Procede spedito il recupero di Juan Martin Del Potro. Tira solo il dritto, resta in contatto con il medico, segue i mondiali, mangia asado e spera di tornare a Kuala Lumpur a fine settembre.
Di Riccardo Bisti – 10 luglio 2014
Juan Martin Del Potro ha scelto il suo punto di riferimento. La colonna sonora dell’ennesima scalata è una canzone di Bruce Springsteen, “The Rising”. Un pezzo che racconta la storia di un vigile del fuoco all'opera a New York, l’11 settembre 2001. Un pompiere che non vede né davanti né dietro di sé. Ma alla fine va avanti e si rialza, nonostante la tragedia. Come si sono rialzati gli americani. Qualche chilometro più in là, nel 2009, l’argentino ha vissuto il momento più bello della sua vita, aggiudicandosi lo Us Open. Ma il destino gliel’ha fatto pagare doppio, come se un un solo “11 settembre” tennistico non bastasse. Si è operato al polso destro e ha perso quasi tutto il 2010. Ha impiegato un paio d’anni per tornare fortissimo, e proprio quando stava tornando ai livelli di prima…altro crack al polso, stavolta il sinistro. Altra operazione, altro giro, altra corsa. Sono passati un centinaio di giorni dal 24 marzo 2014, quando a Rochester il polso di Palito è finito sotto i ferri e le sapienti mani del dottor Richard Berger. Oggi è ancora numero 8 ATP, ma il suo ranking scenderà. Si sono dimenticati tutti di lui, proprio come quattro anni fa. Nel quartiere Palermo, salotto buono di Buenos Aires, presso il lussuoso Tenis Club Argentino, sta preparando la riscossa insieme a coach Franco Davin. La notizia più importante riguarda l’umore. E’ buono, nonostante tutto. Il calvario di quattro anni fa gli sta servendo da esperienza. Ad esempio, evita di trascorrere troppo tempo in solitudine. Passa un mucchio di tempo con Davin e il preparatore atletico Martiniano Orazi. Per la prima volta, nel team è entrata una donna: Adriana Forti è un’ottima fisioterapista e conosce bene il tennis. Aveva iniziato con l’ex promessa (mai sbocciata) Maria Emilia Salerni, poi ha seguito a lungo Paola Suarez e Virginia Ruano Pascual. Sotto le sue mani sono passate anche vincitrici Slam come Svetlana Kuznetsova e la nostra Francesca Schiavone.
RITMI DA SCUOLA SAT
Il decorso post-operatorio non ha riservato sosprese. I tempi sono quelli previsti e non ci sono problemi. Del Potro e Richard Berger sono in costante contatto, a volte per e-mail, a volte via Skype. In questi giorni tornerà in Minnesota per un ulteriore controllo. Palito utilizza ancora una fasciatura, ma solo nelle situazioni di tensione. Nella vita quotidiana, il polso ha ripreso le funzioni di sempre. Sul piano strettamente clinico, potrebbe essere pronto già per lo Us Open. Il suo amato Us Open. Tuttavia, è probabile che lo rivedremo nei tornei asiatici, magari a partire da Kuala Lumpur. Delpo ha ripreso la racchetta in mano a inizio giugno, ma senza forza né intensità. Piano piano, i carichi di lavoro aumentano. In questo periodo si sta allenando a ritmi da scuola SAT: due sedute a settimana, ciascuna di 45-60 minuti. Il dritto sta riprendendo la forma dei tempi belli, ma è l’unico fondamentale sparato al 100%. Meglio evitare il rovescio a due mani: per ora, soltanto slice e qualche colpo a una mano sola. “Ma Franco non me lo vuole insegnare” ha scherzato JMDP, riferendosi allo stile del suo coach, ex ottimo giocatore. Ad oggi, è stato anche il suo unico sparring partner. Il periodo di stop serve anche per provare alcuni telai Wilson, tenendo conto che il suo modello è ormai fuori produzione e gli erano rimasti pochi fusti. La pausa, insomma, serve anche per mettere a punto l’attrezzatura.
NON C'E' TEMPO DA PERDERE
E’ un periodo delicato anche per la preparazione fisica, soprattutto per un omone di quasi 2 metri. Del Potro non ha ancora ripreso a correre perché il movimento gli creava dolore nella zona operata, senza contare che la traspirazione del sudore avrebbe potuto infastidire la cicatrizzazione. Allora hanno studiato un piano alternativo: prima bicicletta, poi esercizi aerobici: attrezzi di gomma, pesi leggeri, nuoto. Martiniano Orazi ha un compito molto delicato: in particolare, deve mantenere la giusta simmetria per prevenire ulteriori infortuni. A parte una breve sortita nella natia Tandil, sta trascorrendo il recupero a Buenos Aires. E ovviamente segue i mondiali, a sostegno della sua Argentina. Si ritrova nel suo appartamento con alcuni amici di Tandil che studiano e lavorano a Buenos Aires. E’ andato qualche volta a cena con gli amici calciatori Martin Palermo e Rolando Schiavi (mangiando rigorosamente asado) e pure lui – come Roger Federer ed Andy Murray – ha incontrato un ragazzo sfortunato che aveva espresso il desiderio di conoscerlo tramite la fondazione “Make a Wish”. Piano piano, Palito potrebbe tornare a ruggire. Chi li ha vsto colpire il dritto ha avvertito una gran voglia di tornare e spaccare il mondo. Ma grande davvero, ancor di più rispetto a quattro anni fa, quando aveva appena 22 anni. Adesso ne ha quasi 26 e sa che non c’è più tempo da perdere.
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