Scatta domani il Masters 1000 di Miami, secondo appuntamento stagionale di categoria. Ognuno dei Fab Four ha almeno un motivo importante per puntare al titolo. Mentre tutti gli altri vogliono interrompere un dominio ancor più solido che negli Slam.
Il numero uno del mondo Novak Djokovic farà la sua undicesima apparizione consecutiva a Miami, dove vanta cinque titoli e un bilancio di 36 match vinti e appena cinque persi. Negli ultimi quattro anni ha vinto cinque volte, perdendo solamente contro Tommy Haas agli ottavi di finale dell’edizione 2013. In più, ha raggiunto anche una finale del 2009. Il serbo ha appena raggiunto Rafael Nadal in testa alla classifica dei più vincenti di sempre nei Masters 1000, toccando quota 27. ‘Nole’ si presenta a Miami dopo aver raggiunto almeno la finale in tutti gli ultimi dieci tornei di categoria ai quali ha preso parte: striscia che va da Parigi-Bercy del 2014 fino a Indian Wells, con la sola esclusione di Madrid 2015 (dove non ha partecipato). Ne ha vinti otto su 10, firmando un record di 50 successi e due sole sconfitte. Nei 20 tornei giocati dall’inizio del 2015 vanta un bilancio di 104-7, con 14 titoli in 18 finali. In questa edizione del torneo punta al record di sei titoli di Andre Agassi, che detiene anche quello di successi consecutivi: tre. Il Kid di Las Vegas vinse dal 2001 al 2003, Novak l’ha già fatto nelle ultime due edizioni.
 
Federer per vincere di nuovo dopo 10 anni
Sembra incredibile, ma sono passati già dieci anni dall’ultimo successo a Miami di Roger Federer. Dopo l’operazione al ginocchio dello scorso 3 febbraio, il campione svizzero torna a mettere piede in campo, regalando un bel colpo di fortuna agli organizzatori, che già avevano pianto la sua assenza delle edizioni 2013 e 2015. Avrebbero dovuto aggiungere anche questa, invece Roger ha cambiato i suoi piani e ci sarà. Prima di farsi male ha raggiunto la finale a Brisbane e la semifinale a Melbourne: significa che non ha ancora vinto un titolo a fine marzo, e dal 2002 in avanti (ovvero da quando è entrato nel giro grosso) è solamente il quarto anno in cui succede. In precedenza gli era capitato nel biennio 2008-2009 e nel suo annus horribilis 2013, condizionato dai problemi alla schiena. Federer a Miami ha un bilancio di 44 vittorie e 13 sconfitte, in un totale di 15 apparizioni. Significa che è arrivato al successo due volte, precisamente nel 2005 e nel 2006. Ha debuttato sul cemento di Crandon Park nel 1999, arrendendosi al primo turno a Kenneth Carlsen. L’anno successivo la prima vittoria, ottenuta contro Justin Gimelstob.
 
Murray per sfruttare il “fattore campo”
Fa un po’ strano definire Miami il torneo di casa di Andy Murray, eppure lo scozzese ha un’abitazione proprio nella famosa città della Florida, dove talvolta si è allenato anche nel periodo invernale (specialmente sotto la guida di Lendl). Il Miami Open 2016 sarà il suo primo torneo con al seguito la figlioletta Sophia Olivia, nata a inizio febbraio, portata da mamma Kim proprio alla luce della possibilità di stare in casa. Chissà che la sua presenza non possa rappresentare un beneficio per Andy, in cerca di riscatto dopo il brutto torneo a Indian Wells. A Key Biscayne il tennista di Dunblane ha un bilancio di 27-8, impreziosito da due titoli (2009 e 2013) e altrettante finali, perse contro Djokovic. “Credo – ha detto alla vigilia – sia la prima volta negli ultimi dieci anni che manco da Miami da dodici mesi, esattamente da quando è finita l’ultima edizione del torneo. Sono felice di essere tornato e di vedere la mia famiglia. Penso di poter fare un buon torneo, un paio di settimane fa in Coppa Davis mi sono sentito molto bene”.
 
Nadal per il primo titolo a Miami
Fino all’altro ieri Rafael Nadal era il leader di titoli nei Masters 1000, ma nonostante ciò non ha mai vinto a Miami. Quello di Crandon Park è il torneo che l’ha visto arrivare più volte in finale senza sollevare la coppa, ben quattro: 2005, 2008, 2010 e 2014. I progressi mostrati a Indian Wells lasciano ben sperare i suoi tifosi, ancora scossi dalle sconfitte con Thiem e Cuevas nella Gira Sudamericana. “In California è andata bene – ha detto ‘Rafa’ a margine del match d’esibizione vinto 6-4 6-4 contro Estrella a Porto Rico – perché ho giocato ad alti livelli per tutto il torneo, battendo avversari complicati. Ora arriva Miami e sono pronto a continuare sulla stessa linea". Nel suo spicchio di tabellone c’è Milos Raonic, ma vista la situazione del canadese potrebbe anche essere una buona notizia.
 
Tutti gli altri per interrompere un dominio infinito
Secondo la statistica, il dominio dei Fab Four nei Masters 1000 è ancora più intenso rispetto a quello dei tornei del Grande Slam. Nei Major ci sono stati i successi di Del Potro e Cilic, mentre fra i tennisti in attività il più giovane a vincere uno dei vecchi "Super 9" è proprio il numero uno del mondo Novak Djokovic, che ormai va per i 29 anni. Per farla breve, dall’edizione 2010 del Masters 1000 di Monte-Carlo, in 49 dei successivi 53 Masters 1000 è stato uno fra Djokovic, Murray, Federer e Nadal ad alzare la Coppa. Il serbo ne ha vinti 22, lo spagnolo 12, lo svizzero 8, lo scozzese 7. L’ultimo non di loro a vincere a Miami è stato Andy Roddick, a segno nel 2010, mentre in quasi sei anni gli unici in grado di inserirsi nel dominio sono stati Soderling (Bercy 2010), Ferrer (Bercy 2012), Wawrinka (Monte Carlo) e Tsonga (Toronto). E non è un caso che i primi due abbiano vinto a Bercy, probabilmente il ‘1000’ meno ambito dai giocatori. Proprio a Parigi, infatti, anche l’ultima finale senza nessuno di magnifici quattro: quella dell’edizione 2012 fra Ferrer e Janowicz.