Il bulgaro acciuffa la semifinale a Toronto al termine di una battaglia contro Kevin Anderson, incapace di sfruttare due matchpoint. In semifinale pesca Tsonga, che dopo Djokovic ha battuto anche Murray.

Di Cosimo Mongelli – 9 agosto 2014

 

Sesto scontro diretto tra Grigor Dimitrov e Kevin Anderson in quel di Toronto. I due si giocano un posto in semifinale per affrontare il redivivo Tsonga. Da una parte il sudafricano pare in grandissima forma. Con i quarti si è guadagnato, da lunedì prossimo, un best ranking al numero sedici. Dall'altra il bulgaro, oramai mantenuta promessa, sta affrontando il torneo come un veterano qualsiasi. Quasi senza accorgersi d'esser diventato il favorito numero uno. La partita, nel primo set, non si schioda da un noiosissimo equilibrio. Anderson picchia duro al servizio, Dimitrov si limita al compitino senza osare più di tanto. Per veder apparire la prima palla break devono passare dieci turni di battuta. Ed è anche un set point. Siamo 5 a 4 Dimitrov. Serve Anderson che si porta, manco a dirlo, 40 a 0. Sembra un altro game risolto con facilità irrisoria. Invece il bulgaro, complice un po' di disattenzione da parte del sudafricano e un paio di colpi monstre, mette a segno 4 punti consecutivi. Anderson non si fa impensierire. Un aces e un servizio vincente e passa la paura. Anzi, Kevin si galvanizza. Mette altri due punti a fila e si procura a sua volta due palle break. Basta la prima e il sudafricano va a servire per il set. Il bulgaro mette a segno il primo quindici nel game successivo. Ma è un quindici tanto effimero quanto sporadico. Anderson sembra ingiocabile. Inchioda Grigor ai teloni e conclude il set con due aces.

REGALI E CONCESSIONI
Inizia il secondo set. E il bulgaro decide che è ora di incominciare a imporsi. Tiene il game d'apertura e ottiene finalmente il break, alla terza occasione. Mette, finalmente, i piedi dentro al campo e disegna colpi d'alta scuola. Di categorie tra i due giocatori, ce ne sono diverse. Ma Kevin è tignoso, non vuol concedere la rimonta all'avversario così facilmente. Grigor ottiene il 3 a 0 dopo il game più lungo dell'incontro, quattordici punti, pur non concedendo palle break. La palla break per Anderson arriva tre giochi più tardi, sul 4 a 2. Annullata da Grigor con una folle seconda sulla riga. Che poi ci mette la ciliegina di una deliziosa volèe per portarsi sul 5 a 2 . Sul 5 a 3, all'improvviso, ecco palesarsi il Dimitrov di un tempo. Quello che pareva un insulto accostare a Roger Federer. Doppio fallo, due errori di dritto e uno di rovescio. E Kevin ritorna nel set senza nemmeno metterci un po' del suo. Il 5 pari è una formalità. Il sudafricano sciorina ace e servizi vincenti. Ma il bulgaro non sta a guardare quando il precipizio è lì ad un passo. Serve, svogliato e sin troppo leggero, e si ritrova 30-40. Un punto che può essere ferale. Ma Grigor aggredisce, approfitta dei timori dell'avversario, salva il game e si ritrova il secondo set in regalo in quello seguente. Sul 15-40, un doppio fallo del sudafricano spedisce la sfida al terzo. Doppio fallo che è più di un'avvisaglia.

ANDERSON, QUELLA MALEDETTA VOLEE
Kevin cala le sue percentuali al servizio. Sembra stanco, vuole accelerare i colpi e diventa sempre più falloso. Salva una prima palla break sul 2-1, con un aces. Si ripete sul 3-2. Ma ecco riaffiorare il talento indicibile di Dimitrov. No, non quello che lo ha portato nei top ten. Ma quello sciagurato nel regalare partite ad avversari oramai sepolti. 4 pari, game giocato in maniera disastrosa e concesso a zero dopo una sequela di errori imbarazzanti. Anderson quasi non ci crede, ma va a servire per il match senza timor alcuno. Subito 30 a 0 e quindi due match point, dopo una palla corta miseramente fallita da Grigor. Ma accade l'incredibile. Dritto sbagliato sul primo, la più facile delle volèe sul secondo. E quindi il break restituito con un ulteriore dritto affossato in rete. Da non dormirci per le settimane a venire. Kevin si rifugia, con fatica immane, nel tiebreak. I primi quattro punti sono minibreak, il quinto è un rovescio marziano di Grigor che pizzica la riga. Anderson si trova nuovamente a un passo dalla semifinale. Ottiene un altro minibreak e serve sul 5 a 4. Ma non ne vuole sapere. Altri due errori che portano Dimitrov a servire per il match. Dilapida il primo con un dritto sciagurato. Ne ottiene un secondo dove ci pensa Anderson, con un doppio fallo, a mettere i titoli di coda. Seconda semifinale in carriera per il bulgaro, dopo quella di Roma. Vittoria rocambolesca e fortunata, ma tutto sommato meritata. Le notti insonni porteranno senz'altro consiglio al suo avversario. Al quale resta la soddisfazione di aver giocato un grandissimo torneo. E se questa partita è vissuta sul filo del nonsense , quella precedente, tra Tsonga e Murray, non è stata da meno. A tratti spettacolare , a tratti condita da errori imbarazzanti. Alla fine a spuntarla è stato il francese: vicinissimo a vincere la disputa in due set, s'è visto poi riportare in vita dallo scozzese nel terzo set. Avanti 3 a 0 , Murray è crollato improvvisamente. Regalando al francese la prima semifinale Masters 1000 dopo più di un anno.  

SEMIFINALE LOPEZ-FEDERER
Nella seconda semifinale, nella notte italiana, si sfideranno Feliciano Lopez e Roger Federer. Lo spagnolo ha sfruttato le incertezze di Milos Raonic e lo ha punito per la disperazione dei canadesi. Per lui è la terza semifinale Masters 1000 in carriera. In chiusura di programma, Roger Federer ha superato David Ferrer per la 15esima volta su 15 scontri diretti. Lo spagnolo gli ha scippato un set, ha avuto un'importante palla break in avvio di terzo, ma alla fine Federer ha mostrato la sua superiorità. Toronto, dunque, avrà tre dei quattro semifinalisti col rovescio a una mano. I puristi saranno contenti.


MASTERS 1000 TORONTO – Quarti di Finale
Jo Wilfried Tsonga (FRA) b. Andy Murray (GBR) 7-5 4-6 6-4
Grigor Dimitrov (BUL) b. Kevin Anderson (SAF) 5-7 7-5 7-6
Feliciano Lopez (SPA) b. Milos Raonic (CAN) 6-4 6-7 6-3
Roger Federer (SUI) b. David Ferrer (SPA) 6-3 4-6 6-3