A sorpresa, l’argentino scippa a Roger Federer il sesto titolo a Basilea. Dopo tante sconfitte consecutive, si prende la rivincita nell’occasione più difficile. E’ tornato il Quinto Beatle?
La delusione di Roger Federer, battuto per la quarta volta nella finale di Basilea
Di Cosimo Mongelli – 28 ottobre 2012
Più che la finale di un torneo 500, l’ultimo atto di Basilea sembrava un’esibizione. Era tutto pronto per il successo di Roger Federer, il sesto nella città natia alla nona finale (di cui sette consecutive). Un copione che solo Juan Martin Del Potro avrebbe potuto mandare di traverso. E l’inizio dell’incontro lascia presagire un amaro calice, per il pubblico della St. Jakobshalle. Dopo un avvio equilibrato, Del Potro metteva da parte ogni timore reverenziale e piazzava il break alla prima occasione. L’argentino sfrutta al meglio le armi a disposizione: con servizio e dritto costringe spesso l’avversario sulla difensiva. E’ stizzito, Roger. E’ ammutolito, il pubblico. Lo svizzero non ha occasione alcuna per rientrare nel set e Juan Martin lo chiude 6-4 senza problemi. Nel secondo set Federer si fa più intraprendente. Ottiene la prima palla break nel secondo game, ma Delpo la cancella con autorità. L’elvetico deve sperare che l’avversario cali d’intensità per venirne a capo. L'argentino, tuttavia, continua a tenere il servizio senza faticare più di tanto: anzi, è lo stesso Roger che sul 5 pari sventa una delicata palla break. Inevitabile il tiebreak e inevitabile che l’argentino cominci a commettere qualche errore. Un paio di errori gratuiti, i primi davvero gravi, spianano la strada a Federer. Subito 4 a 1, prodromo al conclusivo 7 a 5.
Un Federer a pugnetti spiegati e un pubblico in visibilio non lasciano molto spazio alla fantasia. Del Potro sembra la vittima sacrificale dopo le occasioni sprecate e il terzo set sembra solo una formalità. Proprio lo svizzero, infatti, raccoglie le migliori occasioni. Però non sfrutta quattro palle break (due sull’1-1, altrettante sul 3-3). Roger pare, ed è incredibile solo scriverlo, sotto pressione. Innervosito da un avversario che ci crede ancora e che non vuole concedergli la sesta gioia casalinga. Nel tie-break, la realtà supera ogni fantasia. Si seguono i servizi finché due errori, incredibilmente gratuiti, di Federer mandano in fuga Del Potro sul 4 a 2. Certo, il 5 a 2 viene negato, all’argentino, da una sporadica magia da marziano dello svizzero, una demivolèe da tramandare ai posteri per i secoli a venire. Ma l’incontro è ora tutto nelle mani di Del Potro. Se il polso non trema, il trofeo lo attende. L’argentino ottiene il 5 a 3 con un’ottima prima di servizio poi fa tutto, nuovamente, lo svizzero. Butta fuori due palle che di solito non sbaglia e per Palito è trionfo. Quarto trofeo stagionale, tredicesimo in carriera e secondo contro Roger Federer, dopo i fasti di New York. Le sette sconfitte stagionali, al cospetto di King Roger, sono ampiamente vendicate.
Era dal 2003 che un argentino non vinceva a Basilea. Allora ci riuscì Guillermo Coria, ma questo successo vale di più. Sconfiggere Federer a casa sua ha grandi significati, e certifica il definitivo rientro di Del Potro tra i grandi. A Londra, per le ATP World Tour Finals, sarà la mina vagante. Per Federer è stata una giornata storta anche sul piano numerico: vincendo, avrebbe eguagliato John McEnroe a quota 77 titoli, e lo avrebbe staccato nel numero di match vinti (sono entrambi a quota 875). Sono obiettivi soltanto rimandati. Raggiungerli a casa, tuttavia, avrebbe avuto un altro sapore. E i raccattapalle dovranno rinunciare alla tradizionale pizzata.
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