LE PAROLE DEI FINALISTI – Tutta la felicità di Novak Djokovic per il suo decimo Slam (“a 28 anni in un clan di leggende, e non è finita qui”), e tutta l’amarezza di Roger Federer per aver perso un’altra finale. “Ma la mia è comunque una grande stagione”.Da una parte Novak Djokovic, rilassato e felice accanto al suo trofeo. Dall’altra Roger Federer, naturalmente amareggiato per una nuova sconfitta in finale, ma troppo intelligente per non cogliere i lati positivi della sua splendida stagione. Abbiamo raccolto le dichiarazioni più importanti delle loro conferenze stampa post-finale.
 
NOVAK DJOKOVIC
 
"Quando cerchi un’ispirazione, delle motivazioni, questi sono i tornei che sogni di vincere. Questa notte me la ricorderò per tanto tempo. Rivivere di nuovo dei momenti così dopo il 2011 è incredibile, come battere un grande rivale come Roger, leader nella classifica dei tornei dello Slam. Sono cose speciali".
 
"È stata una stagione incredibile, sono fortunato ad aver raccolto così tanti successi. Il 2015 non è finito, ma gli Slam sì e ne ho vinti tre su quattro. Più di quanto immaginassi. Ovviamente ho sempre grandi aspettative, ma essere qui seduto a riflettere sul mio anno, con tre titoli in tasca, è comunque qualcosa di incredibile. Sono molto soddisfatto e fiero di ciò che ho fatto".
 
"Roger ha giocato un grande tennis per tutto l’anno, sempre in crescendo col passare dei mesi. Ora ha aggiunto anche un nuovo colpo al suo tennis, e ogni volta ti obbliga a dare il massimo per batterlo. Sapevo che avrebbe provato a essere aggressivo, per distruggere il mio ritmo con tanta varietà: slice, chip&charge, discese a rete, serve&volley. Quello che fa fatto. Ci siamo spinti ai nostri limiti. Ma ero pronto alla battaglia".
 
"Credo sia stato più difficile ripetere i risultati del 2011, rispetto a ottenerli per la prima volta. Anche perché rispetto quattro anni fa sono un giocatore diverso, una persona diversa. Sono un marito e un padre, nella mia vita sono cambiate tante cose. Il mio approccio al tennis è differente. E poi mi sento un giocatore più completo. Più forte fisicamente, con più esperienza e migliore dal punto di vista mentale. L’esperienza in più serve in ogni match che gioco, specialmente in quelli così importanti".
 
"Vincere il terzo set in quel modo, col break sul 4-4 e l’ultimo game chiuso dopo aver salvato due palle del 5-5, è stata una grande spinta. Da quel momento ho giocato veramente molto bene. Sul 5-2 e servizio nel quarto ho pensato che fosse il momento di chiudere, invece Roger ha mostrato ancora una volta come mai compete a così alti livelli da così tanti anni. Non si è fermato, ha continuato a provare a lottare, a farmi giocare un colpo in più. Sono stato fortunato a trovare un paio di grandi servizi nel momento del bisogno. Stasera il servizio non mi ha aiutato particolarmente, ma nei momenti importanti sono riuscito a farlo funzionare. Ed è la cosa che conta".
 
"Per me non è naturale scendere a rete spesso come fa Roger, ma è una parte del mio gioco sulla quale mi sono concentrato insieme a Boris, che era un grandissimo giocatore di volo. Ci stiamo lavorando per rendere il mio gioco ancora migliore, e ci lavoreremo ancora. È sicuramente una parte del mio tennis che può migliorare. Comunque rimango un giocatore da fondo campo. Solo che tante volte mi costruisco delle occasioni e non vado a prendermi i punti a rete. Devo imparare a farlo più spesso. Non sarò mai come Roger, che gioca più vicino alla riga, attacca molto velocemente e non lascia tempo agli avversari. Ma sono felice di come stasera il mio tennis ha funzionato anche a rete".

 
"Prima di stasera, a New York avevo vinto appena una finale su cinque. Credo che ne potessi vincere due in più, nel 2012 contro Nadal e nel 2013 contro Murray, ma sono grandi giocatori, quegli incontri si decisero in un paio di punti. Proprio come è successo stasera a mio favore. Lo sappiamo benissimo, succede spesso. Nelle finali dei tornei del Grande Slam non c’è mai un vero favorito, specialmente quando si affrontano due dei più grandi rivali. Non saprei spiegare perché qui ho vinto meno finali rispetto a Melbourne o Wimbledon, ma sono felice che questa tradizione delle sconfitte sia finalmente terminata (ride, ndr)".
 
