US OPEN – La curiosa vicenda delle racchette di Del Potro: l’argentino continua ad usare un vecchio modello, e gliene sono rimaste solo quattro. Non è più sotto contratto con Wilson: l’anno prossimo cambierà.
Juan Martin Del Potro allo Us Open con la stessa racchetta di quattro anni fa
Di Riccardo Bisti – 29 agosto 2013
Il numero 6 del mondo non ha un contratto per la fornitura di racchette. L’incredibile vicenda riguarda Juan Martin Del Potro, ma alle spalle c’è una ragione tecnica. Che i giocatori siano spesso affezionati al loro telaio, continuando ad usarlo “mascherandolo” con la pitturazione di nuovi modelli, è cosa risaputa. Ma l’argentino è andato oltre: non ha rinnovato il suo accordo con Wilson, rinunciando a un ingaggio decisamente cospicuo (si parla di 1 milione di dollari l’anno). Del Potro continua a giocare con un telaio del 2009, lo stesso con cui ha vinto lo Us Open. Prima di scendere in campo contro Guillermo Garcia Lopez, ha spiegato la sua curiosa situazione: “La racchetta è la mia arma di lavoro. Non la cambio. Mi trovo molto bene con le mie, credo che sia fondamentale. Quando giochi bene con un telaio, è molto difficile cambiare”. Palito gioca con la stessa racchetta ormai da cinque anni: si tratta della Wilson K Factor Six-One 95. L’anno dopo ha provato alcuni modelli nuovi, ma non ha ottenuto risultati soddisfacenti. I dirigenti Wilson gli hanno proposto varie opzioni, tra cui il classico “paint job”, ovverto pitturare la sua vecchia racchetta con le nuove versioni del prodotto. Ma non è cambato nulla. “Nel 2010 ho fatto un tentativo di cambiamento, e ho avuto problemi a una mano. Ho fatto un paio di prove anche quest’anno. Si tratta di processi normali, ma il calendario è talmente denso che non è semplice trovare un periodo in cui cambiare la racchetta a cuor leggero e dire: se va male non succede niente”. Proprio in casa Wilson c’è stato il caso di Roger Federer, che ha provato un attrezzo sperimentale per un paio di tornei salvo tornare alla vecchia racchetta. E Del Potro, intervistato dalla versione latino-americana di ESPN, ha ricordato il caso di Novak Djokovic, che ebbe più di un problema nel passaggio da Wilson a Head.
Ma Del Potro ha un problema in più: non solo continua a giocare con un modello vecchio, ma si tratta esattamente degli stessi attrezzi che utilizzava qualche anno fa. “Ne ha soltanto quattro”, dice coach Franco Davin. La parola passa a Joe Heydt, uno degli incordatori dello Us Open. L’incaricato alle racchette di Del Potro. “In effetti sono molto usate. Ho chiesto se potevo cambiate il cappuccio di plastica in cima alla racchetta, ma mi hanno detto di no. Non vogliono cambiare niente”. Le racchette di Palito non sono a rischio rottura, almeno nel processo di incordatura, ma la testa della racchetta è piuttosto deteriorata. “Curiosamente, il deterioramento si nota soltanto in un lato della racchetta – continua Heydt – probabilmente colpisce il dritto sempre con la stessa faccia della racchetta. Comunque, è giusto che ogni giocatore faccia ciò che ritiene migliore per sentirsi a suo agio e vincere più partite”. Però, senza nessun contratto con Wilson, manca un introito sicuro. ESPN ha ascoltato un paio di fonti anonime, secondo cui il mancato rinnovo costa all’argentino circa un milione di dollari. Ma sarebbe avvenuto di comune accordo, tanto che i rapporti con Wilson sono rimasti buoni. Caso più unico che raro: pur senza avere guadagni, Del Potro continua a disegnare il logo Wilson sul piatto corde e riceve la consulenza di Ron Rocch, uno degli uomini-Wilson più esperti.
Quest’ultimo è stato intercettato da ESPN, ma non ha potuto parlare dell’argomento. Senza previa autorizzazione, le racchette di Del Potro sono un tema tabù. E il giocatore che dice? “Mi prendo cura dei miei telai, ma io non sono uno che rompe racchette. E non lo farei nemmeno se ne avessi 20 a disposizione. Ma adesso che ne ho di meno, in effetti, ci dedico ancora più attenzione”. Del Potro viene dalla scuola di Tandil, quella in cui l’educazione e la disciplina vengono prima di tutto. La leggenda narra che una trentina d’anni fa, un giovane Guillermo Perez Roldan ruppe una racchetta durante un allenamento. Ma non gliene fecero usare una nuova: la rimisero a posto con uno spago e lo obbligarono a continuare a usarla. Lui capì la lezione, tanto che anni dopo la Donnay gli dedicò addirittura una linea di racchette. In effetti, non si è mai visto Del Potro (o Monaco) lanciare una racchetta. Per sua fortuna. Ad ogni modo, l’argentino è sul mercato ed è disponibile a trattare con altre aziende. “L’anno prossimo ci sarà un cambiamento” si è lasciato sfuggire. Proprio lui che è rimasto fedele fino all’ultimo alla sensazione delle sue Wilson bianche, rosse e nere. Per adesso, tuttavia, le racchette di Palito non si toccano.
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