La Coppa Davis sarà pure in crisi, ma da certi dettagli non si direbbe. Dal 27 al 29 novembre tutti gli occhi tennistici saranno su Gent, laddove 13.000 spettatori hanno polverizzato i biglietti in 30 minuti per assistrere alla finale tra Belgio e Gran Bretagna. Per tanti dei protagonisti sarà l'evento più importante in carriera. Praticamente tutti, ad eccezione di Murray (che però ha mostrato in mille modi quanto ci tenga, addirittura ipotizzando di saltare il Masters). Da quando la Gran Bretagna ha messo a cuccia l'Australia in semifinale, è scattato in toto-secondo singolarista. Chi giocherà al fianco di Murray sulla terra belga? James Ward? L'esordiente Kyle Edmund? Il folle Dan Evans? A 20 giorni dalla sfida, forse non lo sa neanche capitan Leon Smith. Tuttavia c'è un altro giocatore che vorrebbe esserci a tutti i costi. Aljaz Bedene ha 26 anni, è nato a Lubiana (in Slovenia) ma da marzo possiede il prezioso passaporto britannico in virtù di una residenza presa tanti anni fa. Numeri alla mano, è il secondo miglior britannico del tour. Ed è il più in forma di tutti (Murray a parte), come ha mostrato a Parigi Bercy. Tuttavia la sua partecipazione è ancora ipotetica e passa necessariamente dal prossimo meeting ITF, in programma a Praga a margine della finale di Fed Cup. Bedene sogna di diventare l'esordiente più clamoroso dai tempi di Paul Henri Mathieu, che nel 2002 fu buttato in campo ds Guy Forget nel match decisivo della finale contro la Russia. Sappiamo tutti com'è andata a finire. Tuttavia, Bedene è pronto ad assumersi il rischio.
UDIENZA A PRAGA
Per avere qualche possibilità, tuttavia, le sue capacità oratorie saranno decisive. Ad oggi, l'ITF gli ha vietato di giocare per la Gran Bretagna in virtù del nuovo regolamento di Coppa Davis, che vieta a un tennista di giocare per una nazione dopo averne già rappresentata un'altra. Anni fa, Bedene ha giocato un paio di match a risultato acquisito per la Slovenia, e il suo passaporto britannico è arrivato qualche settimana dopo l'entrata in vigore della nuova norma: per questo, non è stato convocabile nelle sfide contro Stati Uniti, Francia e Australia. Ma lui ha presentato ricorso e ha le idee chiare: “Andrò a Praga insieme all'avvocato della Lawn Tennis Association e il mio agente – ha detto – ci hanno dato mezz'ora di tempo per esprimere le nostre ragioni. Mi sento fiducioso. Nei prossimi giorni incontrerò l'avvocato e vedremo se sarà lui a esporre le mie ragioni, oppure se mi toccherà dire qualcosa”. Intanto sta già provando a inserirsi nei meccanismi del team britannico: nei prossimi giorni farà da sparring partner di Murray presso il Queen's Club, dove lo scozzese lavorerà duro sulla terra battuta pur avendo il Masters alle porte. In effetti, la presenza di Bedene sarebbe un vantaggio ai britannici. E' top-50 ATP (n.49) e conosce la terra battuta meglio di James Ward, che pure ha vinto il challenger di Bangalore dopo una lunga serie di sconfitte e adesso sta gocando in Sud America per trovare ancora più feeling col rosso. “Se le cose dovessero andare bene, parlerò con tutti i ragazzi del team per chiedere cosa ne pensano di un mio eventuale inserimento – ha detto un diplomatico Bedene – per me sarebbe un cosa enorme, ma anche una bella responsabilità. Non vorrei essere convocato a occhi chiusi, vorrei prima parlarne. Ma per adesso questa storia ha troppi 'se'. Vedremo”. Lo scorso anno, Dan Evans fu l'unico a esporsi contro la convocazione di Bedene, mentre gli altri furono piuttosto concilianti. Bedene è cittadino britannico poiché risiede a Welwyn Garden City, in Hertfordshire, dal 2008, quando arrivò insieme alla fidanzata Kimalie, cantante pop di discreto successo.
MURRAY NON SI PRONUNCIA, PERO'…
Ovviamente i giornalisti hanno chiesto un parere a Andy Murray. Il leader britannico è certamente in ottimi rapporti con i vari Ward, Evans, Inglot…per non menzionare il fratello Jamie. “Ok, vi fermo subito – ha detto – non voglio essere coinvolto in questa faccenda perché non sarebbe una mia decisione. Se le regole lo consentiranno, sarà Leon Smitch a decidere”. Tuttavia, sembra che sotto sotto Murray faccia il tifo per Bedene. Il fatto che lo abbia scelto per allenarsi al Queen's è un forte indizio, poi lo ha lasciato intendere tra le righe. “Non è certo colpa di Aljaz se il processo per ottenere il passaporto è durato così a lungo. La mia sensazione è che vincerà l'appello. Se non sbaglio ha formulato la richiesta prima di Natale dell'anno scorso. Non è certo colpa sua se le regole sono cambiate e l'iter è durato quasi un anno". Secondo la stampa britannica, l'udienza è prevista il 17 novembre, ultimo giorno utile per diramare le convocazioni (i capitani hanno tempo fino a 10 giorni prima del match). Significa che Smith, se davvero avesse intenzione di convocarlo, dovrà prendere la decisione prima del verdetto ed eventualmente preparare un piano B. Più in generale, l'opinione pubblica britannica sembra abbastanza favorevole a Bedene. Il povero Dan Evans, reietto rimesso in campo per la semifinale contro l'Australia, sembra destinato a tornare nell'oblio: sulla terra battuta, infatti, le gerarchie interne lo fanno scivolare in fondo al gruppo. Storie da Coppa Davis. Che sarà pure in crisi…