In conferenza stampa, un Djokovic affranto non si sottrae alle responsabilità e si complimenta con Sinner

MALAGA – Chissà come si dice in serbo “sentirsi sotto un treno”. Non abbiamo visto lacrime, come nella scioccante conferenza stampa di quattro anni fa a Madrid, dopo la sconfitta, sempre in semifinale, con la Russia, a capo di un doppio nel quale Troicki, l’attuale capitano, riuscì a sbagliare tutti i punti decisivi. Però oggi i volti lividi di Djokovic, Troicki e Kecmanovic, in fin dei conti il meno colpevole, dimostrano, e non poteva essere altrimenti, che il colpo incassato in quel modo contro gli azzurri è stato fortissimo, e chissà quando potrà essere assorbito.

«Mi sento responsabile di questa sconfitta – ha detto Nole, la faccia di chi vorrebbe essere già sull’aereo di ritorno ma non può esimersi dal parlare, dal cercare qualche spiegazione – quando perdi giocando per il tuo Paese è tutto molto più amaro. Sono arrivato vicinissimo alla vittoria che ci avrebbe portato in finale ma questo è lo sport. Giusto applaudire gli azzurri, la finale è un premio meritato, e complimenti sinceri a Sinner, in due partite ha sbagliato davvero poco. Speravo che in doppio concedesse qualcosa, ma non è successo». Gli chiedono dei tre match point persi, tanto per gettare sale sulla ferita, e il numero uno del mondo non si sottrae. «A questi livelli, va tutto molto veloce. Ho sbagliato probabilmente sullo 0-40, era uno scambio non troppo duro, e non dovevo mandare fuori quello slice di rovescio. Poi forse poco dopo potevo passare meglio, quando Jannik è sceso sotto rete, per il resto lui ha servito molto bene. Anche prima, nel set, avevo avuto qualche chance di brekkarlo, ma Sinner non me lo ha concesso. La stessa cosa è successa in doppio, ancora da 0-40. Il servizio è uno dei suoi colpi migliori, è molto difficile leggere dove indirizzerà il colpo».

Una stagione finita senza il botto, in un 2023 comunque trionfale e, immaginiamo, molto stancante per Djokovic. «Non ne voglio parlare, sembrerebbe voler trovare una scusa, e non è giusto. Sono arrivato qui per dare un contributo di vittorie alla mia Serbia, ma oggi non ci sono riuscito. Questa sconfitta è molto dura da digerire, ma dovrò trovare dentro di me le forze per rialzarmi».