Al termine di due battaglie di quasi tre ore, Grigor Dimitrov si è aggiudicato il torneo ATP 500 di Acapulco. In semifinale aveva superato Andy Murray col punteggio di 4-6 7-6 7-6, poi si è ripetuto contro Kevin Anderson per 7-6 3-6 7-6, in un match terminato oltre l'una di notte. "La fede è l'unica cosa che mi ha permesso di andare avanti oggi – ha detto il bulgaro – non pensavo che ce l'avrei fatta dopo gli sforzi dell'ultimo match. Questo titolo significa molto per me". Per Dimitrov è il secondo titolo ATP in carriera dopo Stoccolma 2013, ed è diventato il secondo giocatore nato negli anni 90 a vincere più di un torneo (prima di lui c'era riuscito Milos Raonic). L'effetto Roger Rasheed, suo coach da ottobre, si sente tutto: in sette tornei, ha vinto 20 partite su 25. La finale è stata dura è combattuta, con Anderson decisamente aggressivo. Il sudafricano ha tirato 13 ace e mezzo a segno 46 colpi vincenti. Allo stesso tempo, tuttavia, ha commesso 52 errori gratuiti. Il grande rimpianto di Anderson è il doppio fallo commesso nell'ottavo game del terzo set, quando ha regalato il controbreak a Dimitrov dopo essere andato in fuga. Anche nel tie-break è stato in vantaggio, ma non è riuscito a chiudere. Con questo successo, Dimitrov entrerà di slancio tra i top-20, intorno alla 16esima posizione. Il ragazzo sembra ormai prossimo alla definitiva maturazione.
Al termine di due battaglie di quasi tre ore, Grigor Dimitrov si è aggiudicato il torneo ATP 500 di Acapulco. In semifinale aveva superato Andy Murray col punteggio di 4-6 7-6 7-6, poi si è ripetuto contro Kevin Anderson per 7-6 3-6 7-6, in un match terminato oltre l'una di notte. "La fede è l'unica cosa che mi ha permesso di andare avanti oggi – ha detto il bulgaro – non pensavo che ce l'avrei fatta dopo gli sforzi dell'ultimo match. Questo titolo significa molto per me". Per Dimitrov è il secondo titolo ATP in carriera dopo Stoccolma 2013, ed è diventato il secondo giocatore nato negli anni 90 a vincere più di un torneo (prima di lui c'era riuscito Milos Raonic). L'effetto Roger Rasheed, suo coach da ottobre, si sente tutto: in sette tornei, ha vinto 20 partite su 25. La finale è stata dura è combattuta, con Anderson decisamente aggressivo. Il sudafricano ha tirato 13 ace e mezzo a segno 46 colpi vincenti. Allo stesso tempo, tuttavia, ha commesso 52 errori gratuiti. Il grande rimpianto di Anderson è il doppio fallo commesso nell'ottavo game del terzo set, quando ha regalato il controbreak a Dimitrov dopo essere andato in fuga. Anche nel tie-break è stato in vantaggio, ma non è riuscito a chiudere. Con questo successo, Dimitrov entrerà di slancio tra i top-20, intorno alla 16esima posizione. Il ragazzo sembra ormai prossimo alla definitiva maturazione.
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