Le perplessità sollevate dall’assenza di Franco Davin nel box di Grigor Dimitrov a Wimbledon erano fondate. L’addio prima dei Championships, come confessato dal bulgaro dopo la sconfitta con Johnson. “Ora devo pensare a qualcuno che possa riportarmi sulla buona strada”.

Il suo tennis non è più quello di una volta, i risultati latitano, e per Grigor Dimitrov la soluzione invece che avvicinarsi sembra sempre più lontana. Scivolato fuori dai primi 35 giocatori del mondo, il bulgaro ha interrotto anche la collaborazione con Franco Davin, lo storico coach di Juan Martin Del Potro, che era arrivato sulla sua panchina a fine settembre, praticamente solo 9 mesi fa. Dopo l’addio a Roger Rasheed, che ne aveva snaturato il gioco molto tecnico puntando troppo sulla parte fisica, l’avvio della partnership con il 46enne argentino sembrava una sorta di ultima spiaggia, magari non per portare Dimitrov in vetta al ranking come si pensava qualche anno prima, ma almeno per aiutarlo a restare fra i primi 10. Invece i risultati hanno continuato a mancare, e l’assenza di Davin nel suo box a Wimbledon aveva subito sollevato qualche sospetto. Dimitrov, semifinalista ai Championships nel 2014, ha vinto due buone partite contro Bjorn Fratangelo e Gilles Simon, prima di cedere in quattro set a Steve Johnson.

Proprio dopo la sconfitta contro lo statunitense, a specifica domanda in conferenza stampa, ha annunciato davanti ai giornalisti il termine del rapporto di lavoro con il sudamericano, “scaricato” proprio alla vigilia dei Championships. Non ho nulla da nascondere – ha detto –, in questo torneo sono da solo. Fra me e Davin le cose non hanno funzionato, ed è andata così. Capita molto raramente che un giocatore si presenti da solo a un torneo del Grande Slam, ma Dimitrov ha spiegato di essersi saputo destreggiare molto bene. “Ovviamente quando si va in campo non cambia nulla, so comunque come giocare a tennis. Solamente serve un po’ di tempo in più da dedicare all’attrezzatura, la prenotazione dei campi di allenamento e quant’altro. Ma mi sto trovando bene e sono felice della mia scelta. Ora è tempo di pensare a qualcun altro, che possa riportarmi sulla buona strada. Non ho ancora pensato a un possibile allenatore, ma lo farà presto. Il primo obiettivo è crescere, migliorare per vincere più partite possibile.