Da Melbourne, Alessandro Terziani – foto Getty Images
Siamo giunti all’epilogo della 101esima edizione degli Australian Open. Resta solo da assegnare il titolo maschile. Come agli US Open 2012, la finale è tra Novak Djokovic (n.1) ed Andy Murray (n.3). Negli head to head il serbo è avanti 10-7. Lo scorso anno si sono affrontati ben 7 volte, 4-3 per Djokovic. Il serbo tenterà di vincere il terzo Australian Open consecutivo, impresa mai riuscita a nessuno nell’era open. Entrambi classe 1987, Murray (15 maggio) è 7 giorni più anziano di Djokovic (22 maggio). Il fantasma di Fred Perry aleggia su Murray, non solo a Wimbledon, ma anche a Melbourne. Perry è stato infatti l’ultimo britannico a vincere gli Australian Open nel 1934. Al vincitore andrà un assegno di 2.430.000 dollari australiani, pari a quasi 2 milioni di euro. Lo sconfitto si consolerà con 1.215.000 AUD, quasi 1 milione di euro. Chiunque sia il vincitore, Nole conserverà la prima posizione mondiale, Andy la terza.
All’entrata dei giocatori il pubblico della Rod Laver Arena è sonoramente più dalla parte del serbo. Alla sinistra della tribuna stampa scorgiamo tre spettatori d’eccezione: Kevin Spacey, Alex Del Piero e Victoria Azarenka.
Nel primo set i giocatori appaiono piuttosto contratti. Il ritmo è blando. I due giocano insolitamente corto. Ne approfitta maggiormente Murray guidando gli scambi. Djokovic gioca due metri dietro la riga di fondo. Pochi vincenti e molti errori. Lo spettacolo non è all’altezza dell’evento. Il serbo riesce comunque a procurarsi 4 palle break nel sesto gioco ed una nell’ottavo. Tutte sprecate. Il set si decide al tie-break. Djokovic lo gioca in modo disastroso. Con un doppio fallo e 4 gratuiti lo perde 7-2 e regala il set a Murray.
Djokovic subisce una striscia negativa di 16 punti a 2 e si ritrova a servire nel secondo set sotto 0-1 e 0-40. Tre palle break pesantissime che potrebbero ipotecare il match. Il serbo ha un improvviso sussulto d’orgoglio ed annulla le chance dello scozzese prendendo sempre l’iniziativa in modo vincente. La partita è tornata in equilibrio. Il livello del gioco si sta gradualmente elevando. Gli scambi diventano più lunghi ed intensi. E’ necessario ancora un tie-break per risolvere il secondo set. I due giocatori tengono il servizio. Sul 2-2, servizio Murray, tra la primo ed il secondo servizio lo scozzese si distrae per scacciare una piuma dal campo e commette un decisivo doppio fallo che gli costerà il tie-break. 7-3 per Djokovic.
Il serbo, esaltato dal set appena conquistato, prende definitivamente possesso del timone del match. Piedi ben piantati in campo inizia a pressare lo scozzese che lentamente esce dalla partita. Nell’ottavo gioco del quarto set, dopo 2 ore e 52 minuti, arriva il primo break del match. E’ a favore di Djokovic che va a servire sul 5-3 e chiude il set.
Nel quarto set il serbo dilaga. Murray è alle corde. Subisce due break consecutivi. Dopo 3 ore e 40 minuti e match point per Djokovic. Murray affossa un rovescio incrociato in rete. Djokovic è ancora re di Melbourne.
Non è stata una bella finale. I primi due set sono stati piuttosto modesti. Poi, grazie a Djokovic, la partita è decollata. Murray non ha saputo sfruttare le chance avute per andare in vantaggio di due set. Poi non è stato capace di reagire quando il serbo ha preso la partita in meno.
Federer si sta avvicinando al naturale tramonto. Il futuro di Nadal è incerto. I giovani fanno fatica ad emergere. Sicuramente vedremo ancora diverse volte questa finale negli Slam dei prossimi 3-4 anni.
Djokovic b. Murray 6-7 7-6 6-3 6-2