Un Djokovic praticamente perfetto batte ancora Nadal dopo Madrid. Un doppio 6-4 in 2 ore e 12′ di battaglia. E’ lui il nuovo re di Roma …

dal nostro inviato a Roma, Max Grassi

 

A Roma contro Djokovic anche la terra è battuta”. Questo striscione, esposto pochi minuti dopo il match point trasformato dal 23enne serbo, riassume in modo eloquente quello che è successo oggi a Roma. Perché se la finale vinta domenica scorsa a Madrid da Novak poteva essere un episodio (perché Rafa non è mai stato a suo agio nella capitale spagnola, perché si gioca in altura, perché le palle volano, ecc…), con il successo a Roma “Nole” ha definitivamente chiarito al mondo che oggi il più forte è lui.

 

Djokovic l’imbattibile(ancora senza sconfitte nel 2011, la sua striscia di vittorie consecutive è arrivata a 39 contando anche la Coppa Davis di dicembre), Djokovic l’extraterrestre (perché alcune sue giocate sembrano appartenere più a libri di fantascienza che a manuali dello sport), Djokovic il trascinatore (perché già dal 2-2 del primo set il Foro Italico ha scelto il suo gladiatore e ha cominciato ad intonare il coro “Nole, Nole” senza più smettere fino alla fine), quanti epiteti per dire una cosa sola: Djokovic, il migliore!

 

Poco importa se l’asettica logica informatica vuole che Nadal lo preceda ancora nel ranking mondiale. Il tennis non è fatto di numeri e matematica, il tennis è come la boxe. Ci sono due lottatori che si danno battaglia e alla fine uno solo finisce con le braccia levate al cielo. E contro questo Novak, Rafael Nadal quest’anno è finito al tappeto già 4 volte: a Indian Wells, a Miami, a Madrid e adesso anche a Roma.

 

Il grande Nadal, che a Roma aveva sempre vinto, eccezion fatta per quel primo turno di tre anni fa contro il connazionale Ferrero (quando gioco con vesciche grandi come cipolle), il cinque-volte-campione del Foro, s’è dovuto inchinare, dopo 2 ore e 12 minuti di lotta (6-4 6-4 lo score), è stato dominato dal serbo nel gioco, e – incredibile a dirsi – anche nella personalità. Nessun “Vamos” ha saputo spaventare un Nole che, in quanto a carattere, non è secondo a nessuno.

 

E dire che alla vigilia i dubbi sulle reali possibilità di Djokovic, stremato dopo tre ore di un match fantastico finito a tarda notte ieri contro Murray, di reggere il confronto con Rafael sulla terra erano tanti. Ma evidentemente questo Novak è più forte di tutto. “Tutto è possibile, se credi di poter recuperare e ti concentri sull’obiettivo ce la puoi fare. Oggi – ha detto Novak dopo il match – ho ottenuto il massimo. Ma bisogna essere chiari: lui è il re della terra. Sì, l’ho battuto due volte ed è incredibile, ma sono solo due tornei e lui ha dominato per tanti anni”.

“Però è bello – ha continuato il 23enne serbo – che ci sia un nome nuovo che vince i tornei – e non più solo Roger o Rafa.

 

E a chi gli chiede come passerà questa settimana prima del Roland Garros, risponde: “Di sicuro per quattro giorni non tocco la racchetta…”.

 

Per un Djokovic al settimo cielo, ci si aspetterebbe un Nadal col morale sotto i tacchi. E invece non è così: “Non sono triste né deluso perché la verità è che ho giocato molto meglio che a Madrid. Sono riuscito ad essere aggressivo, cosa che la settimana scorsa non mi era riuscita, ci sono ancora molte cose da migliorare ma sono sulla strada giusta. I veri campioni non sono quelli che vincono sempre ma anche quelli che sanno aspettare il momento giusto. E io sto aspettando”. Come dire: ci vediamo a Parigi.

 


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