Il numero 3 del mondo rovina la festa preparata dagli svizzeri per il beniamino di casa. Un irriconoscibile Federer si arrende col punteggio di 64 46 62

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images 

Dopo New York, cade un altro feudo federeriano, sicuramente meno prestigioso rispetto a quello yankee, ma a cui Roger è legato da ragioni che trascendono il valore e il prestigioso del torneo in sé. A Basilea Federer è cresciuto formandosi al Tennis Club Old Boys, assieme all’amico Marco Chiudinelli che, dopo tanto peregrinare, raggiunge proprio nel torneo di casa, la prima semifinale in un torneo Atp.

Il “Davidoff Swiss Indoors” di Basilea ha visto Federer per la prima volta in azione all’età di 12 anni quando, nelle vesti di raccattapalle, sognava di emulare un giorno i campioni dell’epoca. Nel 2006, anno in cui riuscì a sfatare il tabù casalingo al 7° tentativo, pensò bene di festeggiare il titolo assieme ai ball-boys, proprio a ribadire il forte legame a un torneo che lo vide esordire a 17 anni nientemeno che contro Andre Agassi. Dovette attendere 8 anni – nel mezzo 2 finali perse contro Enqvist (2000) e Henman (2001) – prima di poter sollevare il primo di 3 titoli di fila, e dare il via a un filotto di 19 vittorie di fila, interrotto da Novak Djokovic, all’esordio nel torneo di Basilea e voglioso di rivincita dopo le brucianti sconfitte subite a Cincinnati e New York.

Il serbo è riuscito in quello che gli era sfuggito di pochissimo a Madrid: sconfiggere il numero 1 del mondo a domicilio. Contro Nadal, Nole giocò probabilmente il miglior tennis della sua carriera, mettendo alle corde per 4 ore, un giocatore che in quel momento pareva imbattibile sulla sua superficie preferita. I 3 matchpoint annullati dal maiorchino sono rimasti per chissà quanto tempo nella testa di Novak, per molti mesi relegato al ruolo di comparsa. Quello visto all’opera prima dell’exploit contro Federer non aveva di certo impressionato. A due punti dalla sconfitta contro Wawrinka nei quarti, e costretto a fronteggiare 3 matchpoint consecutivi in semifinale contro Stepanek, Nole sembrava destinato a recitare il ruolo della vittima sacrificale contro un Federer che, dopo essere stato omaggiato all’esordio della voce sublime di Montserrat Caballé, si era facilmente liberato senza particolari patemi di avversari abbastanza modesti, nessuno dei quali classificati tra i Top 50, come O. Rochus, Seppi, Korolev, e Chiudinelli.

Il primo test probante, contro un Djokovic uscito illeso miracolosamente dalla semifinale contro Stepanek, si è rivelato fatale per Federer, troppo falloso di dritto e incapace di sfruttare le tante occasioni concesse dal serbo nel corso del match. Il primo set si è deciso in un 10° game (sul 5-4 e servizio per Nole) che ha ricordato da vicino la finale degli US Open del 2007 in cui Novak non riuscì a concretizzare ben 7 setpoint tra 1° e 2° set. Questa volta è stato Roger a essere meno chirurgico del solito, fallendo ben 5 palle break e consentendo al serbo di portare a casa il primo parziale al 7° set point, al termine di un interminabile game di 28 punti e durato 24 minuti, che alla fine si è rivelato decisivo per le sorti del match. Un eventuale controbreak dello svizzero, infatti, avrebbe avuto ripercussioni fatali sulla psiche del suo avversario che subisce, comunque, la reazione di Federer. Nel 2° set, sotto 0-2, Roger pesca dal cilindro uno scambio dei suoi, contenendo un passante di rovescio di Djokovic con demi-volée corta di rovescio e chiudendo con una voleè d’istinto di dritto. Il pubblico della St. Jakobshalle di Basilea, ancora attonito per la scialba prestazione del beniamino di casa, finalmente si scalda e guida Roger alla rimonta e alla conquista del secondo set.  

Quando l’inerzia sembra tutta dalla parte dello svizzero, accade quello che non ti aspetti. Djokovic torna a sbagliare pochissimo e brekka l’avversario in apertura di set. Come era accaduto tra la fine del primo e l’inizio del secondo set Federer, sempre più falloso di dritto, perde 2 turni di battuta consecutivamente, lui che prima della finale, non aveva mai perso il servizio. Sotto 1-4, sciupa 3 palle break di fila per recuperare almeno uno dei 2 break, consegnando all’avversario il 4° titolo (su 9 finali) di un 2009 che ha visto Djokovic aggiudicarsi tutti e 3 gli Atp 500 disputati. Prima di Basilea, infatti, Nole si era imposto a Dubai e Pechino, oltre che nell’Atp250 di Belgrado.

Adesso il pupillo di Vajda deve dimostrare di sapersi esprimere a questo livello anche nei tornei che più contano. A partire dai quei Master1000 che quest’anno l’hanno visto uscire sconfitto in finale per ben 4 volte. Al Master si presenterà da campione uscente e sarà, viepiù dopo questo successo, uno dei giocatori da battere. In palio ci sarà anche la 3° posizione del ranking che dovrà difendere dall’assalto di Del Potro e di un Murray che a Valencia è sembrato essere tornato agli antichi splendori.

Federer, dal canto suo, cercherà di rifarsi sin dal torneo di Parigi Bercy in programma questa settimana, in uno dei pochi Master1000 a essergli sempre sfuggito. Ad attenderlo quel pubblico parigino che lo ha trascinato al successo in primavera, al Roland Garros. Tra 2 settimane, invece, tornerà a essere osannato da quella platea che lo ha visto conquistare il 15° titolo dello slam. D’altronde un campione come Roger non ha certo bisogno di giocare a Basilea per sentirsi a casa.

 © 2009  “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati

[$EmbedVideoYouTube ID:=”sp93GbO34hg”; $]

Gli Highlights della finale