Il serbo fatica più del previsto contro Nicolas Almagro, ma il merito è dello spagnolo. Le statistiche sorridono al serbo. Vanno fuori i due italiani, ma Donati ha fatto una bella figura contro Berdych. Onore anche per Arnaboldi. Si salva Wawrinka. 

ROMA – Si assottiglia sempre di più la pattuglia azzurra al Foro Italico. Ma se tra le donne sia Pennetta che Giorgi nutrivano legittime speranze di vittoria, era impossibile chiedere di vincere ad Arnaboldi e Donati. C'è da sorridere soprattutto per il secondo. Qui sotto, i commenti dei match più significativi di giornata.
 

DONATI, CHE BELLA FIGURA!
E' andata come doveva andare. Ed è un'ottima notizia. Una stesa troppo pesante avrebbe potuto avere ripercussioni negative su Matteo Donati, mentre una vittoria o un match equilibrato avrebbero acceso entusiasmi esagerati, magari facendogli credere di avere un livello che non è ancora suo. Invece è finita 6-2 6-4 per Tomas Berdych, uno dei giocatori più in forma del momento, ma Matteo ha tenuto benissimo. Ha provato ad essere aggressivo, ha recuperato tutte le palle possibili, ha combattuto come un leone e ha deliziato il pubblico con alcune giocate eccezionali, comprese alcune risposte d'anticipo che hanno fulminato il numero 5 ATP. Questi 6 game valgono molto perchè il ceco è in condizioni formidabili. Quest'anno non ha sbagliato neanche un torneo, arrivando sempre in fondo e perdendo soltanto contro i top-10. C'è l'impressione, tra l'altro, che sia sempre più vicino ai migliori. I due hanno un tennis abbastanza simile, ma il ceco ha una cilindrata molto superiore e spesso ha sfondato: l'azzurro non è un mingherlino, ma accanto al possente ceco sembrava ancora più giovane dei suoi 20 anni. E' piaciuto il suo atteggiamento: mai una parola fuori posto, atteggiamento sempre positivo. Forse è per questo che sta percorrendo le tappe giuste, senza fretta ma anche in modo inesorabile. Adesso i fari si spegneranno, “Donats” tornerà a giocare i tornei challenger nella speranza che sia solo una transizione. Comunque vada, continuerà ad essere l'orgoglio di mamma e papà, davvero emozionati nella tribuna del Campo Centrale. Per atteggiamento, Donati ha ricordato il Seppi di 11 anni fa, che giocò un ottimo match contro Hewitt. Ma Berdych è più forte di quel Hewitt, mentre Donati sembra avere qualche arma tecnica in più rispetto all'altoatesino. Appena lo ritroveremo, gli chiederemo se metterebbe la firma per un carriera alla Seppi o se auspica a qualcosa di più. Intanto, di sicuro, è promosso.

 

ARNABOLDI SOGNA PER UN SET

Per un set e quattro game, Andrea Arnaboldi ha sognato di diventare l'eroe del Foro Italico. Sarebbe stata una storia da raccontare, da cui attingere a piene mani. Nel frenetico venerdì prima delle qualificazioni, “Arna” era pressochè certo di non poterle giocare. Poi ci sono stati diversi ritiri che gli hanno consentito di partecipare. E ha offerto il meglio di sé, battendo il top-60 Mikhail Kukushkin (nostro recente spauracchio in Davis) e il giovane Stefano Napolitano, rodato dalle pre-qualificazioni. Opposto al top-20 David Goffin, ha giocato un tennis eccezionale per lunghi tratti, ma quando il traguardo non era troppo distante è finita la benzina. Arnaboldi ha pagato una leggerezza che rischia di essere letale nel tennis di oggi. La sua palla è pulita, intelligente, ma fatica a trovare con facilità il colpo vincente. Anche per questo, dopo essere cresciuto sulla terra battuta, è diventato un buon giocatore da campi veloci. Sul duro il suo servizio ficcante gli offre diversi punti gratis, riesce a giocare volèe un po' più facili e il rovescio in slice è molto incisivo. Sulla terra sa muoversi, ma fa più fatica. La stessa fatica spesa per vincere un gran primo set, ripreso per i capelli dopo aver rischiato di finire sotto di due break. Sul 4-2 Goffin, il belga ha avuto quattro palle break per il 5-2. Arnaboldi si è scatenato, spinto da un pubblico via via più numeroso, e ha intascato un bel primo set. Ha tenuto duro nei primi game del secondo, ma poi si è spenta la luce. Il traguardo dei top-100 è lontano nei punti, meno nel gioco. Con i 25 punti intascati a Roma tornerà tra i primi 200, ma può sorridere: tra l'estate e l'inizio dell'autunno non avrà punti da difendere e potrà soltanto salire. Gli resta la soddisfazione di aver vissuto una bella esperienza, però avrà capito – una volta di più – che il tennis di oggi è comandato dai super-uomini. A 27 anni non è troppo tardi per provare a diventarlo.

 

E NOLE SCRISSE “FORZA ROMA!”

Il set perso non deve trarre in inganno: Novak Djokovic ha giocato una partita più che buona contro Nicolas Almagro, ex top-10 che sta impiegando più bel dovuto per tornare ad alti livelli, ma sul Centrale del Foro Italico ha giocato al top. Dopo un primo set di assestamento, il murciano ha elevato il suo livello ed è diventato quasi inattaccabile nei turni di servizio. A quel punto, la conclusione al tie-break era inevitabile. La sorpresa è stata la bravura di Almagro, capace di tenere lo scambio su ritmi piuttosto elevati ed anzi trovare il vincente. Il stato di grazia di Nico è proseguito fino al 3-3 del terzo set, quando Djokovic ha trovato il game buono, giusto per chiudere il match e attirarsi ulteriori simpatie: al momento di firmare la telecamera, ha scritto “Forza Roma!” sull'obiettivo. Le statistiche certificano la buona prestazione del serbo: 40 colpi vincenti a fronte di 21 errori e una perfetta percentuale di trasformazione nelle palle break: tre su tre. Un sospiro di sollievo per il serbo, ancor più piacevole perchè gl ha consentito di entrare in clima-battaglia. Il suo torneo ripartirà giovedì, per gli ottavi contro Bellucci o Bautista Agut: tutto lascia pensare che sarà un match meno complicato.

 

WAWRINKA EVITA IL BARATRO

Gli spaventi sono il modo migliore per tirarsi su. E' quanto successo a Stan Wawrinka nel suo esordio agli Internazionali BNL d'Italia. Lo svizzero è reduce da un periodo turbolento, in cui ha reso nota la separazione dalla moglie Ilham. Ne è seguita una serie di comunicati e contro-comunicati, in cui lo svizzero ha ammesso di aver sbagliato nel fare l'annuncio senza l'approvazione della ex moglie. A Monte Carlo era stato disastroso (anche se aveva battuto proprio Juan Monaco, suo avversario a Roma), a Madrid quasi…mentre l'esordio al Foro è stato da incubo per un set e mezzo. L'argentino Juan Monaco si è piazzato a un paio di metri dalla riga e si è messo a palleggiare, cercando di far perdere la pazienza a Wawrinka, già a corto di fiducia. Il giochino ha funzionato per un set e mezzo, poi c'è stata una lenta ripresa dello svizzero. Ha iniziato a caricarsi, magari non come ai vecchi tempi, però nei cinque giochi vinti di fila e nel terzo set, che ha sancito il 4-6 6-3 6-2 finale, si è vista una discreta versione di “Stanimal”, come recita il logo sul suo borsone. La strada è ancora lunga, ma forse adesso può sorridere.