Novak Djokovic e Serena Williams stanno passando sopra agli avversari con una facilità irrisoria. Sono i veri favoriti? Chi riuscirà a fermarli? Sorpresa Kukushkin.
Serena Williams è alla 16esima stagione nel circuito

Di Riccardo Bisti – 21 gennaio 2012

 
Lui è il numero 1 anche secondo le classifiche. Lei è la numero 1…d’ufficio. Novak Djokovic e Serena Williams stanno confermando il loro status di favoriti maciullando gli avversari uno dopo l’altro. Il parallelismo è ancora più vivo dopo la sesta giornata dell’Australian Open, in cui sia Nole che Serena hanno lasciato due game agli avversari, rispettivamente Nicolas Mahut e Greta Arn. Non due campioni, ok, ma il modo in cui stanno dominando fa paura. Agli avversari, soprattutto. In una delle “peggiori” giornate di sempre alla Rod Laver Arena (salvata in extremis dal bel match tra Hewitt e Raonic), Djokovic ha rifilato un perfido 6-0 6-1 6-1 a Nicolas Mahut, rovinandogli il giorno del 30esimo compleanno. Va detto che il francese aveva qualche problema a un ginocchio ed è rimasto in campo per onor di firma, ma la sensazione di dominio resta. “Ho lavorato molto duramente nelle ultime cinque settimane – ha detto Djokovic – e adesso i risultati si vedono. Mahut? Gli auguro un buon compleanno, e spero che stasera possa divertirsi”. La statistiche di Djokovic fanno paura. Non è soltanto il quinto giocatore ad aver vinto tre Slam consecutivi nell’Era Open, ma all’Australian Open viene da 24 set vinti consecutivamente e nell’edizione 2012 ha perso la miseria di 10 game in 9 set. “Ho sempre giocato bene in Australia – ha ricordato – è l’unico Slam che ho vinto due volte. Ho saltato i primi tornei dell’anno proprio per preparare al meglio l’Australian Open. E qui le condizioni sono perfette per il mio tennis”.
 
Serena Williams non ama il tennis come Djokovic. Lo ha anche ammesso di recente, ma il suo grado di dominanza (quando ha voglia…) è simile. L’americana si è presentata a Melbourne tra mille incognite, anche perché era stata costretta al ritiro al primo torneno a Birsbane. Invece l’aria di uno Slam (e il suo “odio” verso la sconfitta) stanno restituendo una Serena molto competitiva. Battendo la Zahlavova Strycova al secondo turno ha firmato la vittoria numero 500 in carriera, e adesso è negli ottavi dopo la facile vittoria per 6-1 6-1 contro la 32enne Greta Arn. Il tabellone le è amico: adesso troverà Ekaterina Makarova, killer di Vera Zvonareva (uscita dal campo tra le lacrime, come non le accadeva da tempo). Serena è al suo 16esimo anno nel circuito, ma è meno logora di quanto potrebbe sembrare. Si è fermata tre volte: un infortunio al ginocchio l’ha tenuta ferma per 8 mesi tra il 2003 e il 2004; tre anni dopo, lo stesso problema l’ha bloccata per sei mesi; tra il 2010 e il 2011, invece, è stata ferma un anno prima per l’incidente al piede e l’embolia polmonare. Brutte storie, soprattutto l’ultima. Eppure le hanno allungato la carriera. Pensate che ha dovuto saltare almeno uno Slam in ben 9 stagioni. Una carriera “a intermittenza” che non ha nulla a che vedere con quella di Roger Federer: lo svizzero non salta uno Slam da 12 stagioni. Greta Arn era l’avversaria ideale. Prima di affrontarla, ha detto che la vera numero 1 è lei e che affrontarla sarebbe stato un gran privilegio. Non esattamente le premesse per fare una bella partita. L’ungherese ha vinto 31 punti e due game in meno di un’ora di gioco, proseguendo la striscia dei mini-match di giornata: prima di Serena e Djokovic, infatti, gli spettatori della Rod Laver Arena avevano assistito al ritiro di Maria Kirilenko (sotto 0-6 0-1 contro la Kvitova) e alla facile vittoria di Maria Sharapova contro Angelique Kerber.
 
Il resto della giornata ha proposto un’unica grande sorpresa: la vittoria di Mikhail Kukushkin (russo ma kazako d’occasione), bravo a battere in cinque set un Gael Monfils che si era presentato a Melbourne con ambizioni importanti. Kukushkin ha fatto un favore a Murray (6-4 6-2 6-0 a Llodra), che avrà dunque un match sulla carte più facile. Gli altri due ottavi di finale della parte alta saranno Tsonga-Nishikori e Ferrer-Gasquet. Con il francese che ha dato una sonora lezione a Janko Tipsarevic. La vittoria ci poteva stare, il risultato così netto (6-3 6-3 6-1) è francamente una sorpresa.

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