La maratona contro Simon ha fortificato il numero uno? Contro Nishikori il serbo rispolvera la sua versione migliore (o quasi), e chiude 6-3 6-2 6-4 in due ore e spiccioli. Praticamente non c’è mai stata partita. Semifinale contro Federer: è la sfida numero 45.Ci si aspettava la battaglia, invece è arrivata una nuova dimostrazione di forza del numero uno del mondo. Il Novak Djokovic visto contro Gilles Simon è apparso vulnerabile, ma anche perché il francese ha fatto di tutto per farlo giocare male, trascinandolo fino a commettere 100 errori gratuiti. Un compito non riuscito nei quarti di finale a Kei Nishikori, che si è arreso in tre set rapidi, 6-3 6-2 6-4, dopo un match decisamente sottotono. Non era chiamato a vincere, ma da lui ci si aspettava decisamente qualcosa in più. Invece, a parte qualche guizzo senza seguito nel terzo set, ha giocato bene solamente fino al 3-2 del primo set. Poi ha perso il servizio da 40-0, ha iniziato a farsi domande e vincere sempre meno punti. Per lunghi tratti è parso non avere proprio le armi per giocarsela con Djokovic, eppure l’aveva già battuto anche in un torneo del Grande Slam, allo Us Open del 2014. Ma allora incendiò il cemento dell’Arthur Asha Stadium, stavolta non ci è andato nemmeno vicino. Per vincere Djokovic può limitarsi ad allungare gli scambi, lui invece deve cercare il vincente appena possibile, giocare una palla più profonda dell’altra e colpire sempre in anticipo. Se ce la fa può vincere, se non ce la fa finisce male. E oggi non ce l’ha fatta praticamente mai, mettendo il naso avanti solamente nel terzo set, ma comunque senza l’esito sperato: è salito 2-0 e servizio, ha subìto il contro-break. Di nuovo 3-1 e servizio, di nuovo contro-break. Avesse tenuto uno di quei due turni di battuta, forse al quarto set ci sarebbe arrivato. Invece li ha ceduti entrambi, poi pure un terzo sul 3-3 e quindi il match, pochi minuti più in là. Djokovic ha mancato i primi due match-point, ma nel terzo l’ha messo al tappeto con uno splendido rovescio incrociato, fermando il cronometro dopo 2 ore e 8 minuti.
 
SFIDA NUMERO 45 CONTRO FEDERER
Quelle che emerge è abbastanza chiaro: è vero che Nishikori ha totalmente deluso le attese, ma, a differenza di domenica, oggi si è visto di nuovo il vero Djokovic. Il saldo vincenti-errori è negativo, 22 contro 27, ma è tornata la solidità che manda fuori giri gli avversari, e la vittoria contro Simon potrebbe diventare il ‘turning-point’ del suo Australian Open. Il classico match che se lo vinci, anche a fatica, ti dà talmente tanta fiducia che poi vinci il torneo. “Devo dimenticare alla svelta questo match”, aveva detto in conferenza stampa dopo la sfida con Simon, e pare ci sia riuscito alla grande, con tanta attenzione. Il segreto? L’ha svelato al microfono di Jim Courier: si è preso un giorno senza toccare racchetta. “Ogni tanto ci vuole, per liberare del tutto la mente. Da quando ho iniziato la preparazione invernale ho giocato ogni giorno. Un giorno di riposo ci sta”. Sicuramente non gli ha fatto male, così come rimanere in campo appena due ore per guadagnarsi la sua sesta semifinale a Melbourne, la ventinovesima in un torneo del Grande Slam. E così il pubblico avrà anche stavolta il match più atteso: Novak Djokovic contro Roger Federer, atto 45. “Ho giocato 44 volte contro di lui, 45 contro Nadal. Praticamente metà dei match della mia carriera sono stati contro di loro”, ha scherzato ‘Nole’. “È sempre un piacere giocare contro gente come loro, come Roger, con cui in passato ho avuto delle grandi sfide. Non c’è bisogno di ricordare i suoi risultati, e quando rispetto ho per lui. Mi aspetto un bel match”. Il bilancio dice 22-22, ma trattandosi di torneo del Grande Slam ha più senso leggere quello sui match al meglio dei cinque set. Djokovic ha vinto gli ultimi tre, e non ha alcuna intenzione di fermarsi.
 
AUSTRALIAN OPEN – Quarti di finale
Novak Djokovic (SRB) b. Kei Nishikori (JPN) 6-3 6-2 6-4