da Londra, Giorgio Spalluto
“A couple of good days in the office”. E’ stato Novak Djokovic stesso a sintetizzare, col suo solito fare sbarazzino, l’incredibile doppietta messa a segno nel giro di due giorni. Prima la leadership in classifica, poi la vittoria nel torneo dei sogni che, per la prima volta dal 2002, incorona un giocatore che non si chiami Federer e Nadal. Lo spagnolo è uscito con le ossa rotte, sconfitto per 6-4 6-1 1-6 6-3 dopo due ore e 28 minuti, da colui che appena due giorni fa lo aveva scavalcato nel ranking.
Una vittoria senza se e senza ma che ha certificato la netta superiorità del tennista slavo in questo 2011. Per qualcuno non bastavano le vittorie di Indian Wells, Miami, Madrid e Roma a giustificare il primato appena conquistato. Ci voleva un sigillo “reale” per attestare un cambio della guardia ormai evidente già da qualche mese. Nadal ha provato in tutti i modi a mettere in difficoltà un avversario che, così come sul cemento americano e sulla terra europea, ha dimostrato di possedere una risposta a tutte le soluzioni proposte dal neo numero 1.
L’unico appunto che può essere mosso al maiorchino riguarda il modo in cui ha ceduto il break nel decimo gioco del primo parziale. Dopo aver messo in campo uno spaventoso 90% nei primi 4 turni di battuta, Rafa concede, sul 4-5, la prima palla break (equivalente a un setpoint) al termine di un game in cui era in vantaggio per 30-0.
Il dritto lungolinea in corridoio, oltre a concedere la prima frazione all’avversario, conferma quella che può essere definita una sorta di sudditanza psicologica del manacorino nei confronti del belgradese, oggi sostenuto sugli spalti dal Presidente serbo, Boris Tadic. Per il quinto set consecutivo (dopo i due di Madrid e Roma) Nadal non riesce a tenere la battuta quando è chiamato a servire per il set. E’ il quarto 6-4 di fila che subisce consecutivamente.
Lo show di Djokovic prosegue anche in apertura di secondo parziale. Con uno spettacolare passante di rovescio in contropiede, successivo a una smorzata di Nadal, Djokovic strappa per la seconda volta consecutiva il servizio a Nadal. Il serbo è un fiume in piena. Serve con una percentuale di prime superiore all’80%, dominando lo spagnolo che sembra incapace di reagire. Anzi, nel sesto game perde ancora una volta il servizio per il secondo break del set che prelude al 6-1 finale. E’ l’ottavo parziale ceduto consecutivamente da Nadal al serbo che subisce l’unico passaggio a vuoto nel terzo set.
Nel secondo gioco Rafa conquista la prima palla break dell’incontro strappando il servizio all’avversario che fino a quel momento aveva ceduto solamente 10 punti in 9 turni di battuta. E’ un doppio fallo a completare il disastro di Nole che cede nuovamente il servizio nel sesto gioco, consentendo a Nadal di accorciare le distanze (6-1).
L’epilogo, però, è solo rimandato al quarto set: Djokovic annulla una palla break in apertura di quarto set con uno smash, sedando sul nascere le velleità di rimonta di Nadal che con un dritto in rete cede il servizio nel game successivo(2-0) . Il serbo subisce immediatamente il contro break nel terzo gioco con un nastro molto fortunoso dello spagnolo in risposta. Il break decisivo giunge nell’ottavo game, su un rovescio lungo del tennista iberico al termine di uno scambio durissimo. Nole questa volta non si distrae, mette dentro 5 prime su 6, non lasciando scampo a Nadal che per la prima volta negli slam deve lasciare strada al serbo.
In tutti e 5 i precedenti disputati negli slam (su 27 complessivi) Rafa aveva sempre sconfitto Djokovic, concedendogli la miseria di due set. La presunta superiorità sulla lunga distanza di Nadal viene così intaccata dal tennista slavo, dimostratosi superiore al suo avversario in ogni settore del campo, al servizio, in risposta, sulla diagonale favorita dallo spagnolo (quella di sinistra).
Per Djokovic è la 48ª vittoria della stagione su 49 match disputati. Per Rafa la terza sconfitta in una finale slam (tutte patite a Wimbledon) sulle 13 disputate. Da lunedì Nole avrà 13285 punti Atp, Rafa 11270. Un vantaggio di oltre 2000 punti praticamente impossibile da recuperare per lo spagnolo da qui a fine anno, considerando anche la pesante cambiale in scadenza nei prossimi US Open. Non è tanto la classifica a preoccupare Rafa, quanto la quinta sconfitta subita dallo stesso giocatore ed il modo in cui è maturata.” Quando sono sotto 5-4, non posso giocare un pessimo gioco da 0-30. Quando sono stato sotto 4-3 nel terzo set, ho giocato un altro terribile game al servizio”. L’uomo imbattibile, che a Wimbledon non conosceva la sconfitta dalla finale di Wimbledon nel 2007, si riscopre immediatamente fragile. Il Re è nudo. Viva il (nuovo) Re.
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