Ha fatto discutere la presenza all’ATP 500 di Pechino di Djordje Djokovic, fratello minore di Novak e Marko, in gara nelle qualificazioni con una wild card, grazie all’intercessione del numero uno del mondo. Ha perso da Simone Bolelli (poi fermato proprio da ‘Nole’), ma si è rifatto in doppio, proprio insieme al fratello maggiore. I due l’hanno spuntata dopo una dura battaglia sul neozelandese Michael Venus e il cinese Mao-Xin Gong, in gara con una wild card e KO per 7-6 6-7 10/5. Era già successo che il campione di Belgrado giocasse il doppio col fratello Marko (bilancio: 0-5), ma non era mai capitato con ‘Djole’. “È stata una giornata speciale – ha detto ‘Nole’ – e ringrazio gli organizzatori per averci dato la possibilità di giocare. Marko ha smesso col professionismo (24 anni, è stato al massimo numero 581 ATP, ndr), mentre Djordje sta valutando cosa fare. Sono felice di aver potuto giocare insieme a lui prima della scelta”. Classe 1995, il più piccolo dei figli di Srdjan e Dijana non è mai andato oltre la piazza numero 1463 della classifica di singolare. “I miei successi – ha proseguito Novak – hanno messo delle pressioni extra ai miei fratelli, e non è facile gestirle. Nella storia dello sport non sono molti i fratelli minori degli sportivi di successo che sono riusciti a ricalcarne le orme. Io ho seguito le loro carriere, ma senza intromettermi eccessivamente, per evitare di parlare sempre e solo di tennis. La cosa più importante è avere una buona relazione, e sono felice sia così”. Ai quarti di finale i Djokovic se la vedranno con Jack Sock e Vasek Pospisil, che hanno sconfitto per 7-6 2-6 11/9 gli azzurri Bolelli/Fognini. Per i nostri, il posto alle ATP Finals non sembra a rischio (sono sesti nella Race, con oltre 1500 punti sui noni), ma negli ultimi mesi hanno vinto pochissimo.
Ha fatto discutere la presenza all’ATP 500 di Pechino di Djordje Djokovic, fratello minore di Novak e Marko, in gara nelle qualificazioni con una wild card, grazie all’intercessione del numero uno del mondo. Ha perso da Simone Bolelli (poi fermato proprio da ‘Nole’), ma si è rifatto in doppio, proprio insieme al fratello maggiore. I due l’hanno spuntata dopo una dura battaglia sul neozelandese Michael Venus e il cinese Mao-Xin Gong, in gara con una wild card e KO per 7-6 6-7 10/5. Era già successo che il campione di Belgrado giocasse il doppio col fratello Marko (bilancio: 0-5), ma non era mai capitato con ‘Djole’. “È stata una giornata speciale – ha detto ‘Nole’ – e ringrazio gli organizzatori per averci dato la possibilità di giocare. Marko ha smesso col professionismo (24 anni, è stato al massimo numero 581 ATP, ndr), mentre Djordje sta valutando cosa fare. Sono felice di aver potuto giocare insieme a lui prima della scelta”. Classe 1995, il più piccolo dei figli di Srdjan e Dijana non è mai andato oltre la piazza numero 1463 della classifica di singolare. “I miei successi – ha proseguito Novak – hanno messo delle pressioni extra ai miei fratelli, e non è facile gestirle. Nella storia dello sport non sono molti i fratelli minori degli sportivi di successo che sono riusciti a ricalcarne le orme. Io ho seguito le loro carriere, ma senza intromettermi eccessivamente, per evitare di parlare sempre e solo di tennis. La cosa più importante è avere una buona relazione, e sono felice sia così”. Ai quarti di finale i Djokovic se la vedranno con Jack Sock e Vasek Pospisil, che hanno sconfitto per 7-6 2-6 11/9 gli azzurri Bolelli/Fognini. Per i nostri, il posto alle ATP Finals non sembra a rischio (sono sesti nella Race, con oltre 1500 punti sui noni), ma negli ultimi mesi hanno vinto pochissimo.
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