Ancora arrabbiato per la squalifica della WTA, che lo ha definito “sessista” per i commenti sulle sorelle Williams, Shamil Tarpischev vuole presentare causa negli Stati Uniti. Ma non sa contro chi farla!

Di Riccardo Bisti – 11 dicembre 2014

 

Shamil Tarpischev non ci sta. Il presidente della federtennis russa, tra gli uomini più potenti del tennis mondiale, ha presentato un appello e minaccia querela contro la squalifica che gli ha comminato la WTA dopo il suo commento durante la trasmissione “Evening Urgant”, una specie di David Letterman Show in salsa russa. Nella puntata del 7 ottobre, dove era ospite insieme a Elena Dementieva per promuovere il torneo di Mosca, Tarpischev aveva definito “fratelli” Serena e Venus Williams. Il mondo femminista si è imbufalito, e pochi giorni dopo la WTA gli ha comminato una sanzione. 25.000 dollari e una squalifica di un anno. Il serafico Tarpischev, uomo enigmatico e dal passato discusso, non l'ha presa benissimo. Parlando con l'agenzia di stampa russa ITAR-TASS, ha manifestato i suoi propositivi. “Sto verificando se c'è la possibilità di presentare una querela – ha detto – se farò una mossa del genere la presenterò in un tribunale degli Stati Uniti, dove almeno scoprirò in base a cosa sono state effettuate le sanzioni”. Dopo l'incidente diplomatico, Tarpischev aveva mandato le sue scuse ufficiali a Venus e Serena, ma non è bastato a evitargli la sanzione. Tuttavia, in questo momento ha un problema: non sa a chi fare causa!


"LA WTA NON CI HA CONSIDERATI"

Tarpischev ha informato di aver fatto analizzare e tradurre le sue dichiarazioni da alcuni esperti di linguistica forense, i quali gli avrebbero assicurato che non c'era nulla di offensivo nelle sue parole. “Dopo la traduzione abbiamo inviato tutti i testi alla WTA, ma loro non li hanno accettati né considerati – ha detto il russo – ed anche ITF e CIO hanno detto che non avrebbero esaminato la questione”. E allora ha deciso di andare avanti in ogni sede possibile, forte delle rassicurazioni del suo Ministero della Giustizia. Il sospetto di Tarpischev è che il provvedimento nei suoi confronti sia stato di ordine politico. “Hanno approvato le sanzioni ancora prima di parlare con i miei avvocati”. La sua difesa sostiene che il termine “fratelli”, utilizzato per definire Venus e Serena, non avesse un significato “sessista”, bensì che ci fosse il concetto di “fratellanza”. Onestamente sembra un arrampicarsi sugli specchi. Chiunque ha visto la trasmissione ha capito bene il senso della sua frase. Era una battuta, certamente infelice. “Trovo che sia una situazione ridicola – ha detto – molti colleghi del CIO me ne hanno parlato ridendo. Comunque la squalifica non è un grosso problema: sono stato sospeso dalla WTA, che non c'entra nulla con i tornei del Grande Slam e con la Fed Cup. Non andrò nei soli tornei WTA, pazienza. Ma sono sicuro che se se avessi detto la stessa cosa per due uomini, non sarebbe successo niente di tutto questo”.


AMICO DI ELTSIN

Tarpischev ha lasciato l'incarico di capitano di Fed Cup, affidandolo ad Anastasia Myskina, ma resta sulla panchina di Coppa Davis e – soprattutto – continua a dirigere una federazione povera che sta pagando una congiuntura non semplice e l'assenza di supporto politico come accadeva ai tempi di Boris Eltsin, che era un grande appassionato di tennis. Tarpischev, tra l'altro, gli dava lezioni di tennis dopo essere stato un discreto giocatore negli anni 70. In occasione del torneo ATP-WTA di Mosca, aveva fatto il punto della situazione sul tennis russo, spiegando che il rallentamento della popolarità era dovuto anche all'assenza di un budget importante, di appena 8 milioni di dollari contro i 225 milioni della USTA. Tuttavia, ritiene che in Russia ci sia un sistema vincente, come peraltro dimostrerebbero i grandi successi a livello junior. Ma adesso ha altro a cui pensarsi. Una squalifica da affrontare e una causa contro non-si-sa-chi.