Clamorosa sconfitta del numero 1 ATP, battuto da Sam Querrey al terzo turno di Wimbledon. Una prestazione disastrosa, pessima sul piano tecnico. In un match falcidiato da interruzioni per pioggia, ha commesso un mucchio di errori. La grande gioia di Querrey, che tre anni fa fu lasciato dalla fidanzata a due passi dall’altare.

Prima o poi doveva succedere, ma nessuno pensava che sarebbe accaduto oggi. E in questo modo. Novak Djokovic perde con Sam Querrey e dice addio a tutti i propositi di Grande Slam, Golden Slam, Platinum Slam. E’ bastato un match giocato male (anzi, malissimo) per rispedirlo a casa e cancellare una serie di velleità, compresi vari record che Nole stava portando avanti. Si pensava che la sua striscia di quarti consecutivi in uno Slam potesse insidiare il record di Roger Federer (36), invece Nole si è incagliato a 28 e bye bye sogni di leggenda. Nell’assistere a questo match, durato due giorni e sospeso mille volte per pioggia, sono tornate alla mente le parole di Marian Vajda dopo il Roland Garros. “State attenti: questo sarà uno degli ultimi grandi successi di Novak”. Pochi gli avevano dato retta, in preda all’esaltazione e a una sfida contro la storia che prendeva forma giorno dopo giorno. Il 7-6 6-1 3-6 7-6 che lo ha condannato non va letto soltanto con la grande prestazione al servizio dell’americano (che è stata importante, ci mancherebbe), ma con il pessimo rendimento di Djokovic laddove di solito è imbattibile: l’intensità nello scambio, la capacità di giocare vicino alle righe, di non sbagliare mai. Ha commesso un mucchio di errori di misura, non aveva il giusto feeling con la palla. Non era fisicamente al 100%, ma non ha cercato scuse. Trovandosi in difficoltà nel suo territorio, ha cercato qualche soluzione alternativa, ma non ha funzionato nulla. Abbiamo capito che avrebbe perso quando è andato a servire sul 5-4 nel quarto. Nel game precedente aveva finalmente strappato il servizio a Querrey (dopo aver subito un cannoneggiamento nelle precedenti palle break). Il Djokovic di sempre avrebbe tenuto il servizio con agio, invece si è trovato 15-40 con alcuni errori banali. Sul 30-40 si è presentato a rete e ha giocato una volèe oscena, indegna del numero 1 ATP. La palla gli è rimasta sul piatto corde.

Sul 6-5 Querrey ha ripreso a piovere. Mentre usciva dal campo, Nole ha fatto ampi gesti verso il suo clan. Chiedeva aiuto, suggerimenti, qualche idea magica. Niente da fare. Al rientro in campo, con qualche raggio di sole concesso dal cielo pazzerello di Londra, si è rifugiato nel tie-break ed era partito bene, sfruttando un paio di brutti errori di Querrey (clamoroso uno smash a rimbalzo sparato fuori). Insomma, non si può dire che l’avversario lo abbia stordito. Ma nel momento decisivo ha sbagliato la misura di troppi colpi. Gli ultimi tre punti dell’americano sono arrivati con altrettanti errori e questo dice tutto. Salto in alto, per Sam, urlo verso il suo angolo, dove c’era coach Craig Boynton, protagonista di una giornata da sogno. Una vittoria che ricorderà per una vita, ma che difficilmente gli cambierà la carriera. Anzi, negli ottavi rischia qualcosa contro Nicolas Mahut. Però oggi è il suo momento di gloria, e chissà cosa penserà Emily MePherson, sua storica ex fidanzata. Circa quattro anni fa, Sam le chiese di sposarlo dal balcone della loro casa in California. Cena al lume di candela, vista mozzafiato, e lei disse sì. Qualche mese dopo, non così distante dall’altare, lo ha piantato in asso. Per lui è stata dura, anche sul campo. Ex top-20, sembrava perso per il tennis che conta. Un paio d’anni fa, per tenere una classifica decente, giocò alcuni challenger negli Stati Uniti. Adesso è la stella di Wimbledon e a godersi con lui questi momenti c’è la nuova fidanzata, la modella Abby Dixon. Stanno insieme da un anno e avevano “celebrato” l’anniversario con la vittoria al primo turno contro Lukas Rosol, un 12-10 al quinto che avrebbe potuto cambiare la storia di questo Wimbledon. E invece è cambiato tutto.


Djokovic ha accettato la sconfitta nel migliore dei modi, mostrando il pollice a Querrey e fermandosi a firmare qualche autografo all’uscita dal campo. La delusione sarà enorme, ma il numero 1 è intelligente a sufficienza per capire che la sua stagione resta magnifica. Semmai, bisognerà riflettere sulle frasi di Vajda. A 29 anni è prematuro parlare di declino, ma se il suo storico coach è scettico sul futuro, beh, un motivo ci sarà. Una sconfitta così prematura potrebbe convincerlo a giocare i quarti di Davis, a Belgrado contro la Gran Bretagna, in programma tra un paio di settimane. Stava per dare forfait, ma a questo punto potrebbe riconsiderare i suoi piani. Per adesso resta la sensazione per una sconfitta inattesa e clamorosa. Potrebbero approfittarne in tanti, a partire dai giocatori nella parte alta del tabellone. C’è Federer, c’è Milos Raonic che avrebbe dovuto affrontarlo nei quarti. Ci sarebbe anche Kei Nishikori…insomma, Wimbledon è più aperto che mai. Wimbledon senza il Re.

WIMBLEDON UOMINI – Terzo Turno
Sam Querrey (USA) b. Novak Djokovic (SRB) 7-6 6-1 3-6 7-6

Djokovic: “Non ero al 100%, ma non è il momento di parlarne. Complimenti a lui”