Il tennista serbo si è pronunciato nel corso della conferenza stampa a Miami sul tema del momento, ovvero la denuncia della PTPA agli organi governativi del tennis

Continua a tenere banco – e a suscitare qualche perplessità, a onor del vero – la denuncia che la PTPA ha presentato contro gli organi governativi del tennis nella giornata di martedì. Sul tema si è espresso nel merito il co-fondatore – insieme a Vasek Pospisil – dell’Associazione dei giocatori, Novak Djokovic, che nel corso della consueta conferenza stampa di presentazione al torneo di Miami è stato ovviamente interpellato al riguardo. Il punto intorno cui gravita il pensiero del tennista serbo è quello economico, con l’obiettivo di voler una migliore e più equa distribuzione dei ricavi a tutti i giocatori, e non soltanto a quelli di vertice. “Il tennis è il terzo sport più popolare al mondo, ma è solamente il nono in termini di distribuzione dei montepremi agli atleti. Questo deve cambiare”. Una più equa distribuzione dei ricavi garantirebbe secondo Djokovic anche una maggiore competitività degli stessi giocatori, con lo spettacolo che ne trarrebbe ulteriore vantaggio. “Se più atleti potranno vivere di tennis, ci ritroveremo con più giocatori. E potremo dar loro un futuro”.
Se le premesse e gli obiettivi che la PTPA si pone sono in fondo anche condivisibili, almeno in parte, diversa e più articolata è la vicenda relativa alle modalità e ai termini presenti all’interno del documento presentato. Definire ATP, WTA, ITF e ITIA come “corrotti” e bollare la loro attività come “cartellonistica” è sicuramente un’entrata a gamba tesa, soprattutto se in alcuni casi le argomentazioni portate in supporto non sono poi così stringenti e fondate come dovrebbero. E a sorprendere ancor di più, probabilmente, è il fatto che lo stesso Djokovic – che occorre ricordare non compare ufficialmente tra i firmatari del documento – ha avanzato perplessità al riguardo. “Alcune parole a mio avviso sono piuttosto forti, ma immagino che il team che se ne occupa sappia cosa stia facendo e quale terminologia usare per provocare una reazione”, così si è pronunciato in merito il tennista serbo.
Un altro aspetto da chiarire, ma sul quale evidentemente Djokovic non può avere direttamente voce in capitolo, è quali saranno i reali sviluppi della vicenda al di là del grande polverone mediatico che si è generato. Il serbo ha avanzato a suo modo quella che è una speranza, ovvero che “tutti gli organi di governo, inclusa la PTPA, si riuniscano e risolvano queste questioni. È una classica situazione di avvocati contro avvocati”. Lato ATP, WTA, ITF e ITIA al momento tutto tace – a esclusione dei brevi comunicati che ogni organo ha diffuso a breve giro di posta – e non è chiaro ancora quali saranno le sedi del confronto, se direttamente le aule di un tribunale o se il tutto si risolverà attraverso i canali della diplomazia.