MONTE CARLO – L’attesa semifinale con Nadal finisce nelle mani del numero uno del mondo, a segno per 6-3 6-3. ‘Rafa’ parte meglio, poi cede alla distanza. Ma è in crescita. Tra ‘Nole’ e un nuovo titolo c’è Berdych.Stavolta c’era da aspettarselo. L’avevano previsto i bookmakers, fissando la quota di Nadal oltre il 2.5, e l’ha confermato la seconda semifinale del Masters 1000 di Monte Carlo. Al momento, anche sulla terra il più forte del mondo è Novak Djokovic, che ha legittimato la sua leadership con il 6-3 6-3 che gli ha aperto le porte della finale nel Principato, la quarta stagionale, tutte nei tornei più importanti. Ha dominato in Australia, ha dominato in America e sta dominando anche in Europa, gettando le basi per il vero obiettivo della stagione, chiamato Coppa dei Moschettieri. La vittoria su Nadal è forse il test più attendibile in vista del Roland Garros, e il serbo l’ha superato a pieni voti, di fronte a un rivale decisamente più in palla dei giorni scorsi. La forma migliore è ancora lontana, ma il maiorchino sta crescendo match dopo match, oggi ha giocato il migliore da un po’ di tempo a questa parte, e solo a Parigi si presenterà probabilmente al 100%. Nel frattempo tocca raccogliere quel che viene, accontentandosi di una semifinale dalla quale esce con un pizzico di fiducia in più rispetto agli impegni precedenti. Oggi ha retto bene il confronto, nei limiti del possibile di fronte a un giocatore che quest’anno – almeno nei tornei che contano per davvero – sembra non conoscere sconfitta. E fa niente se fra i venti KO (in 43 confronti diretti) questo è fra i più severi in termini di punteggio. Viste le premesse, poteva anche andare molto peggio. Dopotutto, le statistiche dicono che Djokovic ha fatto meglio ogni cosa: più vincenti di diritto, più vincenti di rovescio, meno errori e migliori percentuali al servizio, eppure in entrambi i set c’è stato grande equilibrio per lunghi tratti, forse più del previsto.
NOLE ALLUNGA SEMPRE SUL 3-3
Ad aiutare Nadal ci ha pensato una partenza che più incoraggiante non si poteva: break in apertura e 2-0 immediato, a mettere subito qualche dubbio nella testa del rivale. Poi Djokovic ha registrato i colpi ed è tornato sotto, ma la differenza è stata forse minore rispetto a quanto recita lo score finale. Semplicemente, Nadal ha fatto leggermente più fatica a tenere il (buon) ritmo imposto dal rivale nelle fasi calde, finendo per cedere gli ultimi tre giochi di entrambi i set. Ma le sue chance le ha avute eccome, e in un altro momento le avrebbe sfruttate. Nel primo set è stato lui a guadagnarsi la palla per allungare sul 3-3, quando la qualità del match si è impennata, con un game da oltre 10 minuti. ‘Rafa’ ha attaccato in ogni modo, ma Djokovic l’ha sempre ricacciato indietro, giocando con i piedi ben piantati sulla linea e usando spesso la variazione smorzata-pallonetto, una delle chiavi del successo. Scampato il pericolo, ha punito gli sforzi di Nadal nel gioco seguente, alzando l’asticella fino al 6-3. E nel secondo set, dopo aver mancato due chance di break in apertura, è andato a togliergli il servizio nel suo momento più felice. 3-3, 40-0 Nadal dopo un paio di punti veramente ben giocati, il game pare ormai fatto. Invece no. È bastato un doppio fallo sul 40-15 per rimettere tutto in discussione. Djokovic si è avventato sul rivale come un falco in attesa della preda, e nemmeno un punto alla Nadal dei tempi d’oro è bastato per fargli cambiare idea. Si è preso il break alla seconda chance, l’ha confermato senza esitazioni e poi ha chiuso in fretta e furia, stampando una bordata col rovescio sul secondo match-point, prima di esultare come se avesse vinto il torneo. Invece gli manca ancora l’ultimo match con Tomas Berdych, ma dopo aver conquistato la vera finale il titolo pare già nelle sue mani.
MASTERS 1000 MONTECARLO – Semifinale
Novak Djokovic (SRB) b. Rafael Nadal (ESP) 6-3 6-3
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