Durissima sconfitta per la campionessa in carica, battuta in due set dalla rampante Naomi Osaka. Regge nei primi game, poi non ne azzecca più una e accompagna la prestazione con un atteggiamento remissivo. La giapponese ha proposto alcune giocate da urlo: è il momento della consacrazione?

Se le fanno una domanda in giapponese, i suoi occhi si riempiono di terrore. Ma sul campo, non le hanno mai presentato la paura. Naomi Osaka aveva iniziato a farsi conoscere l'anno scorso, quando colse il terzo turno all'Australian Open, ma la definitiva consacrazione potrebbe essere arrivata sotto il tetto dell'Arthur Ashe Stadium, laddove ha realizzato un “upset” storico: era successo soltanto una volta che la campionessa in carica dello Us Open perdesse al primo turno dell'edizione successiva. Era capitato nel 2005 a Svetlana Kuznetsova, oggi la vittima è Angelique Kerber. Le premesse degli ultimi tornei, e più in generale dell'estate, erano chiare: molto difficilmente sarebbe stata competitiva per difendere il successo di dodici mesi fa, ma sorprende il modo in cui è maturato un severo 6-3 6-1 per la giapponese. Equilibrio nei primi sei game, poi la Kerber è sparita dal campo. E pensare che si era a presentata a New York con il doppio coach: a Torben Beltz si era aggiunto lo storico ex allenatore Benjamin Ebrahimzadeh. Era come se avvertisse che qualcosa non andava, aveva bisogno di nuove (o vecchie) certezze. Il problema è che tutto è franato dopo pochi game. Un disastro su tutta la linea, accompagnato da un linguaggio del corpo negativo, passivo, come se non fosse pienamente in partita, con la testa ancor prima che con il corpo. Ci si poteva attendere un calo dopo il doppio Slam conquistato nel 2016 (Australian Open e Us Open), ma Angie è stata vittima di un crollo verticale.

INCROCIO DI RAZZE
Il match si è giocato sotto il tetto dell'Arthur Ashe, chiuso durante Pliskova-Linette. Le condizioni di gioco sono risultate ancora più veloci e hanno dato una mano alla palla pesante (e ficcante) della Osaka, autrice di alcune giocate davvero notevoli. Con questa sconfitta, la Kerber non solo abbandona i propositi di numero 1, ma uscirà addirittura dalle top-10 dopo 101 settimane di fila. Per restarci doveva arrivare almeno negli ottavi. Come detto, c'è stata partita fino al 3-3, dopodiché la Osaka ha preso in mano il match e non l'ha più mollato. La tensione agonistica è scemata già sul 4-1, al punto che dopo l'ultimo errore della Kerber (un dritto in rete) non ha esultato più di tanto. Classe 1997, fisico massiccio, la Osaka è l'emblema di un curioso incrocio di razze. Mamma Tamaki è giapponese, mentre il padre è haitiano. Da lui ha preso la carnagione, dalla madre gli occhi a mandorla. Ben presto ha lasciato il Giappone per gli Stati Uniti, laddove è più facile diventare una tennista. Tuttavia, la federazione del Sol Levante deve averle fatto un'offerta convincente se ha scelto di giocare per il Giappone e ogni tanto si fa seguire dai tecnici del paese natale. In assenza di Kei Nishikori, gli occhi dei media sono tutti su di lei. Non è così sorprendente, visto che meno di un anno fa ha firmato un paio di contratti con aziende molto importanti: WOWOW (TV sportiva che trasmette il tennis) e il marchio di cibo NISSIN, che già sponsorizza Nishikori. La residenza di Naomi rimane in Florida, ma ha intensificato sia le lezioni di giapponese che le sortite al di là del Pacifico. Ma adesso può scrivere una pagina importante a New York, dove potrebbe andare anche piuttosto avanti: al prossimo round troverà la vincente di Allertova-Peterson.

US OPEN 2017 – Primo Turno Donne
Naomi Osaka (GIA) b. Angelique Kerber (GER) 6-3 6-1