Tanta fatica per il serbo, al primo match dopo il matrimonio. Gael Monfils offre grande spettacolo e arriva a due punti dalla vittoria. Ma Nole si salva e adesso sfida Tsonga.

Di Riccardo Bisti – 7 agosto 2014



Abbiamo scritto più volte che Francesca Schiavone è la giocatrice più imprevedibile del tour. Per anni, nel bene e nel male, ci ha saputo sorprendere. Oggi, il testimone è stato preso da Gael Monfils. E forse i suoi alti e bassi sono ancora più clamorosi di quelli della milanese. Per infilare la decima vittoria di fila contro il francese, Novak Djokovic ha dovuto sudare le proverbiali sette camice. E si è trovato a due punti dalla sconfitta. E' stato uno dei match più spettacolari dell'anno, soprattutto grazie a Gael, autore di punti eccezionali che hanno immediatamente spinto l'ATP a pubblicare un video con i cinque colpi più spettacolari. Il francese ha tenuto Djokovic in campo per due ore e quarantuno minuti e forse avrebbe meritato di vincere. E sarebbe stato merito suo, ancor più che demerito di Djokovic. Fermo da un mese, dalla vittoria a Wimbledon, il serbo è partito forte ma poi si è complicato la vita prima di imporsi con il punteggio di 6-2 6-7 7-6. Sembrava il classico match di routine, anche perchè Monfils non trova il modo per battere Djokovic da ben dieci anni. Le statistiche ufficiali dicono che gli scontri diretti sono 10-0 per il serbo, ma in realtà Gael lo aveva battuto nell'aprile 2004 al future di Bergamo, nei quarti di finale, prima di perdere il match clou contro Lukas Dlouhy.

42 DISCESE A RETE
Altri tempi, altre situazioni. Però ha creduto di farcela quando Djokovic ha commesso un inusuale doppio fallo sul 4-3 nel tie-break del secondo, e soprattutto quando ha preso un break di vantaggio nel terzo (3-1 per lui). Ma l'orgoglio del campione, neo-sposo con la sua Jelena Ristic, gli ha permesso di restare a galla in un torneo già vinto in tre occasioni (2007, 2011 e 2012). Non voleva deludere Marian Vajda (c'era lui in panchina, come previsto nel programma di inizio stagione) e nemmeno se stesso, poichè va a caccia del 20esimo Masters 1000 in carriera. E' lui, ancor più di Roger Federer, l'inseguitore più pericoloso per i 27 titoli di Rafa Nadal. Sembra che i dettami di Boris Becker, eseguiti a Wimbledon con alterne fortune, siano ancora in voga. Il serbo è sceso a rete 42 volte, portando a casa 33 punti. E in alcune situazioni ha giocato ottime volèe. Chissà, magari il doppio con Wawrinka gli sta dando una mano. "E' stata una partita divertente, è stato bello farne parte – ha detto il serbo – mi prendo tutte le cose positive: stare in campo così a lungo è stato buono per riprendere confidenza col cemento, dove non giocavo da marzo"

ALTRO TEST DI FRANCESE
Negli ottavi se la vedrà con un altro francese, Jo Wilfried Tsonga, capace di batterlo cinque volte ma che ultimamente sta subendo parecchie batoste. Da parte sua, Jo ha vinto il derby contro Jeremy Chardy. "Il mio prossimo avversario ha un gioco simile a quello di Monfils – dice Djokovic – non mi sento stanco, non ho giocato tornei per quattro settimane e non vedo l'ora di competere". Frasi che suonano minacciose per Jo, battuto piuttosto nettamente sia a Parigi che a Wimbledon. Risalito al numero 1 ATP, Djokovic è il favorito del torneo e dell'intera stagione sul cemento americano, sia in virtù del passato che dell'assenza di Rafa Nadal nei primi due tornei. Il resto della giornata, oltre alle eliminazioni di Fabio Fognini e Andreas Seppi, ha fatto registrare le laboriose vittorie di Marin Cilic e David Ferrer. Lo spagnolo ha regalato un set all'americano Michael Russell ma poi ha dominato alla distanza, mentre Cilic ha dovuto lottare fino al tie-break del terzo per battere Malek Jaziri. Contro Roger Federer avrà certamente bisogno di qualcosa di più.