Ventunesima vittoria consecutiva per il serbo, a segno 6-0 7-6 su Sam Querrey, l’ultimo in grado di batterlo. Ma il gigante di San Francisco può comunque sorridere: da lunedì sarà il nuovo numero uno degli Stati Uniti… di MARCO CALDARA

di Marco Caldarafoto Getty Images

Novak Djokovic c'è. Contro lo statunitense Sam Querrey, l'ultimo in grado di batterlo in un torneo del circuito (lo scorso ottobre sul sintetico indoor di Bercy), il numero uno del mondo – come gli altri tre 'Fab Four' – non ha brillato particolarmente, ma è comunque riuscito a imporsi in due set (6-0 7-6), fermando il cronometro intorno all'una di notte. Dopo il 'bagel' con cui in appena 22 minuti ha incamerato il primo set, ‘Nole’ – come già avvenuto nel match con Fognini – ha concesso molto di più nella seconda frazione, chiusa al tie-break dopo poco più di un’ora. Un break ottenuto sul 2-2 sembrava avergli spalancato le porte dei quarti, ma a quel punto Querrey è salito di livello, e aiutandosi col servizio ha retto il confronto sino al 6-6. Nel game decisivo il serbo è scappato sul 5-1, e poi sul 6-4, con due set-point a disposizione, ma non è riuscito a chiudere. Dal 6-6, però, ha trovato l’allungo decisivo, conquistando il ventunesimo successo consecutivo nel circuito, il sedicesimo del 2013.

Malgrado la sconfitta, comunque, Querrey può comunque sorridere: da lunedì sarà il nuovo numero uno degli Stati Uniti, il tredicesimo dal 1973, anno in cui è stata inserita la classifica computerizzata. Con gli ottavi nel torneo di casa (è californiano, precisamente di San Francisco) lo statunitense dovrebbe salire al gradino numero 20 della classifica mondiale, a meno che Kevin Anderson non riesca a scavalcarlo. Il sudafricano è l’unico non compreso fra le prime otto teste di serie ad aver guadagnato i quarti di finale (a spese del quarto favorito David Ferrer e di Gilles Simon), e se dovesse arrivare in fondo potrebbe riuscire nel sorpasso. In tal caso, per la prima volta dal ’73, gli Usa non avrebbero nemmeno un giocatore fra i primi 20 del ranking.