WIMBLEDON – Il ginocchio di Del Potro regge e l’argentino batte Seppi in tre set, impedendogli di festeggiare con i quarti i 18 anni del sodalizio con coach Massimo Sartori. 
Juan Martin Del Potro non aveva mai raggiunto i quarti a Wimbledon

Di Riccardo Bisti – 2 luglio 2013

 
Quattro partite, quattro sconfitte, zero set vinti, nove perduti. Ma l'Italia del tennis può consolarsi: fino a qualche anno fa, bilanci così sconfortanti arrivavano nelle prime giornate. Adesso arrivano sette giorni dopo. Qualcosa vorrà pure dire. L’ultimo a lasciare Wimbledon è stato Andreas Seppi, sconfitto 6-4 7-6 6-3 da Juan Martin Del Potro. Non sappiamo se Andreas sia attento a date e ricorrenze, ma se avesse vinto avrebbe fatto il più bel regalo possibile a coach Massimo Sartori: sarebbe sceso in campo mercoledì 3 luglio contro David Ferrer, nel giorno del 18esimo compleanno…del sodalizio con il tecnico vicentino. Era il 3 luglio 1995, infatti, quando Sartori accettò la proposta di Alex Vorhauser, che gli chiese di costruire un top 100. Max ha fatto ancora di più, regalando all’Italia un campione da top 20. Giocare il suo primo quarto di finale Slam proprio il 3 luglio sarebbe stato quasi commovente, soprattutto nel ricordo delle difficoltà dei primi anni, quando Andreas era uno smilzo spilungone che non emergeva sui coetanei. Ma Sartori ci ha sempre creduto. Se la vita fosse una favola, Seppi avrebbe vinto questa partita. Oppure Del Potro si sarebbe intenerito e non sarebbe sceso in campo dopo l’infortunio patito al terzo turno contro Grega Zemlja. Rincorrendo una palla corta, si era procurato un’iperestensione del ginocchio sinistro. Ma la vita non è un film.  “Sul momento non ho sentito niente, ma col passare delle ore il ginocchio si è infiammato. Non solo il ginocchio, ma anche tutti i muscoli intorno. La notte dopo il match è stato il momento peggiore, ieri mi sono allenato poco e oggi ho fatto un riscaldamento 20 minuti prima di scendere in campo. Non sono al 100% ma mi hanno dato l’OK per giocare. In passato ho avuto infortuni gravi, ma stavolta sono stato sfortunato”.
 
In verità, “Palito” è sceso in campo con circospezione. Si muoveva piano, come a testare la reazione del ginocchio. In quel momento, Seppi avrebbe dovuto spingere, cercare di farlo cadere nella fossa. Ma “spaccare” l’avversario non è nelle corde di Andreas. Lui preferisce palleggiare e magari restare in campo cinque set, visto che ha vinto le ultime sette maratone. Sul 2-1 nel primo set, Andreas ha avuto quella che sarebbe rimasta l’unica palla break del suo match. Federico Zancan, telecronista di Sky Sport, ha detto: “Speriamo che Andreas non debba rimpiangere l’occasione perduta”. Purtroppo per lui, è andata proprio così. I muscoli di Del Potro si sono scaldati, il servizio è diventato via via più potente, quasi ingiocabile, e l’argentino ha giocato sempre meglio. Difficile capire se Del Potro è stato perfetto o se Seppi poteva rispondere meglio. Di certo, il tandilense non perde il servizio da due partite. Qualcosa vorrà pur dire. Tecnicamente, il tennis di Seppi è perfetto per mettere in palla Del Potro. “Lui è uno che ti fa giocare molto – ha detto l’argentino – ma più che altro sono stato bravo a pensare positivo e a trovare il modo giusto per affrontare il dolore, soprattutto nel servizio. Il movimento mi impone di distendere il ginocchio, allora ho fatto un movimento leggermente diverso per non sentire dolore. E ho giocato bene”. Da parte sua, Seppi non ha grossi rimpianti. A 29 anni, non ci si può scoprire diversi da quel che si è. E Andreas non poteva diventare un Rafter, o anche solo un Kafelnikov (suo idolo) nello spazio di una notte. Di certo è l’italiano ad aver vinto più partite Slam dal 1980 ad oggi, e l’unico ad aver raggiunto per tre volte la seconda settimana. E pazienza se passerà il 3 luglio senza giocare i quarti di Wimbledon. Vorhauser e Sartori festeggeranno ugualmente, fieri del loro ragazzo.
 
Nei quarti, l’argentino sfiderà David Ferrer in una sfida che lo scorso anno si era proposta a livello di ottavi. Vinse Ferrer, che peraltro ha vinto sei degli otto scontri diretti. “Sarà una partita molto difficile, non tanto per le mie condizioni, quanto per il suo tennis. Inoltre ha una gran fiducia e diventerà numero 3 del mondo a fine torneo. Se lo merità. Per vincere, dovrò stare ancora meglio”. Con questo risultato, Del Potro è riuscito ad ottenere almeno i quarti in tutte le prove del Grande Slam. Non è ancora il migliore argentino a Wimbledon, perché David Nalbandian vanta la clamorosa finale del 2002 nell’ultimo torneo “infestato” da sorprese prima di questo. Chissà che non gli porti bene. Di certo ha eguagliato Guillermo Vilas, che sui prati di Church Road vanta due piazzamenti nei quarti, con qualche rimpianto per il 1975, quando perse in cinque set contro Roscoe Tanner nell’edizione vinta da Arthur Ashe. A "sorpresa", il resto degli ottavi maschili…non ha generato sorprese. Novak Djokovic ed Andy Murray procedono nella loro corsa, e nella parte alta del tabellone sono comunque rimaste in gara le quattro teste di serie più forti. In basso, oltre a Murray, sono rimasti in gara l’ottimo Verdasco e i due “miracolati” polacchi Jerzy Janowicz e Lukasz Kubot, che mercoledì giocheranno un derby da cardiopalmo per assicurarsi un posto tra i primi quattro. Nemmeno Wojtek Fibak era andato così avanti.
 
WIMBLEDON 2013 – OTTAVI DI FINALE MASCHILI
Novak Djokovic (SRB) b. Tommy Haas (GER) 6-1 6-4 7-6
Tomas Berdych (CZE) b. Bernard Tomic (AUS) 7-6 6-7 6-4 6-4
David Ferrer (SPA) b. Ivan Dodig (CRO) 6-7 7-6 6-1 6-1
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Andreas Seppi (ITA) 6-4 7-6 6-3
Lukasz Kubot (POL) b. Adrian Mannarino (FRA) 4-6 6-3 3-6 6-3 6-4
Jerzy Janowicz (POL) b. Jurgen Melzer (AUT) 3-6 7-6 6-4 4-6 6-4
Fernando Verdasco (SPA) b. Kenny De Schepper (FRA) 6-4 6-4 6-4
Andy Murray (GBR) b. Mikhail Youzhny (RUS) 6-4 7-6 6-1