Il numero 1 ATP è scandalizzato per la gestione dei tagliandi per Serbia-Croazia di Davis. “Non è possibile che siano finiti in 13 minuti. Qualcuno ha commesso un atto criminale e bisogna trovare i responsabili”. Si è attivato il Ministero dell’Interno.  Boris Tadic è stato il Presidente della Serbia per otto anni, dal 2004 al 2012. Secondo molti, la sua mossa più intelligente è stata la presenza sul Centre Court di Wimbledon quando Novak Djokovic vinse per la prima volta i Championships. Allora, come oggi, in Serbia non c’è niente di meglio che associare il proprio nome a quello di Nole. Vai sul sicuro. Djokovic è più che un tennista, più che uno sportivo. E’ la figura più importante del paese. Lo ha confermato in questi giorni, quando sono bastate alcune sue dichiarazioni, rilasciate al piccolo aeroporto di Kraljevo, a scatenare un putiferio e un’indagine del Ministero degli Interni. I fatti: Nole è molto arrabbiato per la gestione dei biglietti per la sfida di Coppa Davis tra Serbia e Croazia. Un derby non più ad alta tensione, giacchè gli ospiti si sono presentati senza Marin Cilic, Ivan Dodig e Ivo Karlovic. La stellina Borna Coric ha un gran futuro, ma non basterà per bloccare gli arrazzati serbi. Ma se la vicenda agonistica non dovrebbe presentare sorprese, i media serbi si sono scatenati per le parole di Nole sulla gestione dei tagliandi. Al suo arrivo, i cronisti di Blic erano pronti a intervistarlo, ma non c’è stato bisogno di porre domande. “E’ chiaro che qualcuno ha commesso un atto criminale – ha detto Nole – e qualcuno deve essere ritenuto responsabile”. Ma cosa è successo? I biglietti sono stati messi in vendita venerdì scorso, con centinaia di persone che hanno trascorso la notte davanti ai botteghini. Il problema è che i tagliandi sono finiti in appena 13 minuti e non c’era traccia di vendita online sul sito dell’ente organizzatore.
 
300 ABBONAMENTI PER LA GENTE COMUNE
Djokovic l’ha presa male. A suo dire, almeno la metà dei tagliandi complessivi (il Kraljevo Sports Centre può contenere circa 3.000 spettatori) dovevano essere destinati alla vendita libera. Ma non è andata così: “Sono molto deluso. I biglietti non si possono esaurire in 13 minuti, a meno che non ne vengano messi a disposizione appena 50. La vendita non è mai iniziata, eppure era già tutto venduto. Mi spiace molto perchè abbiamo scelto Kraljevo proprio per portare il tennis in mezzo alla gente”. Le frasi di Djokovic non sono passate inosservate. Il Ministro dell’Interno Nevojsan Stefanovic ha immediatamente disposto un’indagine a suon di controlli, verifiche e interrogatori. Prima che l’indagine terminasse, l’organizzazione (Toplica Spasojevic, in collaborazione con la federtennis serba) aveva detto che erano stati venduti 300 abbonamenti al costo di 5000 dinari, l’equivalente di circa 40 euro. Secondo loro, sarebb stato fatto tutto in modo trasparente per un totale di 2967 posti a disposizione. L’indagine del Ministero dell’Interno (svoltasi a tempo di record) ha svelato cifre leggermente diverse e comunque desolanti: dei 3.228 posti a disposizione, 800 sono stati ceduti all’ITF e alla federazione croata come da regolamenti internazionali. Dei 2.428 a disposizione, soltanto 107 sono stati venduti in prevendita, mentre altri 190 saranno disponibili nel giorno della partita. I restanti 2.131 posti sono stati venduti e/o ceduti a “persone fisiche e/o giuridiche”. In altre parole, buona parte del pubblico sarà composto da sponsor, invitati vari e fruitori di biglietti omaggio.
 
TIMORE DI BAGARINAGGIO
La sorpresa sta nella proporzione, francamente eccessiva. In occasione di Coppa Davis e Fed Cup è ben noto che una buona fetta di tagliandi, da protocollo, devono andare alle varie istituzioni. L’ITF, le federazioni coinvolte, la stampa e – ovviamente – gli sponsor hanno diritto a palchi e posti in tribuna. Tuttavia, in questo match, il numero di biglietti per la gente comune sembra davvero modesto. Stefanovic ha promesso ulteriori verifiche per capire se è stata violata la legge. Questa vicenda conferma l’influenza di Djokovic in Serbia. Sono bastate le sue parole per attivare le più alte sfere della politica. Tornando nello specifico, pare che centinaia di biglietti siano finiti nelle mani di sponsor locali e membri del consiglio comunale di Kaljevo. Motivo? Il comune avrebbe sostenuto le spese di affitto per alcuni locali e l’ospitalità delle delegazioni. Ma c'è il timore è che diversi biglietti siano finiti sul mercato nero e vengano rivenduti a prezzi più alti secondo tipiche azioni di bagarinaggio. L’ha presa molto male l’ex giocatore Slobodan Zovojinovic, presidente onorario della Federtennis Serba. “Bisogna assolutamente verificare se qualcuno compra i biglietti e poi li rivende a prezzo maggiorato. Penso che sia una vergogna”. Una vergogna che probabilmente non sarebbe venuta a galla se Novak Djokovic non avesse alzato la voce. Per il numero 1 del mondo, famoso noto in tutto il mondo, è stato un gesto importante. Ci ha messo la faccia, in difesa della gente di una cittadina serba. Complimenti.