzurro fra terzo e settimo game. Donati è partito fortissimo, comandando il gioco col dritto e mettendo subito all’angolo l’avversario, ma gli è mancata un pizzico di freddezza nelle situazioni importanti, la stessa che l’aveva premiato nei tre tie-break vinti fra quarti e semifinali. Lui ha fallito sette occasioni per portarsi avanti, il rivale l’ha punito alla prima in suo favore e gli ha poi negato due chance per riprenderlo, e la sfida è finita lì. Invece di resettare la mente e ripartire, Donati ha accusato il colpo e perso tanta brillantezza, mentre Munoz-De la Nava ha dato sfoggio di tutta la sua esperienza. Non che sia un drago da finali (ne aveva vinta appena una su otto, a Cordenons nel 2011), ma quando ha annusato la situazione favorevole è salito di livello ed è stato molto attento a non concedere nulla, raccogliendo i tanti errori dell’azzurro. In 61 minuti si è trovato il titolo in tasca, andando ad aggiungersi nell’albo d’oro del torneo a un parterre di connazionali d’eccezione: Felix Mantilla, Juan Carlos Ferrero e David Ferrer. Lui non è mai entrato nemmeno fra i top 100, anche se quel best ranking di numero 123 è sicuramente ingeneroso. Ce l’ha fatta gente che vale meno del mancino madrileno, ma non è detta l’ultima parola. Se a 33 anni sta assaporando la gioia del più prezioso titolo in carriera, non è da escludere che possa anche ritoccare il 'personale' in classifica.
DONATI, OLTRE 100 POSIZIONI SCALATE
Delusione invece per Donati. “Sto vivendo un sogno”, aveva detto dopo la semifinale, e si è risvegliato nel modo peggiore. Ma è la classica sconfitta che servirà, e i tanti lati positivi del torneo fanno subito passare in secondo piano il duro KO. L'ha capito anche lui, come dimostrato durante la premiazione. Dopo aver ricevuto ben tre premi, ha speso pochissime parole, senza citare l’incontro, come a volerlo dimenticare il più presto possibile. Buon segno, per riprendere subito la strada giusta. Al secondo Challenger dell’anno si sono già visti i frutti di un lungo e accurato lavoro invernale, e anche il ranking sorride: coi 75 punti guadagnati entrerà domani fra i primi 250 giocatori del mondo, nell’orbita delle qualificazioni dei tornei dello Slam, primo grande obiettivo per i giovani in ascesa. Lui si augurava di farcela per lo Us Open, ma dopo un salto in avanti di oltre 100 posizioni in un colpo solo dovrebbe riuscirci già per il Roland Garros. Ora serve continuità, per rendere l’exploit di Napoli un viatico verso traguardi sempre più importanti, ma facendo anche tesoro delle parole che il simpatico Munoz-De La Nava gli ha riservato in un italiano spagnoleggiante al termine della finale. “Tu hai 20 anni, io 33, significa che ne hai almeno altri tredici per fare bene”. Il consiglio è velato ma chiaro: nel tennis non c’è fretta.
NAPOLI SOGNA IN GRANDE
Intanto ci si può accontentare di un buon punto di partenza: era dal 2007 che un giovane italiano non raggiungeva un risultato simile, da quando Fognini arrivò in finale al Challenger di Santiago del Cile. Bene per l’Italia, benissimo per Napoli, possibile trampolino di lancio della scalata di Matteo Donati. Ma non solo, perché il grande successo del ritrovato torneo, con tre italiani in semifinale e tanta attenzione mediatica, ha confermato la grande fame di tennis della città partenopea, aumentando il desiderio di portare alla Villa Comunale un ATP 250. Un progetto che a quanto pare non è così lontano. L’ha lasciato intendere il presidente Luca Serra nei suoi complimenti a Donati (“avrai modo di rifarti qui a Napoli, magari quando il torneo sarà un 250”), e l’ha ribadito la madrina della manifestazione Veronica Maya, ringraziando il title sponsor Capri Watch. “Questo è solo il primo step di una collaborazione importante. Il torneo crescerà ancora, il circolo è pronto e aperto a chiunque voglia finanziare il progetto”. Segno che i giochi non sono ancora fatti, ma i sorrisi generali degli organizzatori, uniti alle recenti parole del presidente FIT Angelo Binaghi, la dicono lunghissima.
ATP CHALLENGER NAPOLI – Finale
Daniel Munoz-De La Nava (ESP) b. Matteo Donati (ITA) 6-2 6-1
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