di Andrea Merlo – foto Getty Images
"Devo concentrarmi unicamente su questa partita, anche se ammetto di non avere una vera chiave per battere Murray" aveva sentenziato David "Scaramanzia" Ferrer alla vigilia del match d’esordio dell’ATP World Tour Final di Londra. Miglior pretattica non ci poteva essere per allontanare il soffocante calore dei riflettori e incrementare la già snervante pressione gravante sullo scozzese.Il risultato è stato ottimale, lo "spanolito" ha infatti conquistato una prima, fondamentale vittoria (6-4 7-5) ai danni di un Murray a tratti irriconoscibile, la sbiadita copia del trionfatore di Shanghai e della tournèe asiatica.
Proprio il Master 1000 cinese aveva sancito l’ultimo head to head tra i due , con il lungagnone di Dunblane bravo a spuntarla in due set. Murray si era inoltre imposto nei cinque precedenti disputati sul veloce (compreso un severo 6-2 6-2 nell’edizione 2010 del Master londinese) lasciando a Ferrer tre successi sul rosso, superficie certo più congeniale al tennis dell’iberico. Erano tanti i fattori che facevano pendere la bilancia dalla parte del tennista di casa, compreso il sostegno di una O2 Arena gremita e palpitante; peccato che il figliol prodigo – reduce da ventisette successi negli ultimi 29 incontri – abbia perso nuovamente un’occasione per affermarsi in modo convincente e continuativo.
Il match è iniziato sotto il segno della tensione e il termometro sono stati gli innumerevoli errori gratuiti da ambo le parti. Murray ha insistito con il back sul rovescio di Ferrer, ma lo spagnolo non si è lasciato irretire dal dedalo di traiettorie offerto dall’avversario, riportando gli scambi sulla diagonale del diritto grazie a precisi lungolinea. Lo scozzese ha inoltre tentato di scardinare la regolarità dell’avversario con l’alternanza di palle alte centrali prive di peso e rapidi drop incrociati, senza però riuscire a scalfire più di tanto la corazza del maratoneta iberico.
Il primo set ha seguito un andamento altalenante, con Murray che è inizialmente parso più sicuro e preciso, per precipitare poco dopo in una serie di errori banali che hanno fatto riemergere un Ferrer mai domo. Nel terzo game lo spagnolo è stato costretto ad annullare tre palle break, prima di cedere il servizio alla quarta occasione. Nemmeno il tempo di creare un’inerzia positiva che Murray ha ceduto di schianto la propria battuta a zero riportando lo score sul 2-2.
Per rivedere una palla break è occorso attendere sino all’ottavo game, dove Ferrer – complice anche un doppio fallo – ne ha regalate due. Murray non ha colto la chance e all’iberico non è restato che ringraziare e sedersi in vantaggio 5-4. Nel nono game è diventato evidente che Murray avesse qualche difficoltà di natura fisica, infatti gli spostamenti dello scozzese sono risultati più lenti e trascinati, l’impatto sulla palla incerto. Ferrer ha così approfittato del momento di debolezza e sferrato l’attacco che gli è valso la prima frazione.
Dopo un ungo intervento del fisioterapista Andy è rientrato in campo acciaccato ma nonostante questo ha subito conquistato un break, confermandolo poi nel game successivo. Sembrava la svolta e invece per il beniamino di casa si trattava ancora di un fuoco di paglia; infatti Ferrer, dopo aver recuperato da 0-40 sul proprio sevizio, ha riportato in parità lo score sul 2-2. L’ultima chance per allungare il match per Murray è giunta sul 4-3, dove ha fallito due palle del 5-3. “ Mal che si vuol non duole “ recita il detto e allora nessuna sorpresa se – dopo tante opportunità fallite – Murray ha subito l’allungo decisivo all’undicesimo gioco, che ha regalato parziale e incontro a Ferrer.
Si tratta di una bruttissima sconfitta per l’attuale numero tre delle classifiche mondiali, che fu finalista qui l’anno scorso; una disfatta che rischia di compromettere le possibilità di qualificazione sin dl primo match. Viceversa Ferrer può nuovamente sognare, ritornando con la memoria a quel 2007 in cui – nella stessa competizione – raggiunse la finale, inchinandosi solo da Sua Maestà Roger Federer.
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