In campo Nole è un trionfo di razionalità e perfetta gestione di corpo e mente. Non sprecare mai le energie e fare sempre la cosa giusta gli può garantire ancora grandi successi
Si chiama economia circolare e, in tema di rifiuti, è la luce in fondo al tunnel, una speranziella, laggiù in fondo, oltre la quale dovremmo sbucare in un mondo più green. Una visione che oltre a buttare un occhio a come e quanto produrre, invita ad aggiustare e semmai a riciclare, prodotti ancora in discreta salute prima di considerarli scarti a fine vita. Una strategia vincente, sicuramente necessaria, rispetto al suo contraltare, quell’economia lineare che invece adotta il criterio dell’usa e getta con sprechi e rifiuti in quantità insostenibile.
Oltre che una scienza, il modello esistenziale è una filosofia di vita applicabile in tutti i campi, incluso quello sportivo. Per maggiori lumi basta chiedere a Novak Djokovic, figlio naturale del pensiero razionale che oltre a produrre energie tecniche, fisiche e mentali di ottimo spessore, bada bene a non sprecarne una sola goccia. Un rendimento diluito lungo tre lustri che oggi, come in abbrivio, punta i piedi sull’uso saggio dei recuperi nonché su una studiata programmazione dei tornei.Tutto sotto la regia di un Pensiero Tattico che non offre nulla al caso ma ricicla soluzioni di antica memoria che poco cedono al lato estetico ma guardano molto a quello pratico. Insomma prima di gettare roba alle ortiche, l’ecotennista dei giorni nostri ci pensa non una ma cento volte.
Con lui nulla accade per caso e il suo stato di grazia, diluito nel tempo, deriva dalla qualità più che dalla quantità di gioco prodotto, nonché dalla cura dei dettagli che risiede in un’ alimentazione certosina e in una preparazione sempre adeguata, lontana da carichi di lavoro eccessivi, forieri di possibili infortuni.
Insomma, scendendo sullo Chatrier parigino per la sua settima finale sulle sabbie antiche del Roland Garros, contro Ruud il serbo tirava al seguito conoscenze tali da poter oscurare il piglio di onnipresenti sapientoni e magari scrivere un saggio sull’utilizzo circolare delle energie richieste in campo.
Una mentalità che si riverbera su una lettura dei punti che non teme confronti e su un controllo emotivo raramente sprecone. Insomma, nulla di questo immenso campione sembra affidarsi al caso! Al contrario tutto risponde a un circolo virtuoso teso a rigenerare risorse a ciclo continuo per soddisfare le esigenze di trentasei primavere spese a capirne sempre di più.
Dunque se l’economia circolare è quel fenomeno sociale che salverà il mondo dalla società opulenta, così la buona gestione dei dettagli farà di Djokovic una figura vincente, chissà per quanto tempo ancora. Non conosco il suo quotidiano se non per sentito dire. Visto il suo modus giocandi, tuttavia, non mi stupirei di scoprire, un giorno, che nel privato, l’ex bimbo di Belgrado acquista latte in bottiglie di vetro pluriuso, stringe vitarelle qua e là per la casa e crea arte figurativa con materiali di riciclo.