Un comunicato diffuso da Broadcast Sports News mette a nudo l'imbarazzante situazione dell'ormai ex esibizione asiatica: moltissimi fornitori non sono ancora stati pagati. Mahesh Bhupathi sostiene che la colpa sia del gruppo che possedeva la franchigia giapponese. “La loro frode ci è costata 8 milioni. Comunque, pagheremo”.

I prossimi 1-2 febbraio, il team italiano di Coppa Davis affronterà una delicata trasferta in India. A guidare il team locale ci sarà Mahesh Bhupathi, ex grande doppista che oggi si sta riciclando come uomo d'affari. In questi giorni, tuttavia, ha ben altri pensieri. Nei giorni scorsi, infatti, la compagnia di produzione “Broadcast Sports News” ha diffuso un comunicato in cui denuncia le gravi inadempienze di Bhupathi nel pagamento di tanti professionisti che avevano contribuito alla terza (e ultima) edizione dell'International Premier Tennis League. La ricordate? Nata nel 2014, questa esibizione di fine anno che scimmiottava la formula del World Team Tennis americano prometteva di rivoluzionare le vacanze dei tennisti. Garantendo ingaggi faraonici, Bhupathi era riuscito a coinvolgere tutti i migliori: Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Serena Williams su tutti. Dopo il boom della prima edizione, la manifestazione si è progressivamente spenta fino all'inevitabile cancellazione. Tuttavia, Bhupathi ha lasciato una serie di debiti con i fornitori: quasi due anni dopo, il comunicato di BSN ha messo a nudo una situazione imbarazzante che Bhupathi ha spiegato con una presunta frode commessa dal Gruppo Legenderi, che deteneva la franchigia dei “Japan Warriors”. “Ventidue mesi dopo lo svolgimento dell'IPTL, l'intero gruppo di produzione (fornitori di servizi tecnologici, di distribuzione satellitare, i giudici di sedia e i fornitori del campi) continua a non essere stato pagato. Non sono state pagate neanche le spese vive come i visti, le indennità giornaliere e le spese di trasporto” hanno scritto i creditori.

BHUPATHI: "LE QUOTE SARANNO LIQUIDATE"
Contattato dai media locali, Bhupathi ha confermato il “buco” ma ha scaricato la responsabilità su Legenderi. A suo dire, la Lega deve ai fornitori circa 5 milioni di dollari, ma il “caos” è in gran parte dovuto a Legenderi. “Ci sono quote in sospeso di circa 5 milioni – ha detto Bhupathi – la maggior parte dei creditori sono anche miei colleghi. È stato molto doloroso, ma in un modo o nell'altro risolveremo il problema. Si tratta di un processo di recupero che chiede tempo”. Quando gli hanno chiesto come sia stato possibile arrivare a una situazione del genere, Bhupathi non ha avuto incertezze: “Nel 2016, uno dei proprietari dei team IPTL, il Gruppo Legenderi, che possedeva la franchigia giapponese, si è rivelata essere una frode e la loro parte di pagamento, una cifra vicino agli otto milioni, è stata una delle ragioni per cui le cose sono precipitate. La direzione è stata costantemente in contatto con tutti, confermando che, non appena le cifre saranno recuperate, le quote saranno liquidate. La maggior parte di loro sono stati comprensivi perché nelle prime due edizioni è stato un successo, ma qualcuno si è stufato di aspettare”. C'è una cosa che non va giù a Broadcast Sports News: nonostante i problemi economici fossero evidenti, nel 2016 hanno voluto ugualmente organizzare l'evento. “È stato frustrante vedere l'IPTL giocarsi quando tutti sapevano che non ci fossero i fondi sufficienti”. Quasi tutti i giocatori non si sono espressi sulla vicenda: soltanto Marin Cilic, qualche mese fa, aveva parlato di “mancati pagamenti” sia pur senza entrare nello specifico. Anche i Singapore Slammers, una delle franchigie coinvolte, avevano fatto sapere di aver mandato richiesta a Bhupathi. “Sono affari, ci sono alti e bassi” ha detto Bhupathi.

UN FORMAT FALLIMENTARE
L'ultima denuncia, diffusa via social network da Steph Trudel, grafico di BSN, sembra gettare una pietra tombale sul futuro di una competizione senza alcuna logica. Troppe cose non funzionavano: collocazione geografica, in calendario, regolamenti e logistica. Non aveva senso costringere i giocatori a volare da una sede all'altra, peraltro molto distanti tra loro, in così pochi giorni (sia pure in un contesto talmente lussuoso da sembrare di cattivo gusto). Nonostante partnership importanti come Coca Cola e Qatar Airways, il modello economico si è rivelato ben presto fallimentare. Anche i prezzi dei biglietti erano troppo alti: non a caso, i sold out sono stati pochissimi (nemmeno per il match in cui erano presenti Federer e Djokovic), mentre ci sono state diverse sessioni con uno scenario imbarazzante. Prima di rilanciare il progetto IPTL, come era stato ipotizzato lo scorso dicembre, Bhupathi dovrà necessariamente risolvere una serie di pendenze. E non si tratta di spiccioli.