Scattano nella notte italiana le qualificazioni dell’Australian Open, col record di dieci giocatori italiani ai nastri di partenza. A guidare la pattuglia c’è Luca Vanni, numero uno del tabellone cadetto. Nessuno dei nostri ha mai giocato nel main draw a Melbourne.Cominciamo col dire che è un record: non era mai capitato che nelle qualificazioni dell’Australian Open – al via nella notte italiana con tutti i match di primo turno – ci fossero ben dieci giocatori italiani. Vale la pena citarli tutti, in rigoroso ordine di classifica: Luca Vanni, Thomas Fabbiano, Andrea Arnaboldi, Matteo Donati, Gianluca Naso, Salvatore Caruso, Roberto Marcora, Alessandro Giannessi, Federico Gaio e Lorenzo Giustino. Nomi che agli appassionati dell’ultima ora diranno poco, ad alcuni magari nulla, ma che si sono guadagnati il diritto di lottare sull’orlo di quella linea che separa guadagno e popolarità da scarse entrate e campi di provincia. Poter giocare un torneo del Grande Slam, anche solo nelle qualificazioni, è qualcosa di unico, sotto tanti aspetti. L’arrivo di un campione dopo l’altro fa maturare la voglia di raggiungerli nel tabellone principale, che garantisce 35 punti ATP (appena dieci in meno di un quarto di finale a livello 250) e anche un assegno di 34.500 dollari, cifra con la quale molti dei giocatori in gara nelle ‘quali’ possono coprire buona parte delle spese stagionali. E poi c’è il prestigio di scavalcare la linea almeno per una volta, entrando fra i 128 e magari andando a sfidare un big su uno dei campi principali. Per informazioni bussare a casa di Andrea Stoppini, “lo sconosciuto che batté Andrè Agassi”, che nel 2009 a Melbourne centrò il main draw Slam per la prima volta in carriera, regalandosi un duello sulla Rod Laver Arena col campione in carica Novak Djokovic. E uscì pure a testa alta, dopo aver servito (invano) per trascinare il match al quarto set.
LA PRIMA DI GAIO E CARUSO
Storicamente, quello di Melbourne è il torneo del Grande Slam che porta meno fortuna agli italiani, ma poter vantare dieci giocatori nelle qualificazioni è già un gran bel punto di partenza. E sarebbero potuti essere addirittura dodici se Filippo Volandri e Riccardo Bellotti – che per classifica ne avevano diritto – si fossero iscritti alle qualificazioni. L’assenza dell’italo-austriaco è curiosa (visto che non risulta infortunato), mentre quella del livornese non sorprende ed è dettata dalla superficie: in carriera ha affrontato le qualificazioni degli Slam in appena tre occasioni, e solamente al Roland Garros. Fra gli italiani in gara, l’unico ad aver già vinto un match nel tabellone principale di Major è Andrea Arnaboldi, che nel 2015 ha fatto una serie di miracoli a Parigi, e ci riproverà in Australia partendo dal duello tutto mancino col tedesco Mischa Zverev. Hanno giocato uno Slam anche Vanni e Fabbiano, che tre anni fa assaporò la gioia a New York andando pure a rompere le uova nel paniere a Milos Raonic, mentre tutti gli altri sono ancora in attesa della prima volta nel tabellone principale. Fa particolarmente piacere segnalare la prima nelle ‘quali’ di Federico Gaio e Salvatore Caruso, due ragazzi classe 1992 con storie diverse ma uniti nella scalata verso il sogno top 100. Il faentino pareva un predestinato, ha giocato gli Slam under 18 fra 2009 e 2010, e sembrava già pronto per passare allo step successivo. Invece ce l’ha fatta soltanto sei anni dopo, ma ora che ci è arrivato andrà tenuto d’occhio, e il match d’esordio contro il bosniaco Aldin Sektic non spaventa. Il suo coetaneo siciliano, invece, è sbucato quasi dal nulla, ma con lavoro e dedizione si sta costruendo una carriera interessante, che a Melbourne guadagna un traguardo di prestigio. L’urna beffarda gli ha accoppiato Ryan Harrison, ma non è mai detta l’ultima parola.
VANNI NUMERO UNO
Da citare anche il ritorno nel giro delle qualificazioni Slam di Alessandro Giannessi, che dopo tanti problemi fisici si è rimesso in sesto e ha giocato un ottimo 2015. Il russo Kudryavtsev non è un avversario facile, ma le sue bizze comportamentali sono sempre dietro l’angolo. Fra i sorteggi degli azzurri, il più duro è capitato a Lorenzo Giustino, che ha pescato la sesta testa di serie Lukas Lacko. Due dei primi 32 anche per Roberto Marcora, che se la vedrà con lo slovacco Norbert Gombos in un match probabilmente dominato dai servizi, e per Matteo Donati, il più giovane della spedizione azzurra. L’allievo di Massimo Puci (con lui in Australia) ha pescato il mancino sloveno Blaz Rola, che nel 2014 è arrivato fra i primi 80 del mondo con una serie impressionante di vittorie, poi si è un po’ fermato e non pare imbattibile. Dall’est anche gli avversari di Thomas Fabbiano, atteso dal bielorusso Ignatik, e di Gianluca Naso, che farà il suo esordio stagionale contro il ‘big hitter’ rumeno Marius Copil. Chiude il quadro Luca Vanni, rimasto fuori di due posti dal main draw, e prima testa di serie delle qualificazioni. Sulla carta è l’italiano con più chance di qualificarsi, e il buon tennis espresso a Chennai lascia ben sperare, anche se lo spot non è facilissimo. L’urna gli ha offerto un match delicato contro Daniel Evans, la cui classifica nasconde un po’ il livello di un giocatore validissimo, e nel suo spicchio di tabellone ci sono parecchi avversari contro i quali ha già perso, oltre a uno specialista delle qualificazioni Slam come Frank Dancevic. Nel 2011 il canadese si è qualificato in tutti i quattro i Major, completando un piccolo record. In sostanza, non sarà facile che qualcuno dei nostri si unisca nel main draw a Fognini, Seppi, Bolelli, Lorenzi e Cecchinato. Ma proprio per questo l’eventuale traguardo potrebbe diventare ancor più gustoso.
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