Tony Godsick, manager e confidente di Federer sin dal 2005, afferma che sarà ben difficile vedere lo svizzero in campo anche nel 2021. Anche in questo senso, è stata accelerata la decisione di portare la Laver Cup a Ginevra. “A differenza delle prime due edizioni, potremo fare quello che vorremo”.

A pochi giorni dall'intervista concessa a Tennis Channel, è tornato a parlare Tony Godsick, storico manager di Roger Federer (i due lavorano insieme dal 2005) Stavolta è stato intervistato da Blick, uno dei più importanti giornali svizzeri. Si è parlato soprattutto di Laver Cup, ma arrivano sempre più indizi sulla data del presunto ritiro di Federer. Pur ammettendo che Roger “non ha ancora deciso” quando appendere la racchetta al chiodo, una serie di indizi fanno pensare che difficilmente andrà oltre il 2020, anno in cui compirà 39 anni. Anche in virtù di questa prospettiva, Team8 e i vari partner hanno scelto Ginevra per la prossima edizione della Laver Cup. Si giocherà in Svizzera, a due passi da casa di Roger, e sarà davvero un grande evento. Il Palexpo della città lacustre, nella Svizzera francese, si presta a tante tipologie di attività che non erano state possibili alla O2 Arena di Praga e allo United Center di Chicago. “Nelle prime due edizioni abbiamo preso quello che ci hanno dato – dice Godsick – mentre a Ginevra potremo fare quello che vogliamo, senza limiti. Sarà un festival del tennis, con ancora più TV (per esempio, ci saranno le immagini dagli spogliatoi) e una afflusso previsto di 20.000 persone al giorno. D'altra parte, il pubblico di quella parte della Svizzera non ha visto Roger troppo spesso”. Di fatto, soltanto nei match di Coppa Davis organizzati proprio nell'immenso Palexpo. Tra le città candidate a ospitare la prossima edizione della Laver Cup c'era anche Berlino, la cui proposta è stata molto apprezzata. “Ma Ginevra è sempre stata in vantaggio”. Secondo qualcuno, potrebbe essere il momento giusto per chiudere la carriera di Federer. “In effetti non si poteva aspettare per andare a Ginevra – prosegue Godsick – nel 2020 la Laver Cup si giocherà fuori dall'Europa ed è improbabile che Roger possa giocare per altri tre anni. Non si sa quando smetterà: per me l'incertezza è frustrante perché io sono un tipo organizzato e mi piace pianificare tutto in anticipo. Posso dire che Roger sarà a Ginevra: me lo ha assicurato”.

"LA LAVER CUP NON HA UCCISO LA DAVIS"
Tra i tanti possibili scenari c'è la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo, su cui il presidente ITF Dave Haggerty è stato molto accondiscendente: ha lasciato intendere che Federer, se anche non dovesse rispettare i requisiti (per ottenere l'eleggibilità olimpica sono richieste almeno tre presenze in Coppa Davis nel quadriennio), potrebbe ugualmente trovare un posto in tabellone in virtù del suo palmares. Nella chiacchierata con Blick, il manager dello svizzero ha insistito sul fatto che i giocatori prendono sul serio la Laver Cup: “La presenza di Borg e McEnroe come capitani, oltre a quella di Rod Laver, li spinge a cercare di fare bella figura”. Godsick deve vendere il suo prodotto, ma è certamente vero che i giocatori diano al massimo, sia pure in un contesto per certi versi surreale. Tra le varie affermazioni di Godsick, ce n'è una riguardante la Coppa Davis. Gerard Piqué, nuovo responsabile della manifestazione, gli avrebbe detto che nei primi 5-10 si giocherà a novembre, con buona pace delle richieste dei giocatori (che non la vogliono a fine anno) e dei tentativi di spostarla a settembre, in cui avrebbe fatto concorrenza proprio alla Laver Cup. “Noi, comunque, andremo avanti con la nostra data – dice Godsick, che sulla Davis ha aggiunto – non l'abbiamo uccisa noi. Credo che il cambio sia stato troppo rapido e drastico: per me sarebbe stato meglio mantenere il vecchio format, ma giocarla ogni due anni”. Ciò che interessa gli appassionati, la moltitudine di spettatori che adora Roger Federer, è quanto durerà ancora la sua carriera. Godsick non lo sa, ma immagina un futuro da imprenditore per Roger, in virtù della sua abilità di comprendere le persone, le qualità da leader e le tante esperienze in giro per il mondo. “Ma finché gioca cerchiamo di non distrarlo troppo. Personalmente, non credo che continuerà a giocare la Laver Cup anche dopo il ritiro, per quanto sia teoricamente possibile. Magari cambierà ruolo e vedremo lui e Nadal nelle veste di capitani”.