"Ora nella classifica all-time dei vincitori Slam ho finalmente due cifre. È un grande onore far parte di un’èlite di giocatori così importante, delle leggende del nostro sport.  E poi ho 28 anni, ho davanti ancora una carriera lunga e una vita intera. Far già parte di questo clan è qualcosa di speciale. Mi sono sempre preso cura del mio colpo, la mia mente ha sempre avuto un approccio olistico alla vita, e credo che queste siano le ragioni che mi hanno portato dove sono adesso. Spero mi garantiscano longevità e mi permettano di avere in futuro tante altre opportunità per alzare al cielo trofei come quello di oggi. Gioco a tennis per questo, perché mi piace, perché ho passione, e poi per combattere per i grandi titoli".
 
ROGER FEDERER
 
"Avere giocato un grande tennis negli ultimi mesi è sicuramente un motivo di consolazione, come tutto l’affetto ricevuto dal pubblico. Non lo considero una cosa normale, l’ho sempre detto. Con un calore così sembra sempre che io stiamo vincendo, mi aiuta a dare il massimo, ed è uno dei motivi per i quali gioco ancora a tennis. Sono momenti positivi. Ovviamente però sono molto dispiaciuto. Ho avuto delle chance, non sarei dovuto finire sotto nel punteggio come è successo. Ma sulle occasioni in mio favore Novak è stato bravo a difendersi".
 
"La differenza l’hanno fatta il terzo e il quarto set. Se devo essere onesto non ho notato una particolare crescita nel rendimento di Novak, ho avuto un sacco di chance e tante le ho fallite. Non mi ha regalato molto, ma alcune le avrei potute, o dovute, giocare meglio. Mi dispiace di aver mancato il 5-5 nel quarto set, a quel punto chi può dire cosa sarebbe successo? Non sarei dovuto finire sotto di due set e 5-2 al quarto. Mi sentivo bene, penso di aver giocato nel modo giusto. Forse non sono stato aggressivo allo stesso modo per l’intero incontro, e forse è il motivo per cui ho mancato alcune palle-break. Chi lo sa?".
 
"Penso che Novak stia giocando benissimo. La sua stagione è splendida, come il 2011. È molto costante, pochi giocatori riescono a farci partita pari. Il suo tennis è perfetto per il cemento, ma è anche un grande giocatore sulla terra, perché si muove benissimo, così come sull’erba. È veramente impressionante, sta avendo una carriera incredibile. Credo che lo sappiano tutti, lui per primo. Stasera ce ne ha dato un altro esempio. Credo possa chiaramente vincere tanti altri tornei del Grande Slam. Dipenderà anche dalla salute e dalla fame di vittorie, ma sono certo che quello odierno non sarà il suo ultimo titolo Major".
 
"Quando perdi impari di più dalle partite, perché le analizzi meglio. Non sempre, a volte te ne vai e vuoi solo dimenticare il match, ma spesso. E specialmente nei tornei del Grande Slam, al meglio dei cinque set, non puoi sempre giocare la palla perfetta. Sai già che dovrai battagliare. E questo è il motivo per cui impari di più del tuo tennis, del tuo modo di stare in campo, del tuo fisico. Credo questo sia stato il match più lungo della mia stagione, è stato interessante per me vedere come ho saputo reggerlo. Sono felice perché fisicamente non ho avuto difficoltà, e perché sto tenendo lo stesso livello da un periodo di tempo molo lungo, nonostante degli incontri complicati. Il lavoro funziona".
 
"Nonostante la sconfitta, la mia rimane una grande stagione. Sto giocando un ottimo tennis, sono contento del mio livello. Riesco a essere solido, e posso battere regolarmente i migliori giocatori. A Cincinnati ho battuto il numero 1 e il numero 2, penso non mi fosse mai successo. Ma allo stesso tempo c’è un po’ di rammarico, non ho vinto i miei tornei, quelli che speravo. Ne ho vinti altri, e sono felice per quelli. Solitamente ho dei grandi finali di stagione, spero sia così anche quest’anno".