Sarebbe interessante conoscere il parere di Roger Federer sulle ultime dichiarazioni di Rod Laver. Lo svizzero nutre un’ammirazione sconfinata per l’ultimo uomo capace di centrare il Grand Slam, tanto da averlo invitato a palleggiare due anni fa, in un’emozionante serata benefica presso la Rod Laver Arena. Roger ha incassato tre quarti di Slam in tre occasioni (2004, 2006 e 2007), ma non è mai andato vicino al traguardo: il sogno era già svanito dopo il Roland Garros a causa di Guga Kuerten e Rafael Nadal. Oggi Djokovic si trova a metà del guado: il serbo ha trovato l’inatteso sostegno della leggenda australiana. Intercettato da Associated Press nella sua casa di San Diego, “Rocket” ha detto: “Penso che abbia una buona chance per farcela e sarei felice di assistere all’impresa”. Nella storia del tennis maschile, ci sono riusciti solo Don Budge nel 1938 e lo stesso Laver nel 1962 e nel 1969. “Già essere il detentore di tutti e quattro è uno sforzo d’inferno” ha detto, riflettendo sulla recente impresa di Djokovic. Per rendere l’idea di quanto tempo sia passato, AP ha ricordato che nel 1969 il presidente degli Stati Uniti era Richard Nixon, Neil Armstrong aveva appena messo piede sulla luna e i Beatles stavano per pubblicare “Abbey Road”. A inizio stagione, Rod non ci pensava. “Il mio unico pensiero era quello di partecipare a tutti i tornei”. Pensiero legittimo, visto che arrivava da sei anni di embargo dagli Slam a causa del suo status da professionista. Chissà quanti ne avrebbero vinti, lui e Ken Rosewall, se non ci fosse stata l’anacronistica distinzione con i dilettanti. Ma questa è un’altra storia.
GIOCARE IL MIGLIOR TENNIS AL MOMENTO GIUSTO
Quando Rod e sua moglie sono arrivati a Melbourne per l’Australian Open 1969, scoprirono che la moglie era incinta. E che il figlio sarebbe nato durante lo Us Open. “Fu soltanto l’inizio – ricorda Laver – fui felice del mio rendimento. In questi casi non devi incappare in infortuni, malattie o anche soltanto un raffreddore. Sono stato fortunato”. E Rick Laver, il figlio, è venuto al mondo tre settimane dopo il titolo a New York. Da allora, nessuno si è avvicinato all’impresa. Nell’Era Open, soltanto Mats Wilander (1988) e Jim Courier (1992) hanno vinto Australian Open e Roland Garros prima di incagliarsi a Wimbledon. Qualche episodio in più tra le donne: nel 1988 Steffi Graf ha completato il Golden Slam, mentre l’anno scorso Serena Williams si è bloccata al penultimo match, proprio come Martina Navratilova nel 1984. “Ho avuto la fortuna di giocare il mio miglior tennis al momento giusto – dice Laver – è quello che devi fare. Serena ha avuto la chance, ma ha giocato un match così così nella semifinale dello Us Open. Forse era pressione? Non so, non ho mai avuto una risposta su questo”. A 77 anni, Laver non gioca più a tennis ma si limita al golf. Ha problemi a un polso, ma era a Parigi in occasione del successo di Djokovic. Sarebbe andato anche a Wimbledon, ma un raffreddore gli impedirà di esserci. Si rifarà allo Us Open, dove tra l’altro sarà pubblicata la versione americana della sua autobiografia. Parlando di Djokovic, ha detto: “Impressiona la sua solidità e la profondità nei colpi da fondocampo. Non consente agli avversari di attaccare. Se la palla dell’avversario è così profonda, non c’è molto da fare”. Secondo Rocket, il più grande avversario di Nole sarà la pressione. “Sarà una prova molto dura, ma credo che possa farcela”.
Rod Laver, tifoso a sorpresa per lo Slam di Djokovic
A 47 anni dall’impresa firmata nel 1969, Rod Laver si schiera con il serbo nella corsa verso il Grande Slam. “Può farcela, mi impressiona la profondità dei suoi colpi”. Ripensando al suo Slam, l’australiano ricorda che non pensava certo di farcela. “E prima dell’Australian Open abbiamo scoperto che mia moglie era incinta…”