A Belgrado per ricaricarsi, Novak Djokovic ha reintegrato nel suo team il preparatore atletico Gebhard Phil-Gritsch, già al suo angolo dal 2009 al 2017. Austriaco, 61 anni, è considerato un guru del settore. Nole, nel frattempo, ammette di avere qualche problema di autostima. “La devo riconquistare”.

Si torna sempre laddove si è stati bene. Nel caso di Novak Djokovic, il modo di dire si può adattare così: “Si torna dove si ha avuto successo”. In un tennis sempre più fisico, di cui Nole è straordinario interprete, fa notizia il ritorno al passato sempre più definitivo del serbo: un mese fa ha ripreso a lavorare con Marian Vajda, mentre è notizia di questi giorni il reintegro di Gebhard Phil-Gritsch, il preparatore atletico che ne ha curato il fisico per molti anni prima della separazione dello scorso maggio. Convinto di dover cambiare qualcosa, lasciò a piedi il suo vecchio team salvo poi tentare l'avventura con Andre Agassi. Sul piano atletico, durante il periodo di pausa nella seconda metà del 2017, Djokovic si era fatto dare una mano dall'italiano Marco Panichi. Adesso è tornato nelle mani sicure di Phil-Gritsch. Il trio si è ritrovato a Belgrado: niente Marbella, niente Monte Carlo: Djokovic si sta ricostruendo nella sua città natale. Come è noto, Nole proseguirà con Vajda fino a dopo il Roland Garros, ma l'ultimo inserimento farebbe pensare che il progetto sia più a lungo termine. Attuale numero 12 ATP, Djokovic ha rifiutato una wild card per il torneo dell'Estoril e ha scelto di effettuare un blocco di allenamento a Belgrado. La sconfitta a Barcellona per mano di Martin Klizan gli ha fatto capire che la forma non si può ritrovare soltanto con i match, ma c'è bisogno di riconquistare la piena forma fisica. Ed ecco la scelta di coinvolgere di nuovo il preparatore austriaco. 7-10 giorni di lavoro non possono produrre un miracolo, ma c'è moderato ottimismo in vista del Masters 1000 di Madrid. In questi giorni, Nole non ha avuto particolari impegni extra-campo, dunque si è potuto concentrare sul lavoro. La classifica non rappresenta certo un pensiero, ma il mese di maggio potrebbe costargli qualche posizione, poiché deve difendere ben 960 punti ATP (360 per la semifinale a Madrid e 600 per la finale al Foro Italico). È un passaggio delicato, perché un calo in classifica potrebbe costargli una buona testa di serie al Roland Garros, mettendogli contro un top-player già al terzo turno. Secondo la stampa serba, dopo Parigi ci sarà una riunione per stabilire le linee guida per il resto della stagione.

L'AUTOSTIMA DI DJOKOVIC
​Dovesse esserci un miglioramento, il rinnovo è pressoché scontato, anche se si parla dell'aggiunta di un nuovo elemento che possa dare una mano a Vajda, soprattutto sul piano logistico. La notizia di queste ore, tuttavia, resta il ritorno di Gebhard Phil-Gritsch. 61 anni, austriaco, ha svolto una brillante carriera accademica e ben presto si è specializzato nel mondo del tennis. Prima di lavorare con Djokovic è stato al fianco di Thomas Muster, poi ha collaborato con diversi programmi, peraltro in posti curiosi come Filippine, Indonesia e Nuova Zelanda. Noto per il suo approccio rigoroso e scientifico, è entrato nel team di Djokovic nel 2009. Una delle sue frasi più note fu: “In questo campo si può avere successo soltanto se si è fanatici. Quando ti trovi in cima, può fare la differenza anche soltanto un progresso dell'1%”. Parlando del talento di Djokovic, disse che lo si può apprezzare soltanto se ci si lavora insieme. “Ma basta vedere come si muove, come recupera dopo le difficoltà, come sa controllare la palla nei momenti difficili. Non sono qualità per nulla normali”. Proprio in queste ore, il serbo si è incontrato con alcuni giornalisti e non si è nascosto: “Ho sempre creduto in me stesso, ed è per questo che ho realizzato tutti i miei sogni d'infanzia – ha detto – però in questo momento la mia autostima non è eccezionale. Tutto quello che posso fare è lavorare, giocare alcune buone partite e ritrovare i risultati”. Nole ha poi ammesso che il rapido rientro a Indian Wells e Miami dopo il piccolo intervento al gomito è stata una decisione presa in totale autonomia “che non ha funzionato. L'ho fatto perché mi mancava troppo il tennis. Devo accettare tutto questo come un processo di apprendimento”. Nei giorni scorsi si era diffusa qualche voce su un presunto disordine alimentare, mettendo in discussione la sua dieta priva di glutine e senza carne. “Negli ultimi due anni è stata fatta parecchia confusione. Tutto quello che posso dire è che so cosa mi serve per diventare un'atleta e una persona migliore”. A breve scopriremo se ha avuto ragione.