Il serbo conquista la prima finale a Wimbledon battendo Jo Tsonga per 7-6(4) 6-2 6-7(9) 6-3 e garantendosi meritatamente la vetta del ranking

da Londra, Giorgio Spalluto

 

47 vittorie su 48 posson bastare… per diventare il nuovo numero 1 del mondo. Con questo stratosferico bilancio stagionale, Novak Djokovic riesce finalmente a scardinare il duopolio instaurato da Federer e Nadal a partire dal febbraio 2004 e che terminerà il prossimo lunedì, qualsiasi sia l’esito di una finale che vedrà protagonista il primo serbo della storia a raggiungere un tale risultato, contro il vincente della seconda semifinale tra Andy Murray e Rafael Nadal.

 

Allo spagnolo non sarebbe sufficiente neanche una riconferma del titolo, in quanto non guadagnerebbe alcun punto in classifica a differenza di Djokovic che lo scorso anno si fermò in semifinale, battuto da quel Tomas Berdych che nel turno precedente aveva battuto Roger Federer. Non è riuscito a ripetere l’exploit del tennista ceco, Jo-Wilfried Tsonga, sconfitto con il punteggio di 7-6(4) 6-2 6-7(9) 6-3 al termine di un incontro che sembrava ormai compromesso dopo due set, ma che il franco-congolese è riuscito a riagguantare, recuperando per ben 2 volte un break di svantaggio nel terzo set e annullando 2 matchpoint nel successivo tiebreak.

 

La misura della straordinaria maturazione già palesata nei primi mesi di questa stagione dal serbo, la si è avuta all’inizio del quarto set. Contro un avversario carico per essere venuto a capo di una situazione disperata, così come era riuscito a fare contro Roger Federer due giorni fa, il serbo avrebbe potuto risentire psicologicamente dell’inatteso “comeback” avversario.

 

Ed, invece, Nole è ripartito come se nulla fosse accaduto. Come se non fosse stato avanti 4-2 nel terzo set e non avesse servito per il match, sul 6-5, perdendo malamente il vantaggio acquisito. In entrambi i controbreak subiti, Djokovic regala al suo avversario un vantaggio di 0-40, dopo che nei primi due set non aveva regalato nulla al suo avversario nei suoi turni di servizio, se si eccettua il primo game del match in cui Nole perde il suo primo e unico game di battuta sino al settimo gioco della terza frazione.

 

La partenza letargica del serbo consente a Tsonga di partire con il piede giusto e di dare continuità all’ottimo finale di partita disputato contro Federer. Le qualità di entertainer del franco-congolese si confermano straordinarie e gli consentono di accaparrarsi ben presto le simpatie del pubblico che non può non riservargli la standing ovation sul punto che lo porta in vantaggio sul 4-2. Tsonga si invola verso la rete, Djokovic cerca il passante incrociato, arpionato con una volée in tuffo da Jo che, sul colpo successivo, si rialza e in ginocchio trova una nuova volée vincente di rovescio. Punto del torneo, si sente esclamare da più parti. Non sarà l’ultima esibizione in tuffo di entrambi i contendenti.

 

La bellezza del punto non nasconde però le difficoltà al servizio del transalpino costretto a recuperare da 15-30 nel sesto game, da 15-40 nell’ottavo e da 0-40, sul 5-4. Quest’ultima montagna si rivela troppo ripida da scalare per Jo che si arrende alla settima palla break concessa nel set, dopo un sanguinoso doppio fallo causato su una seconda sparata a 180 Km/h. Il tiebreak successivo viene dominato da Djokovic, fortunato nel primo punto vinto grazie unrovescio che pizzica la riga lunga. A decidere le sorti del tiebreak, vinto per 7-4, è il minibreak del 4-2, successivo a un dritto scarico da sinistra del francese.

 

Il secondo set è un assolo di Djokovic che strappa immediatamente la battuta a Tsonga al termine di un primo game in cui il francese era avanti 30-0. La continuità al servizio di Novak, soprattutto con la seconda palla, è impressionante. Si aggiudica per 6-2 un set in cui cede soli 3 punti in battuta.

 

Nole non si ferma neanche in avvio di terza frazione. Tsonga, come detto, rientra nell'ottavo game portandosi da 2-4 a 4 pari. Sul 5 pari perde la battuta mandando Djokovic a servire per il match ma ancora una volta il serbo rimette in partita il suo avversario che parte bene nel tiebreak, involandosi sul 5-3.

 

Nole infila 3 punti di fila, procurandosi il primo matchpoint annullato da Tsonga con un serve & volley, completato da uno smash. Sull'8-7 nuova palla match per Djokovic. Tsonga mette dentro il decimo ace e con un servizio vincente si procura il secondo set point. Con un grande recupero il neo numero 1 impatta sul 9 pari prima di steccare e regalare a Tsonga il terzo set point, il primo con il servizio a disposizione. Il francese mette dentro una prima che Djokovic non controlla e si va al quarto set.

 

Lo splendido finale di terzo set sembra aver prosciugato le riserve più nervose che fisiche del francese che cede immediatamente la battuta e lascia che il suo avversario si involi sul 3-0. L’unico momento di difficoltà arriva nel quinto game, quando il serbo va sotto 0-30, ma mette a segno quattro punti consecutivi e alla fine chiude 6-3 con un servizio vincente che lo incorona come il 25mo numero 1 nella storia, il primo serbo a riuscirci.

 

Per la prima volta un giocatore raggiunge la vetta della classifica (è il 25° nella storia del ranking a riuscirci) al termine del torneo di Wimbledon, che nel passato aveva sancito 7 cambi al vertice (Borg 1979, McEnroe 1981 e 1983, Lendl 1984, Becker 1991, Agassi 1999 e Federer 2009), ma mai per una prima assoluta.

 


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