L’ascesa, la caduta dopo il grande successo a New York, il faticoso tentativo di tornare ad alti livelli. Dopo un inizio anno disastroso, la battaglia con Tsitsipas qui a Wimbledon, anche se terminata con una sconfitta, è un segnale importante e positivo. Specie per il morale
LONDRA – Un tie break vinto al quinto set gli regalò tre anni fa il successo più importante della carriera. Un tie break perso al quinto set può questa volta rappresentare la possibilità di un nuovo inizio. Parliamo di Dominic Thiem, ventinovenne austriaco, ex numero 3 del mondo (attualmente è 91º) per sei anni di fila tra i top ten e capace di raggiungere quattro finali dello Slam (più due delle Atp Finals) e di vincere nel 2020 gli Us Open, battendo nel match decisivo Zverev (appunto 7-6 al quinto set). Ma vincere può essere una trappola, anche se hai in cassaforte 29 milioni di soli montepremi ma non sei magari abituato a raggiungere certi traguardi. «Quando passi tutta la vita a inseguire un obiettivo che ti condiziona l’esistenza, una volta che lo hai raggiunto cambia tutto – ha raccontato tempo fa – quando ho vinto lo US Open ero euforico, ma mi sono reso conto presto di essere finito in un buco nero. E non so se riuscirò a uscirne». Nel 2021 è anche arrivato un grave infortunio al polso destro, seguito da svariati altri problemi fisici che lo hanno trascinato fino al 352º posto della classifica mondiale.
L’inizio del 2023 è stato drammatico, dal punto di vista tennistico, con nove sconfitte nelle prime dieci partite, frutto di un gioco che non è più incisivo come un tempo, con un rovescio – il fantastico rovescio a una mano di Dominic – che non fa quasi più paura. E questo in concomitanza anche con il divorzio dopo quattro anni dallo storico coach Massu. Recentemente si è avvertito qualche segnale di miglioramento, una semifinale nel Challenger di Mauthausen, una sconfitta di misura, a Madrid ancora contro Tsitsipas, e ancora per 6-7 al set decisivo. Lo spirito però non era quello giusto. «Dipende tutto solo da me – le sue parole prima di Wimbledon – potrei prendere anche Roger Federer come mental coach ma in questo momento non servirebbe a nulla». Qui a Londra, nella splendida battaglia durata tre ore e 55 minuti contro Tsitsipas, Thiem ha mostrato finalmente segnali di grande progresso, ritornando a colpire come ai bei tempi, sfiorando davvero una vittoria che gli sarebbe servita tanto, soprattutto dal punto di vista della fiducia nei suoi mezzi. Ma anche dopo la ventesima sconfitta dell’anno (in 32 partite) il consuntivo sembra finalmente positivo. «Avevo bisogno di una partita così – le sue parole in conferenza stampa – penso di aver dimostrato soprattutto a me stesso che posso ancora giocare ad alti livelli, e nei tornei più importanti. Perdere così al quinto set fa male, ma ci sono tanti aspetti positivi che ricorderò, il dritto, la voglia di lottare per quattro ore. Sì, sto tornando!». Parola di Dominic Thiem.