La prima giornata di Serbia-Repubblica Ceca termina 1-1, ma il vero spettacolo è in conferenza stampa. Djokovic attacca ancora la WADA: “Non li chiamerò perchè so molto di più di quel che pensano. E non possono convincermi”. 
Tomas Berdych ha fatto il suo dovere, battendo Lajovic e regalando alla Repubblica Ceca il punto dell'1-1

Di Riccardo Bisti – 16 novembre 2013

 
1-1 e palla al centro. La prima giornata di Serbia-Repubblica Ceca è stata piuttosto moscia, soprattutto dal punto di vista tecnico. Banalità in campo e fuori, non fosse per Novak Djokovic. Il serbo è scatenato sull’argomento doping e ne parla in continuazione. E’ come se la sanzione a Viktor Troicki, impossibilitato a giocare questa finale e addirittura a entrare alla Belgrade Arena, l'abbiano fatta a lui. Dopo il 7-5 6-1 6-4 con cui ha battuto Radek Stepanek e dato alla Serbia il punto dell’1-0, ha risposto a John Fahey, presidente uscente della WADA, che aveva criticato le sue dichiarazioni sul caso Troicki. Fahey ritiene che le affermazioni del serbo fossero dettate da una scarsa informazione sulle attività della WADA. “Se volesse saperne di più, basta che mi chiami e sarò ben lieto di dargli ogni informazione”. Djokovic non ci sta: dopo il successo, ha reiterato la difesa a Troicki e ha detto di non avere alcuna intenzione di chiamare Fahey. “Non lo chiamerò perchè ne so molto di più di quanto lui pensi che io sappia. Per me, quello che è successo a Viktor è una totale ingiustizia. Significa che il sistema non funziona e non possono dire nulla per convincermi”. Djokovic è particolarmente nervoso perchè il CAS di Losanna ha soltanto ridotto e non annullato la sanzione a Troicki. Per quest’ultimo non è stata fatta alcuna eccezione: non ha avuto accesso alla Belgrade Arena. “Ma l’ho visto prima della partita e mi ha augurato il meglio – ha detto Djokovic – sentiamo tutti la sua presenza. Anche se non c’è, è in grado di trasmetterci un’energia molto positiva”.
 
Djokovic ha avuto bisogno di un set per venire a capo dell’enigma Stepanek. Pur consapevole della sua inferiorità, il ceco ha giocato un ottimo primo set. “Probabilmente lo avrebbe vinto contro chiunque, tranne che contro Djokovic” ha detto Vladimir Safarik, al battesimo di fuoco in panchina. “Siamo partiti molto bene entrambi – ha detto Djokovic – abbiamo servito bene, ma la superficie è più lenta rispetto a quelle di Bercy e del Masters. Io ho provato ad essere aggressivo, lui ha variato con abilità il gioco e c’è stato grande equilibrio. Ma dalla fine del primo set mi sono sentito sempre meglio”. Per il serbo è la 23esima vittoria consecutiva, l’11esima di fila in Coppa Davis. Tutto lascia pensare che la serie proseguirà domenica contro Berdych, da lui battuto 14 volte su 16 (12 su 12 sul duro). Nel secondo match, il ceco ha fatto il suo dovere contro Dusan Lajovic. La differenza di cilindrata tra i due era piuttosto ampia, esaltata dal dominio di Berdych con il servizio. “Mi è piaciuto soprattutto con questo fondamentale – ha detto Safarik dopo il 6-3 6-4 6-3 finale – si è trovato in più di un’occasione in svantaggio, 15-30 o 0-30, ma non ha concesso neanche una palla break”. L’unica incertezza riguardava la scarsa conoscenza di Lajovic. Ma Berdych si è comportato da professionista: ha chiesto a coach Tomas Krupa di dargli un’occhiata e di fare un paio di telefonate ai giocatori che l’hanno affrontato nel circuito challenger. “E così mi hanno dato qualche buon consiglio. In effetti, non lo avevo mai visto”. Il giovane serbo ha giocato una partita dignitosa, mostrandosi un buon colpitore ma forse un po’ leggero. “E’ stata un’esperienza importante, sia perchè potrebbe giocare il punto decisivo, sia per il futuro” ha chiosato Bogdan Obradovic.
 
Il doppio sarà decisivo. Per questo, entrambi i capitani sono stati stimolati sulla formazione. La faccenda è più semplice in casa ceca. Safarik non si è sbilanciato, ha parlato di una riunione, ma pare evidente che giocheranno Berdych-Stepanek, quasi imbattuti in Davis (13 vittorie su 14). “Non posso garantire nulla, ma certamente è una delle opzioni”. Se in questo caso si tratta di pre-tattica, qualche dubbio nella testa di Obradovic dovrebbe esserci sul serio: chi affiancherà lo specialista Zimonjic? Il poderoso Bozoljac o la sicurezza Djokovic? Il primo ha giocato due ottimi doppi nelle ultime partite, contribuendo al successo contro i gemelli Bryan. E anche contro la coppia canadese si è deciso tutto al fotofinish. “La cosa buona è che Nole non ha speso granchè nella prima giornata, e in Davis è sempre molto importante – ha chiuso Obradovic – non so, vedremo”. Non sarà una scelta facile: Bozoljac è dotato di un gran servizio e una buona personalità. Naturalmente, Djokovic offre ben altre garanzie, soprattutto in risposta. Ma preservarlo in vista del singolare di domenica può essere un’idea, ma in caso di sconfitta immaginiamo i titoli dei giornali serbi sul mancato schieramento del numero 1 anche in doppio. Volesse lavarsi le mani, Obradovic dovrebbe schierare Nole. L’inserimento di Bozoljac, invece, sarebbe la scelta più coraggiosa. 

COPPA DAVIS 2013 – FINALE
Serbia – Repubblica Ceca 1-1

Novak Djokovic (Srb) b. Radek Stepanek (Cze) 7-5 6-1 6-4
Tomas Berdych (Cze) b. Dusan Lajovic (Srb) 6-3 6-4 6-3