Novak Djokovic in una lunga e divertente intervista a Frank Ramella dell’Equipe ha raccontato di come si è travestito prima di fare un discorso al team Europe, ha parlato del suo amore per lo sport e della sua ammirazione per Sampras, Tomba e Jordan

In una bella intervista concessa a Frank Ramella, storico inviato de L’Equipe, Novak Djokovic ha raccontato i retroscena della sua apparizione alla Ryder Cup di Roma. Dove non è sceso in campo solo per una pro-Am alla vigilia, ma ha tenuto un discorso motivazionale alla squadra europea. «Luke (Donald, il capitano del team Europe, ndr) Mi ha chiesto se volevo venire a Roma per tenere un discorso motivazionale alla sua squadra il giorno prima della gara», ha raccontato il numero 1 del mondo al quotidiano sportivo francese. «Ero entusiasta! Durante l’Us Open, il mio agente mi disse che Luke avrebbe voluto che partecipassi anche all’All-Star match. Non giocavo da anni, non sapevo se sarei stato in grado di esibirmi davanti alla gente. So come gestire la pressione, ma il golf è diverso. Avevo paura che la mia palla colpisse qualcuno, così ho preso tre o quattro lezioni di golf, in Serbia».

Poi la sorpresa: «Ai giornalisti ho risposto che sarei venuto lì solo per giocare. Abbiamo deciso di cambiare i piani e abbiamo scelto di farlo in modo originale e divertente. Con Luke abbiamo immaginato la mia entrata in scena, abbiamo iniziato con un travestimento. Mi ci è voluta un’ora per prepararmi: sei-sette persone, truccatori, un parrucchiere, uno stilista. Mi sono vestito come la persona che porta il room service, mi hanno messo dei cuscini sulla pancia per farmi sembrare grasso, e sono entrato nella sala della squadra così, spingendo il carrello, pronto a servire lo champagne».

Ma il Djoker si è rivelato un cameriere non troppo abile. O forse un comico nato: «Quando ho stappato la prima bottiglia il tappo mi ha colpito l’occhio ed è rimbalzato sul soffitto. Nessuno mi ha riconosciuto. Un membro del team mi ha chiesto se tutto andava bene, e ho risposto in italiano. Ho aiutato a servire i suoi compagni e uno di loro mi ha guardato in modo un po’ strano, poi Rory (McIlroy, ndr) mi ha definitivamente smascherato. Ha detto: ‘Posso avere una coppa anch’io?’. Allora sono tornato sui miei passi, ho preso la racchetta che avevo portato con me e ho iniziato a giocare delle volée contro il muro. Tutti hanno applaudito, è stata una bella sorpresa! Luke è arrivato, mi ha chiesto della forza mentale, della gestione della pressione mentale, della motivazione, di come restare nel presente, i denominatori comuni di tutti gli sport».

Nole ha poi parlato della sua amicizia con Kobe, e del gruppo di atleti che possono essere considerati i più grandi in assoluto, da Michael Schumacher a Tiger Woods: «E’ bello che ci siano tanti campioni in lizza, quando se ne parla c’è sempre qualcuno che chiede: e Kobe? e Serena? Io ha fatto la storia del mio sport con i miei record. Sta agli altri vedere se se è sufficiente o meno. È molto soggettivo. Ma sono onorato di appartenere a questo gruppo».

Gli Idoli d’Infanzia di Nole sono stati tre: Pete Sampras, Michael Jordan e Alberto Tomba. E anche l’aneddoto che riguarda il suo tempo passato con lo sciatore italiano è molto divertente: «Il fantastico Bomba! L’ho incontrato per la prima volta in Serbia, circa quindici anni fa. Era una cena molto affollata. Ero seduto accanto a lui, supercontento. Lui faceva davvero il diavolo a quattro! Volevo imparare qualche trucco tecnico, ma lui diceva: ‘No, lo sci no, parliamo delle feste, parliamo dalla vita!’ Abbiamo deciso che un giorno scieremo insieme. Spero che quel giorno arrivi. Ho giocato a tennis con Pete Sampras, ora devo sciare con Tomba e giocare a basket con Jordan. Allora potrò davvero andare in pensione…».

Un innamorato dello sport, il Djoker. E quest’anno a Parigi ci sono le Olimpiadi: «Amo l’atletica, la ginnastica e il nuoto. Mi piacerebbe vedere la pallavolo, la pallanuoto e la pallamano. È difficile scegliere una sola disciplina perché vorrei vedere tutto.Sono un grande appassionato di basket e amo lo sport! Mi piacciono gli sportivi, i calciatori, il modo che hanno di celebrare: chissà che a Melbourne non vediate qualche novità ispirata da qualcuno di loro…».