Pioggia, freddo, un campo che è più pantano che terra rossa. E un centrale semi deserto, al cospetto di un clima autunnale. Per Nole Djokovic non cambia nulla, o quasi. Le premesse del match contro Tomas Berdych, di certo, non lasciano molto spazio alla fantasia. I due giocatori si sono incontrati venticinque volte prima di oggi, con ventitré successi per il serbo. Non può essere quindi un ostacolo il giocatore ceco, men che meno adesso, con l’agognato titolo al Roland Garros sempre più vicino. Non ci sono premesse per una sorpresa, si spera almeno in qualche lampo, se non dal cielo, almeno sul campo. Nulla di tutto questo. Inizia l’incontro e l’equilibrio dura giusto la parentesi di sei giochi. Nole s’è riscaldato abbastanza e decide finalmente di cominciare ad aggredire il malcapitato Tomas al servizio. Il settimo game è emblematico. Un break strappato con rabbia e autorità, come a voler mettere in chiaro chi comanda. Berdych non ha né la forza né la capacità di recuperare il maltolto e finisce con il perdere il set per 6-3, facendosi togliere il servizio anche su 5 a 3. Tre game di fila, che diventano sei con l’inizio del secondo set. Nole si trova 3 a 0 e per il ceco, cui sguardo assente e sconsolato assieme, si prospetta una veloce agonia. L’unico pericolo per Nole, è la distrazione. La fretta di voler concludere e di ritornare alla temperatura più mite della camera d’albergo.
NOLE PRONTO AL TOUR DE FORCE
Ed è proprio la fretta ad consigliare malissimo il serbo, sul 4 a 2. Un game che sembra una formalità si trasforma in autolesionismo: si ritrova 0-40 e poi con un errore pacchiano di dritto consegna il controbreak al ceco, che si vede riesumato, almeno in questo secondo set. Per Berdych, ora, è importante trascinare il numero uno al mondo almeno al tiebreak. Dove c’è più margine per l’incertezza. Ma il gioco perso a zero sul 5 a 6 è il sunto di una carriera, per Tomas. E la nota a margine del perché è riuscito a vincere due partite su venticinque contro Nole. Il serbo ci prova pure, a rendere l’incontro più vivace. A svegliare i pochi presenti sugli spalti. E concede il servizio d’apertura del terzo set. Nulla da fare, break subito recuperato e partita che procede senza più alcun sussulto. Si aprono gli ombrelli, si interrompe per qualche minuto l’incontro, sul 3 pari. Poi si ricomincia e il serbo, che non ha certo voglia di prendere l’influenza e prolungare un match finito, piazza tre game a fila e si porta in semifinale. La trentesima in uno Slam e l’ottava a Parigi. Il prossimo avversario si chiama Dominic Thiem. Un Thiem entusiasta, che nella peggiore delle ipotesi finirà questo torneo da numero 7 al mondo. Sarà un match con ben altre problematiche rispetto a quello di oggi, contro un avversario spento e impalpabile. Che sta pian piano scivolando fuori dalla top ten. C’è anche il tempo per dimostrasi gentleman, per Nole. “Non c’è nemmeno il tempo per pensare, vista la programmazione degli incontri. Non c’è problema a giocare domani la semifinale e domenica la finale. Anche perché poi le donne sarebbero costrette a giocare ogni giorno”. Non c’è problema, appunto. Soprattutto dopo un quarto di finale senza l’ombra di una difficoltà.
Novak Djokovic (SRB) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 7-5 6-3
Dominic Thiem (AUT) b. David Goffin (BEL) 4-6 7-6 6-4 6-1