da Londra, Giorgio Spalluto – foto Getty Images
“Comincio a sentire le sensazioni di New York e domani non avrò niente da perdere”. Se questa non è una minaccia, poco ci manca, caro Davydenko. Sembra passata un’eternità dai quei primi 5 giochi persi nel match di esordio in cui fu sconfitto dall’idolo di casa, Andy Murray.
Tali e tanti erano stati i problemi fisici subiti dal sudamericano nell’ultimo periodo, che sembrava fosse venuto al Master per onor di firma, quasi solo a presenziare alla kermesse di fine anno, meritatamente conquistata, a suon di catenate di dritto nel catino bollente dell’Arthur Ashe Stadium, 2 mesi e mezzo or sono. In quell’occasione, fu una chiamata corretta dall’occhio di falco a cambiare l’esito di un match che, sul 5-4 30-0 del secondo set, stava per essere ipotecato in maniera definitiva dallo svizzero. Allora fu una questione di millimetri. Questa volta è stata questione di decimi di percentuale (51,1% contro 50,5% di Murray), quelli del famigerato quoziente game, decisivo per l’assegnazione dei primi 2 posti del girone A.
Questione di fortuna, certo, che però da sola non basta. Una volta afferrata per i capelli, essa va comunque corroborata e consolidata. Senza quei 2 tiebreak giocati in maniera impeccabile ed un quinto set praticamente dominato nella finale di New York, nessuno ricorderebbe il provvidenziale intervento di occhio di falco. Così anche a Londra, dopo aver beneficiato della buona sorte nella volata finale del Gruppo A, Delpo ha avuto il merito di legittimare il vantaggio di cui aveva usufruito, recuperando una partita che, nel terzo set, sul 4-2 e servizio Soderling, sembrava ormai compromessa.
Ma andiamo per ordine. Nel primo set, decisosi al tiebreak, è Soderling a faticare di più al servizio, concedendo e annullando 4 palle break al suo avversario, di cui 3 consecutive nel 3° game. Del Potro, al contrario, è un treno al servizio e concede complessivamente solo 7 punti nei 6 turni di battuta. Nel tiebreak, però, esordisce con l’unico doppio fallo dell’intero incontro, finendo per subire 3 minibreak ed un parziale finale di 7-1.
Nel secondo è sempre Soderling a palesare qualche difficoltà in battuta. Nel sesto gioco, salva una palla break con uno dei 3 ace che metterà a segno in quel game. Due giochi più tardi non bastano altri 3 ace allo scandinavo, che sbaglia tutto da fondo e concede il primo break del match a Juan Martin. L’argentino non perdona e col servizio (col quale in questo parziale ha perso soli 5 punti) chiude il set col punteggio di 63.
Nel terzo set lo svedese sembra riuscire finalmente a prendere le misure del servizio argentino. Sul 2-1, Robin costringe ai miracoli GianMartino che, prima si inventa un gran passante in contropiede di rovescio, e poi sul 40-15, opera un miracolo difensivo, con un passante in corsa di rovescio a una mano, sulla linea!
Nel turno di battuta successivo, Del Potro è costretto a capitolare. Avanti 40-15, cede 4 punti di fila, gli ultimi due su altrettante risposte vincenti di rovescio di Soderling. Quando la partita sembra aver ormai preso una piega ben precisa, ecco l’inaspettato controbreak per l’argentino che sfrutta a dovere qualche errore di troppo dell’avversario, incapace di sfruttare un vantaggio di 30-15. Si va così al tiebreak, inaugurato dallo scambio più lungo del match (24 colpi), chiuso con un rovescio lungolinea vincente di Del Potro che conferma il minibreak tenendo i successi due servizi. Un errore di dritto dello svedese, regala il 4-0 all’avversario che chiude le ostilità con un ace esterno (7-3).
Per l’argentino si tratta della prima finale in un Master, lui che lo scorso anno, all’esordio, era stato eliminato nella fase a gironi, dove era stato sconfitto da Djokovic e da quel Davydenko che ritroverà domani nell’ultimo atto. I due non si affrontano da allora, in quello che era il loro terzo confronto diretto: il bilancio è 2-1 per il russo contro un avversario che, però, non aveva raggiunto il livello odierno.
A proposito di Davydenko, ricordiamo che nella storia del Master, solo in 2 occasioni ha trionfato un giocatore mai vincitore a livello di Slam: lo spagnolo Alex Corretja (due volte finalista al Roland Garros) e l’argentino David Nalbandian (finalista a Wimbledon). Curiosamente entrambi hanno iniziato la loro avventura londinese con una sconfitta, con buona pace di coloro che in maniera a tratti stucchevole, continuano a criticare una formula che riscuote il consenso dei giocatori e degli spettatori. Per la 23° volta sulle 36 edizioni disputate con la formula del round robin, a vincere il Master sarà così un giocatore precedentemente sconfitto nel corso del torneo.
