Grande partita del bulgaro, che in precedenza non aveva strappato nemmeno un set al numero 2 del mondo in tre incontri. Carlitos, falloso e nervoso, ancora a bocca asciutta dopo Wimbledon

Dimitrov affascina, Alcaraz fornisce ulteriore conferma di non essere (ancora?) il fenomeno invulnerabile che a volte può sembrare. Grigor vince in rimonta in tre set (5-7 6-2 6-4) l’ottavo contro il numero 2 del mondo – contro il quale nei tre precedenti non aveva portato a casa nemmeno un set – e plana nei quarti del Masters 1000 di Shanghai.

Carlitos per la quinta volta dopo Wimbledon resta a bocca secca: dopo la coppa alzata sul Centre Court, per lui zero tituli. Si è visto un Dimitrov versione cinque stelle superior, tutte pernici o quasi: 20 vincenti e poche, irrilevanti distrazioni, un uso perfido e vellutato del back di rovescio (drop shot, ma anche malefici becchettini a tre quarti campo, Federer style), 73 per cento di punti a rete e 89 per cento colti con il primo servizio (16 su 18 nel terzo set), servizi vincenti e ace q.b., quanto basta come direbbe uno chef, ma soprattutto q.s, quando serviva.

Elegante, certo, come sempre; ma anche cinico e cattivo il giusto. Mentre dall’altra parte della rete Alcaraz perdeva campo e concentrazione, si faceva scappare persino qualche urletto di frustrazione. «Sono rimasto in partita, questa era la prima cosa da fare, soprattutto dopo il primo set», dice Griga. «Ho servito molto bene per tutto il primo set e lui ha commesso qualche errore. L’ho spinto a sbagliare in certi momenti. Sul 4-5 ha giocato un game incredibile e un altro sul 6-5, ma io stavo creandomi molte chance. Dopo il secondo break nel secondo set ho iniziato a leggere meglio il suo servizio. Nel terzo set è stato un po’ come giocare al gatto e al topo. Lui ha commesso qualche errore, io sono stato molto solido e ho servito bene quando dovevo». Per Carlitos una botta anche all’ambizione di finire l’anno da numero 1, visto che ora si ritrova a 500 punti di distanza da Djokovic nella Road to Turin.

Dimitrov era già arrivato fra gli ultimi 8 del Masters 1000 cinese nel 2017. Stavolta gli tocca Nicolas Jarry, che ha festeggiato il 28esimo compleanno faticando tre set contro El Peque Schwartzman. Un match fra due che forse, per motivi diversi, avranno qualcosa da rimproverarsi a fine carriera. Shangahi, dopo l’uscita di tutti i principali favoriti, non ha a questo punto un vero padrone.