Uno straordinario Fognini domina Richard Gasquet e si qualifica per le semifinali del Masters 1000 di Monte-Carlo. Sognare è lecito. DI LORENZO CAZZANIGA 
La rassegnata stretta di mano di Richard Gasquet: Fognini è stato più bravo di lui

Di Lorenzo Cazzaniga – 19 aprile 2013


“Può cominciare una nuova carriera”. L’ha annunciata così, Paolo Bertolucci, la partita di Fabio Fognini contro Richard Gasquet. Avesse ragione, completerebbe la profezia che abbiamo lanciato un paio di giorni fa, quella che dovrebbe riportare un tennista italiano nella top 10, trent’anni dopo l’epoca di Panatta & Co. A inizio stagione si sperava nel solo Andreas Seppi, ora le chance sono raddoppiate, soprattutto se, come ha ben sottolineato Ivan Ljubicic ai microfoni di Sky, Fognini riuscirà per un’intera stagione a mantenere la stessa intensità di gioco, tecnica e mentale, mostrata a Monte-Carlo, prima contro Tomas Berdych, poi contro Gasquet, dominati ancor di più di quanto non dica il punteggio. La scelta tattica è parsa ben chiara fin dal principio: giocare veloce, togliere il tempo all’avversario, lasciarlo due metri dietro la riga dove nemmeno il suo meraviglioso rovescio può far male. Pronti, via, e Fognini si ritrova con la chance del doppio break di vantaggio. A quel punto è arrivato l’unico passaggio a vuoto: costretto a rincorrere, ha salvato con bravura mista a coraggio un set point sul 4-5, per poi dominare (7-0) il tie-break che sostanzialmente ha rappresentato il de profundis per Gasquet.
 
Fognini ha rifiatato all’inizio del secondo, poi gli è bastata un’accelerata a metà set per vincere con agio, giocando al gatto col topo e mostrando il solito repertorio, compreso un passante in recupero di rovescio da meritare tre circoletti rossi, per dirla alla Rino Tommasi. L’aspetto più confortante non è solo la vittoria, ma soprattutto la dimostrazione di superiorità tecnica e fisica imbarazzante, contro uno dei top 10 della stagione che ha finito col recitare il ruolo dello sparring. Un match dove Fognini ha saputo mixare una viva solidità nei colpi alle genialate che gli riescono naturali, beato lui. Ora lo aspetta il numero uno del mondo, Novak Djokovic. Sono ottimi amici, nonostante gli sfottò calcistici (il serbo è milanista, il ligure sfegatato interista e genoano). Djokovic è reduce da un infortunio alla caviglia che però non gli ha impedito di rimontare un set di svantaggio in entrambi i primi turni. Certo, la forma non è super ma i margini di sicurezza del number one appaiono comunque notevoli. Ma dopo aver visto Dimitrov spaventare Nadal al punto da trasformare zio Toni in ultrà, sognare è lecito. Fognini ha comunque già eguagliato la semifinale raggiunta nel Principato da Andrea Gaudenzi nel 1995 e con questa vittoria arriverà al numero 24 (18 nella classifica che tiene conto solo dei risultati del 2013). E la stagione sul rosso è appena cominciata…