Il 2009, che era iniziato nel segno dei “Fab Four” si chiude quindi con due finalisti extra, ma comunque a ridosso dei primi 4. Se Davydenko è già sicuro del sorpasso in 6° posizione ai danni del contumace Roddick, Del Potro può sperare, in caso di vittoria, di scavalcare al 4° posto Murray (nei primi 4 dal settembre 2008), colui che lo aveva battuto all’esordio. Quel misero game che ha deciso le sorti del gruppo, potrebbe rivelarsi di valore ancora più inestimabile…
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Questions, please.
Q. Can you give us your thoughts on tonight’s match?
JUAN MARTIN DEL POTRO: It was a very, very tough match. It was so close. We play unbelievable points. We serve well. The difference was just a couple of points in the tiebreak on the second set.
But, anyway, he has a great season. I wish the best for the next one.
Q. How do you feel physically after another match in three sets?
JUAN MARTIN DEL POTRO: Well, I always play matches three sets. But tomorrow will be maybe the last one of the year. I will want to close a good year. I will play against Nikolay. It will be tough.
But if I play like today, maybe I will have chance to win.
Q. How does it compare, reaching the final here, to reaching the final at Flushing Meadows?
JUAN MARTIN DEL POTRO: I don’t know, I never played the final in the Masters Cup. But I can tell you tomorrow.
Q. You were 4-2 down in the third set. What did you say to yourself to make the next move?
JUAN MARTIN DEL POTRO: Well, the crowd tell me to fight. The crowd was so exciting, cheering for both players. That’s help me to try to fight. Finally I broke his serve after the 4-2. I start to play a little better, more confidence. I think that was the key.
Q. Even after winning the US Open you publicly admitted you didn’t feel you belonged amongst the guys at the top of the game. Now getting to the Masters final, do you feel you belong there now?
JUAN MARTIN DEL POTRO: I don’t know. They are great, great players. I just want to be like them, you know. I need time to improve my game, my physic, my body, everything.
But I think I’m in a good way. I hope similar season for the future.
Q. What do you think of Davydenko as an opponent?
JUAN MARTIN DEL POTRO: Yes, he’s very fast and he play well in this kind of surface. But if I play good, I think I will have chance to win.
I don’t know, he’s playing a good tennis. He has confidence to play the finals. But I think will be a good final to watch.
Q. You lost your first five games in the tournament. That seems like a long time ago now. What is the difference between you now as a player than a week ago when you lost those five games?
JUAN MARTIN DEL POTRO: Yes, but is tough play against Murray first match in the Masters Cup here in London. But in the beginning of the week, I play little bad. But now I feel better, am playing better. I have confidence similar than New York.
I don’t know. I don’t have nothing to lose for tomorrow. So we want to enjoy the finals and then a good vacations.
THE MODERATOR: Questions, please.
Q. Took you a long time to break, until the third set, but looked like you were going to win. How disappointing is it you couldn’t finish the match from that?
ROBIN SODERLING: I think it’s pretty obvious losing 7-6 in the third in the semifinals here, it’s pretty disappointing.
You know, it was a very tough match. We played okay, I think. Maybe I could have played a little bit better in the important moments and take advantage of my chances. But overall, you know, not much I could do.
I don’t think I did anything wrong at the end of the match; he just played a little bit better than me.
Q. You faced Davydenko and Del Potro the last two evenings. How do you see the final panning out now?
ROBIN SODERLING: It’s an open match. I think it’s going to be a tough match. I think it could go either way.
Q. What will you keep from this Masters? Confidence? Disappointment?
ROBIN SODERLING: From this match?
Q. The Masters, this competition.
ROBIN SODERLING: No, it’s been okay. I think I started the tournament really well. I played two good matches. I kind of played a little bit worse the last two matches. But overall I think it was pretty good. I played against the best, and I won two matches, lost two matches, so it’s not too bad.
Q. It’s obvious mentally you’re tougher, you’re moving better. But technically do you feel there’s a small detail you’re doing better? What have you improved technically in the past months?
ROBIN SODERLING: I’m not sure. You’ll have to ask my coach. I’m just playing.
Q. It’s been a long time since a Swedish player came to this tournament, Magnus Norman, your trainer. We were forgetting about Swedish players. But how do you see this?
ROBIN SODERLING: You know, it’s been good. It’s tough to sit here now, you know, thinking about this year. But it’s been really good. I hope to improve even more for next year.