di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Ci mancava la pioggia a coronare un’edizione a dir poco sfortunata dei Barclays Dubai Tennis Championships, costellata di ritiri eccellenti, eliminazioni precoci e partite abbastanza scadenti. L’irruzione di Giove Pluvio ha costretto gli organizzatori a rimandare di un giorno la conclusione della finale, per la “gioia” di spettatori (la domenica è un giorno lavorativo nei Paesi Arabi), operatori televisivi (costretti a rivoluzionare i palinsesti) e, soprattutto, dei tennisti alle prese con l’imminente impegno in Davis. Per non parlare dei poveri Aspelin e Hanley, vincitori ieri del torneo di doppio, ma privati della cerimonia di premiazione in programma al termine della finale del singolare, svoltasi quando ormai erano già partiti.
A contendersi la finale, gli unici 2 sopravvissuti all’ecatombe di teste di serie cui si è assistito durante tutta la settimana: il numero 2 del seeding (ma n. 1 dopo il tardivo forfait di Federer) Novak Djokovic, e il numero 7, Mikhail Youzhny, per la seconda volta di fronte nel giro di due settimane, dopo la semifinale di Rotterdam vinta dal russo, al termine di uno dei tanti match contradditori giocati ultimamente dal serbo. Si tratta della settima sfida tra i due: 3-3 il bilancio dei confronti diretti con il russo che, però, ha vinto solo ed esclusivamente i precedenti a livello indoor.
L’inizio dell’incontro sembra confermare quanto visto durante tutta la settimana, con il serbo che pare aver preso la cattiva abitudine di concedere agli avversari un set di vantaggio, prima di iniziare davvero a giocare. Un suo errore di dritto concede a “Misha” di portarsi avanti di un break sul 3-2 in suo favore. Il russo si vede annullare una palla per il 4-2 con un’accelerazione di dritto chiamata fuori in un primo tempo, ma corretta dal giudice di sedia, Layani. Svanita l’opportunità di consolidare il break di vantaggio, Youzhny concede il controbreak con un errore di rovescio, rimettendo in partita un Djokovic che piano piano riprende confidenza con i suoi colpi e sfrutta le incertezze al servizio di Youzhny. Costretto ai vantaggi in tutti e 3 i suoi primi turni di battuta, il russo cede ancora la battuta (5-3), consentendo a Djokovic di servire per il primo set. Nole non riesce proprio a dare continuità al suo gioco. Sotto 0-30, si aggiudica uno scambio pazzesco in cui recupera almeno 3 colpi in contropiede del russo che forse tende a fare un po’ troppa accademia, quando sarebbe preferibile essere più concreti. Il serbo paga lo sforzo precedente, con un doppio fallo e un errore gratuito di rovescio, che regalano a Youzhny il controbreak.
Per la prima volta nel match, l’allievo di Sobkin tiene il servizio (5-5) senza ricorrere ai vantaggi, ma il serbo non pare al meglio fisicamente:si tocca la schiena, anche se l’impressione è che cominci a patire la fatica accumulata in settimana. Forse condizionato dall’atteggiamento sofferente dell’avversario, Youzhny si fa sorprendere dall’improvvisa vitalità del serbo che, d’incanto, ritrova i suoi colpi nel dodicesimo game, coronato da un fantastico passante di rovescio con cui chiude il primo parziale (7-5).
Era dal primo turno vinto con Garcia Lopez, che Novak non si aggiudicava il primo set. Un acquazzone di breve durata interrompe il match per una mezzoretta nel primo game, sul punteggio di 40-15 Djokovic. La pausa non aiuta il russo che, condizionato dal forte vento che adesso spira sul Centrale dell’Aviation Club Tennis Centre, perde la misura dei colpi e cede per la seconda volta consecutiva il servizio, prima dell’interruzione definitiva sul 7-5 2-0 30-15 per Nole.
Si riprende 16 ore dopo con un Youzhny tutt’altro che rassegnato a lasciare campo libero al più titolato avversario. Misha si riporta immediatamente sul 3-3, sfruttando le ormai le puntuali incertezze del serbo che, nonostante tutto, riesce a procurarsi una palla break sul 4-3 in suo favore, fallita con un errore di dritto a campo aperto. Dal possibile 5-3, il serbo si ritrova sotto 4-5, dopo aver ceduto il servizio al termine di un game, in cui mette a referto ben 2 doppi falli.
Il russo concede a Djokovic di rientrare nel set, facendosi controbrekkare per il 5-5. Il serbo, però, non approfitta di siffatta generosità, cedendo a zero la battuta nel gioco successivo e regalando al numero 2 di Russia, una seconda chance di chiudere la frazione. Con una risposta affossata in rete, “Mr. Hide” Djokovic pone fine in maniera indecorosa a un set iniziato nel migliore dei modi e concluso malamente.
Anche nel terzo parziale, Nole mostra tutto il meglio e il peggio del suo repertorio. Avanti 3-0, si fa rimontare da Youzhny che non converte, sul 3-3, ben 3 palle break. Il pericolo scampato rigenera Nole, che in versione “Dr. Jekill” riesce a liberare i suoi colpi, operando il break decisivo nell’ottavo game. Un rovescio lungo di Youzhny regala il successo a un Djokovic, talmente stravolto da non riuscire neanche a esultare per quello che è il 17° titolo della sua carriera. Per la prima volta il serbo riesce a difendere un titolo vinto in precedenza. Rimangono comunque tanti i punti interrogativi sulla tenuta mentale di un giocatore che sembra talvolta dover combattere più con se stesso che con il proprio avversario.
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